Eventi sulle migrazioni miste in Africa, Asia e Pacifico – 2° trimestre 2022
Foto: Mixed Migration Centre
Il 20 luglio il Mixed Migration Centre ha pubblicato questo aggiornamento trimestrale sulle migrazioni miste (Quarterly Mixed Migration Update – QMMU) che riguarda diverse aree geografiche tra cui l’Africa settentrionale, quella occidentale, orientale e l’Asia e il Pacifico. Aree geografiche che rappresentano le rotte migratorie più rilevanti per l’Italia. I Paesi di riferimento per questa regione sono Afghanistan, Bangladesh, India, Indonesia, Malesia, Myanmar, Thailandia e Australia.
Le QMMU offrono un aggiornamento trimestrale sulle nuove tendenze e dinamiche relative alla migrazione mista e sugli sviluppi politici rilevanti nella regione. Questi aggiornamenti si basano sulla compilazione di un’ampia gamma di fonti (dati) secondarie, riunite in un quadro regionale e applicate a una lente analitica sulla migrazione mista.
Di seguito elenchiamo gli aggiornamenti principali del QMMU:
In Africa del Nord:
- Al 20 giugno gli arrivi via terra e via mare in Italia e Spagna dal Nord Africa, attraverso le rotte del Mediterraneo centrale (CMR) e occidentale (WMR), sono aumentati dell’84% rispetto allo stesso periodo del 2021.
- Nel 2022, secondo l’UNHCR, 8.317 richiedenti asilo, rifugiati e migranti sono riusciti a sbarcare in Libia, mentre cercavano di attraversare il Mediterraneo, grazie a circa 101 operazioni di intercettazione e salvataggio.
- Nel secondo trimestre del 2022, 458 rifugiati e migranti sono stati dichiarati morti o dispersi nel Mediterraneo, di cui 396 lungo la CMR e 62 lungo la WMR. Questo dato segna una leggera diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2021.
- Il movimento di protesta dei richiedenti asilo davanti all’ufficio dell’UNHCR a Tunisi è terminato il 18 giugno, dopo che i manifestanti di lunga data sono stati trasferiti dall’agenzia delle Nazioni Unite.
- Si stima che 37 persone siano morte in seguito al tentativo di entrare nell’enclave spagnola di Melilla, avvenuto il 24 giugno, secondo la Commissione spagnola per l’Aiuto ai Rifugiati.
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In Africa Occidentale:
- Ritorno dei rifugiati nigeriani: All’inizio del trimestre, circa 4.000 rifugiati nigeriani sono rientrati a Mallam Fatori, nel nord-est della Nigeria. Questo ritorno ha sollevato dubbi per alcuni attori umanitari, che hanno sottolineato le sfide legate alla sicurezza e all’accesso ai bisogni di base nell’area del ritorno.
- Ripresa delle relazioni Spagna-Marocco: il disgelo delle relazioni diplomatiche tra Spagna e Marocco, formalizzato all’inizio di aprile, ha visto un aumento della cooperazione e dell’applicazione delle norme in materia di migrazione da parte del Marocco, che ha portato, tra l’altro, a un ritorno delle deportazioni di marocchini e saharawi dalle Isole Canarie e a un aumento degli arresti con effetti significativi sui migranti dell’Africa subsahariana. In questo contesto, il 24 giugno almeno 37 rifugiati e migranti sono stati uccisi nel tentativo di entrare nell’enclave spagnola di Melilla.
- Clausola di cessazione della Costa d’Avorio: Il 30 giugno è entrata in vigore la clausola di cessazione dello status di rifugiato per i profughi ivoriani. A quel punto, circa il 96% delle oltre 300.000 persone fuggite dal Paese nei due decenni precedenti era tornato in Costa d’Avorio. Circa 4.717 ivoriani sono tornati durante il secondo trimestre (al 10 giugno).
- Rotta Atlantica verso le Isole Canarie: Alla fine del secondo trimestre, si stima che 9.026 rifugiati e migranti siano arrivati alle Isole Canarie (rotta atlantica), con un aumento del 29% rispetto allo stesso periodo del 2021. Nello stesso periodo, l’OIM ha registrato 344 morti e scomparsi lungo questa rotta.
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In Africa Orientale:
- Il Corno d’Africa deve affrontare condizioni di siccità prolungate: Le condizioni di siccità in atto minacciano il sostentamento e la salute delle persone che vivono in Africa orientale, spingendo alla mobilità e alla migrazione intra- ed extra-regionale e lasciando 18 milioni di persone in tutta la regione in condizioni di insicurezza alimentare e senza accesso all’acqua potabile.
