Esiste un “grab” urbano?
Oggi diffondiamo l’undicesimo capitolo, a cura di Maria Domenica Pacini, del V° Rapporto Focsiv “I padroni della terra. Rapporto sull’accaparramento della terra 2022: conseguenze sui diritti umani, ambiente e migrazioni”, presentato il 28 giugno a Roma nella Sala Capitolare del Senato su iniziativa del senatore Mino Taricco.
INTRODUZIONE
Il ventunesimo secolo è stato denominato il secolo urbano, per la prima volta gli abitanti delle città hanno superato gli abitanti rurali. Le protagoniste indiscusse di questo secolo sono le città, non tutte, solo una ristretta cerchia di grandi metropoli, dove il potere economico e la capacità innovativa su scala planetaria si concentrano. Si sta assistendo anche a un altro primato: l’allontanamento l’espulsione dei poveri dai centri urbani delle città internazionali, dove la povertà non è contemplata.
La corsa alla terra non riguarda solo il mondo rurale, c’è un accaparramento di terra anche nell’urbano e nel periurbano. La grande differenza tra le espulsioni rurali e quelle urbane è di percezione, mentre il land grabbing è ormai denunciato da molte organizzazioni e, la Corte Penale Internazionale (Cpi) dal 2016 l’ha inserito tra i reati ambientali più gravi con la motivazione di “affamare e deportare, ovvero costringere all’abbandono delle loro terre, migliaia di contadini e intere comunità in tutto il mondo”, il “grab” urbano è un fatto molto opaco, perché i capitali che affluiscono verso le città non sono guardati con sospetto, si parla sempre di sviluppo.
Il land grabbing e il grab urbano sono due avvenimenti che espellono le persone dai loro ambienti per relegarle ai margini, in ambienti degradati e insicuri. Nel caso delle grandi periferie urbane è un’insicurezza a tutto campo, non solo viverci è insicuro per tutti i soggetti deboli come possono essere i bambini e le donne, ma è insicuro anche nella certezza di abitarci. Sono luoghi quasi mai riconosciuti dai propri governi, le persone che vi abitano sono invisibili e possono essere sgombrati in qualsiasi momento. L’abitare informale che prende vita negli slum o favelas o baraccopoli o qualunque nome gli si vuole dare è un insulto e una sfida al nostro concetto di civiltà progredita.
Il land grabbing e l’accumulazione fondiaria urbana hanno come punto in comune la marginalizzazione dei soggetti economicamente più deboli, eppure sono trattati come due realtà diverse. Recentemente sta nascendo un nuovo tipo di approccio, ci sono ricercatrici come A. Zoomers, F. van Noorloos, C. Klaufus, G. Stee che stanno lavorando per intersecare le dinamiche e i dati del land grabbing con l’accumulazione della terra urbana. Secondo queste autrici il mondo accademico si sta interessando al land grabbing e all’agenda urbana producendo documenti di valore, ma in compartimenti stagni, senza riuscire ad avere uno sguardo d’insieme.