FOCSIV sottoscrive la lettera alla Mogherini per la trasparenza delle relazioni economico-finanziarie delle imprese a livello internazionale
FOCSIV e le altre organizzazioni aderenti alla Campagna ZeroZeroCinque hanno inviato a Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, una lettera che evidenzia le criticità dell’imminente proposta di direttiva dell’Unione Europea in tema di trasparenza fiscale per le imprese multinazionali
Gentile Alto Rappresentante Mogherini,
ci rivolgiamo a Lei in vista del voto, atteso alla riunione del Collegio dei Commissari del 12 Aprile p.v., sulla proposta della Commissione Europea in materia di maggiore trasparenza fiscale per le imprese multinazionali operanti in UE. Riteniamo importante sottoporre alla Sua attenzione alcune riflessioni critiche sulla proposta corrente, auspicando che Lei possa contribuire in sede di Collegio al miglioramento del provvedimento.
L’anno scorso la Commissione Europea si è fortemente impegnata nell’avanzare misure di contrasto all’evasione ed elusione fiscale. In questo momento vi è un’opportunità unica per trasformare questo impegno in realtà, adottando il country-by-country reporting (CBCR) pubblico, non appena ultimata la valutazione d’impatto sulle misure di maggiore trasparenza fiscale per le società.
Tuttavia, il testo della proposta, nella sua versione pubblicata dai media lo scorso 21 Marzo, contiene alcuni elementi che, a nostro avviso, destano seria preoccupazione.
Le criticità che solleviamo sono:
- l’obbligo per le multinazionali di rendicontazione finanziaria con un breakdown paese per paese, viene proposto solo per i paesi UE, mentre si richiede la presentazione di un unico dato aggregato per tutti i paesi extra-UE. Ciò permetterebbe alle multinazionali di continuare il trasferimento degli utili fuori dall’Unione Europea all’insaputa dei cittadini;
- si rende obbligatorio il CBCR pubblico esclusivamente per le compagnie con un fatturato consolidato annuo superiore ai 750 milioni di euro. Secondo le stime OCSE questo threshold escluderebbe dall’obbligo di reporting l’85-90% delle multinazionali;
- la versione corrente della proposta della Commissione – contrariamente a quanto stabilito dai modelli predisposti dall’OCSE (BEPS Action 13) e sostenuti dal Parlamento Europeo (che sta cercando di introdurre questa misura nell’iter, in fase di trilogo, della Shareholders’ Rights Directive) – predispone un insieme limitato di reporting information, lasciando fuori dal perimetro di rendicontazione elementi chiave come la lista delle sussidiarie, le vendite, gli asset e i sussidi pubblici ricevuti dalle compagnie. Informazioni indispensabili per stabilire con certezza il livello effettivo di tassazione delle imprese e accertare se le imposte siano state pagate laddove gli utili sono stati a tutti gli effetti generati.
L’intero contenuto della lettera disponibile al seguente link