Minoranze in Siria e Iraq: doppiamente vittime

La violenza delle nuove guerre è troppo spesso indiscriminata, con luoghi di scontro in centri abitati tra la gente comune; bombe, missili e mortai cadono su case, scuole e ospedali, colpiscono magazzini di cibo, centrali elettriche e sistemi idrici: i combattenti non sono più schierati su un campo di battaglia, bensì si nascondono tra i civili che della guerra non ne vorrebbero sapere.
Si tratta di una violenza diffusa, dalla quale è difficile, se non impossibile, scappare. Si rimane intrappolati nelle case, nei rifugi improvvisati. E in queste condizioni le minoranze rischiano spesso di soffrire ancora più umiliazioni e supplizi: oltre alle barbarie della guerra, esse sono perseguitate in nome dell’appartenenza religiosa, etnica, politica o dovuta al genere, all’età o a uno stigma sociale. Non solo un sunnita vive le bombe, ma anche le torture del fratello sciita, e viceversa. Non solo un siriano fugge dalle atrocità, ma è vittima di razzismo nel paese d’accoglienza. Non solo un disabile vive l’inferno della mobilità e del collasso di tutte le infrastrutture e dei servizi a causa della guerra, ma viene anche lasciato per ultimo, se non deliberatamente ucciso tra i primi, a causa della sua malattia. Non solo una donna è costretta a vivere con terrore il destino suo e dei suoi figli, ma viene anche violentata per la sua femminilità.
Il World Council of Churches (WCC – Consiglio Mondiale delle Chiese) ha pubblicato in collaborazione con il Norwegian Church Aid (NCA) un Rapporto per la protezione delle minoranze in Siria e in Iraq, in cui analizza il contesto delle minoranze prima e durante il conflitto siro-iracheno, offre una panoramica dei bisogni umanitari nei paesi interessati e propone una serie di misure per assicurare una più ampia protezione dei suddetti gruppi. In particolare, si richiede:
- Una maggiore assiduità dei donatori nel garantire finanziamenti ai gruppi più vulnerabili, tra cui appunto le minoranze e i discriminati;
- Di adattare la risposta agli effettivi bisogni dei beneficiari, analizzando le specificità di ogni caso;
- Di promuovere un approccio non-violento in qualsiasi tipo di attività;
- Di incoraggiare la riconciliazione comunitaria;
- Di garantire l’istruzione ai giovani;
- Di affrontare i deficit della governance democratica.
Per aiutare gli sfollati e i rifugiati, FOCSIV ha lanciato la campagna Humanity – Essere umani con gli esseri umani per sostenere le attività sue e dei suoi Soci nel Medio Oriente. Tutto il lavoro è rivolto ai più vulnerabili: le donne e i bambini, con una particolare attenzione verso progetti che abbiano come obiettivo la ricostruzione di un futuro sostenibile per le persone, per prima cosa, e per il proprio Paese di origine o di adozione, poi.
Per la sintesi del Rapporto (in italiano), seguire il link.
Per il Rapporto completo (in inglese), seguire il link.