Cooperazione italiana in Bolivia
Un altro passo per la giustizia giovanile
Linee guida per un’alternativa al carcere
Contrariamente a ciò che prevede la Legge 548 del “Codigo Nino, Nina y Adolescente” (il nuovo Codice per la giustizia minorile), la maggioranza degli adolescenti boliviani, anche quelli che commettono piccoli reati, come il furto o altri delitti contro la proprietà, vengono ancora privati della libertà e detenuti in carcere in attesa di giudizio. Una detenzione preliminare che, da sola, –secondo gli ultimi dati denunciati dalla ong ProgettoMondo Mlal alla Commissione Interamericana di Diritti Umani della OEA (Organización Estados Americanos) di Washington- può durare 2 o 3 anni. A questi si aggiungeranno gli eventuali anni di pena da scontare in carcere.
A un anno dalla promulgazione della nuova Legge, la maggior parte delle istituzioni del sistema penale minorile di molte regioni della Bolivia dimostrerebbero quindi di non avere compreso la reale portata delle riforme realizzate dallo Stato Plurinazionale, o comunque non hanno manifestato la volontà di contribuire alla prevista costruzione di percorsi educativi e restaurativi alternativi al carcere per gli adolescenti in conflitto con la legge.
Così, proprio nei giorni scorsi, con un evento pubblico rivolto a tutti gli operatori della giustizia delle nove regioni boliviane e ai rappresentanti dei mezzi di comunicazione, il Ministero di Giustizia boliviano ha presentato, con il sostegno di ProgettoMondo Mlal, il documento Linee Generali d’attenzione dei Centri di Orientamento (CO) e dei Centri di Reinserimento Sociali (CRS). In quest’occasione la ministra della Giustizia Virgina Velasco Condori ha infatti sollecitato le istituzioni ad assumersi un maggiore impegno perché i centri funzionino e perché gli adolescenti possano al più presto essere inseriti nei nuovi programmi educativi e restaurativi previsti dalla legge.
Per l’elaborazione e la pubblicazione del documento, che verrà distribuito non solo agli operatori del sistema penale per adolescenti, ma anche a tutti i parlamentari e alle alte cariche dello Stato compreso il Presidente dello Stato Plurinazionale della Bolivia Evo Morales, ProgettoMondo Mlal e il Ministero di Giustizia hanno collaborato intensamente nelle ultime settimane. La pubblicazione è stata possibile grazie anche al sostegno del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, da sempre vicini alla tematica della giustizia minorile e, in Bolivia, promotori dell’iniziativa “Qalauma: un modello alternativo di riabilitazione sociale e prevenzione per i minori in conflitto con la legge”. Proprio l’esperienza sviluppata nel Centro Qalauma, e nei numerosi eventi realizzati e promossi dalla Ong italiana Progetto Mondo Mlal, è stata il riferimento fondamentale per dare compiutezza alle nuove Linee guida.
Il documento presentato dal Ministero della Giustizia si compone di 4 parti: la prima afferente le fondamenta filosofiche e degli indirizzi generali per l’implementazione del sistema penale per gli adolescenti; nella seconda parte sono contenuti gli indirizzi per le Regioni; la terza parte è centrata sugli indirizzi per i Centri d’orientamento (misure alternative alla privazione di libertà), e la quarta per i Centri di reinserimento sociale.
La presentazione e la consegna delle Linee Generali rappresentano un passaggio fondamentale per l’applicazione del nuovo Codice. Adesso anche le Regioni hanno finalmente un documento di riferimento, non solo per iniziare la costruzione di questi Centri, ma anche un modello base di riferimento per promuovere un approccio educativo e restaurativo.
Roberto Simoncelli
Programma Giustizia Minorile
ProgettoMondo Mlal