- Il governo federale etiope deve discutere un accordo di pace con il Fronte di Liberazione del Popolo del Tigray (TPLF): Più di 2,6 milioni di persone sono state sfollate internamente a causa del conflitto del Tigray dal suo inizio nel novembre 2020.
- L’ingiunzione della Corte britannica blocca la deportazione dei richiedenti asilo in Ruanda: La Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) ha bloccato il primo volo che trasportava i migranti destinati alla deportazione in Ruanda, previsto in partenza dal Regno Unito il 14 giugno. I preparativi per un secondo volo sono ancora in corso.
- Diminuzione degli arrivi dall’Africa orientale nello Yemen: tra aprile e giugno 2022 è stato registrato il 40,9% in meno di arrivi rispetto al primo trimestre di quest’anno. Si ritiene che le cattive condizioni stagionali e le alte maree abbiano contribuito a questo calo.
- Aumento dei rimpatri volontari dallo Yemen all’Etiopia: In questo trimestre, circa 1.000 migranti sono tornati nel Corno d’Africa, spontaneamente o attraverso programmi di rimpatrio, a causa del deterioramento della situazione umanitaria nello Yemen.
- L’Arabia Saudita ha espulso più di 35.000 migranti etiopi nei mesi di aprile e maggio: 100.000 migranti etiopi saranno rimpatriati nel 2022, secondo un accordo tra i Paesi entrato in vigore il 30 marzo.
- La percentuale di eritrei che arrivano in Europa è scesa al 3% di tutti gli arrivi, dal 7% nello stesso periodo del 2021. Anche la percentuale di sudanesi è scesa al 2% di tutti gli arrivi in Italia, dal 6% nello stesso periodo del 2021.
- In questo trimestre, 679 migranti sudanesi hanno partecipato all’iniziativa di rimpatrio umanitario volontario dell’OIM, mentre l’UNHCR ha evacuato 132 richiedenti asilo dell’Africa orientale dalla Libia al Ruanda attraverso il meccanismo di transito di emergenza.
- La maggior parte dei 65 rifugiati e migranti arrestati dalle autorità marocchine dopo la tragedia di Melilla sono sudanesi Darfuri.
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In Asia e Pacifico:
- Le rinnovate tensioni tra Afghanistan e Iran aumentano i rischi per i rifugiati e i migranti afgani: le autorità iraniane hanno affermato che gli estremisti stanno entrando in Iran spacciandosi per rifugiati afgani e per questo hanno rafforzato le forze di sicurezza lungo il confine. Anche le pattuglie della polizia iraniana nei quartieri a maggioranza afgana sono aumentate in modo significativo e la polizia arresta gli afgani privi di documenti nelle strade, sugli autobus e sui treni, nei negozi e nei luoghi di lavoro.
- Gli eventi meteorologici estremi indotti dai cambiamenti climatici hanno causato lo sfollamento di milioni di persone nell’Asia meridionale: nel nord-est dell’India e in Bangladesh, almeno 100 persone sono state uccise e milioni sfollate a causa di tempeste, inondazioni e frane causate dalle forti piogge monsoniche.
- Rifugiati Rohingya arrestati durante l’attraversamento del Bangladesh dall’India: circa 2.000 rifugiati Rohingya hanno raggiunto il Bangladesh. Le autorità del Bangladesh hanno impegnato numerose forze di sicurezza per fermare i nuovi arrivi e hanno arrestato decine di rifugiati.
- La carenza di aiuti rischia di aggravare la crisi umanitaria dei rifugiati Rohingya a Bhasan Char: la riluttanza dei donatori a fornire aiuti a Bhasan Char impedisce il potenziamento dei servizi di base, lasciando i rifugiati in un limbo. Molti hanno cercato di lasciare l’isola per ottenere condizioni di vita migliori.
- In tutta la regione si sono svolte proteste a sostegno dei rifugiati: in Pakistan, Iran, Australia e Bangladesh si sono svolte numerose proteste organizzate dagli stessi rifugiati e da comunità locali.
- Nuove misure nella regione per rafforzare la protezione dei migranti e dei rifugiati: questo trimestre ha registrato alcuni miglioramenti negli sforzi per proteggere i lavoratori migranti, i rifugiati e i richiedenti asilo in tutta l’Asia e il Pacifico, anche in Malesia, Taiwan, Nuova Zelanda, Australia e Giappone.
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