DIRITTI DEI MIGRANTI CALPESTATI: FOCSIV APPOGGIA L’APPELLO SUGLI HOTSPOTS
Ad un mese dal primo appello – La verità sul sistema degli hot spot: violazioni e illegalità a Lampedusa. La denuncia delle associazioni – contro il sistema degli hot spot, la situazione a Lampedusa, Trapani e in tutti quei centri che informalmente seguono le stesse direttive è sempre più drammatica; per questo è necessario mantenere alta l’attenzione di tutta la società.
Il contenuto dell’appello purtroppo è ancora attualissimo. Numerose città italiane sono testimoni dell’abbandono di tutte quelle persone a cui non è stata concessa protezione internazionale; la loro storia è sempre la stessa. Dopo essere stati costretti a firmare un foglio incomprensibile perché in lingua sconosciuta ed essere stati foto segnalati, dicono i migranti, essi sono stati divisi in gruppi e lasciati sulle banchine di diverse stazioni del Sud Italia. Essi raccontano di essere stati informati al loro arrivo della possibilità di chiedere asilo, cosa che poi nei fatti non è stata possibile. Parlano di un questionario a risposta multipla, somministrato da funzionari non meglio identificati. Sulla base di poche domande, raccolte in quello che è noto come “foglio notizie”, viene stabilito sommariamente chi ha diritto di richiedere protezione e chi no. Gli sfortunati si ritrovano con in mano un decreto di respingimento differito che gli intima di lasciare l’Italia dalla frontiera di Roma Fiumicino entro una settimana. Questo documento è oggetto di ricorso perché, come denunciano numerosi avvocati, è illegittimo e incostituzionale; negli ultimi giorni sono arrivate le prime sospensive delle espulsioni.
Dentro i centri invece, centinaia di richiedenti asilo sono detenuti illegalmente perché rifiutano di farsi prendere le impronte digitali. Per queste persone l’Italia non è che l’ennesima difficoltà del progetto migratorio, essi vogliono ricongiungersi ai propri cari e sono consapevoli che rilasciare le impronte li immetterebbe nell’intricato sistema dei ricollocamenti basato sul tanto contestato Regolamento di Dublino 3. Piuttosto che attendere mesi, o a volte più di un anno, alcuni fuggono per affidarsi a dubbi personaggi che sembra possano aiutarli.
Quelle descritte sono le immediate conseguenze della politica basata sul sistema degli hot spot. Conseguenze che cancellano il diritto di chiedere asilo, ovunque e da chiunque. Non è possibile stabilire in pochi giorni, con un questionario il più delle volte incompreso e sulla base del paese di origine, chi abbia la possibilità di chiedere protezione e chi debba essere espulso.
A tutto questo si aggiunge il costante aumento dei dinieghi per domande arbitrariamente dichiarate “manifestamente infondate”.
Dunque il sistema degli hot spot, comunicato dall’Europa come la risposta migliore ai flussi migratori, è una fabbrica di irregolarità che fa cadere i migranti nell’assenza di tutele e diritti.
Delle politiche migratorie giuste, coerenti e razionali, dovrebbero portare all’apertura di canali di ingresso legali che sottraggano le persone ai trafficanti e alla morte alle frontiere, permettendo loro di entrare in Europa in sicurezza, identificate e senza doversi nascondere.
Per tutti questi motivi FOCSIV contribuisce e rilancia l’appello di Borderline Sicilia ed assieme alla rete di firmatari, organizzatisi con TUTMONDA chiede con urgenza:
– Che ogni migrante in qualunque luogo d’Italia abbia immediato ed effettivo accesso alla richiesta di protezione internazionale;
– Che vengano revocati tutti i decreti di respingimento differito fino ad oggi consegnati sulla base del sistema hot spot lanciato a Lampedusa;
– Che il centro di Lampedusa venga immediatamente chiuso e si rinunci all’apertura di ulteriori hot spot che non hanno alcuna base giuridica se non decisioni della Commissione e del Consiglio europeo, e che sono strutturalmente progettati sull’annullamento del diritto d’asilo e sulla violazione dei diritti di tutti i migranti;
– Che cessino immediatamente le prassi di rilascio dei decreti di espulsione notificati ai richiedenti asilo nel momento stesso in cui la loro domanda viene dichiarata ‘manifestamente infondata’;
– Che nessuna violenza sia autorizzata nel prelievo delle impronte digitali, e il governo italiano rivendichi invece in Europa la cancellazione del Regolamento Dublino in tutte le sue versioni;
– Che si receda immediatamente dagli accordi di riammissione coi paesi di origine e di transito, che il più delle volte vedono Italia e Unione europea negoziare con dittatori e carnefici, e che sono volti solamente a fornire copertura formale a pratiche di respingimento ed espulsione collettive.