I Vescovi africani chiedono di agire per fronteggiare i danni del cambiamento climatico
Uragani, inondazioni e incendi boschivi che distruggono case e mezzi di sussistenza in tutto il mondo, sono solo alcuni degli effetti del cambiamento climatico. Perdite e danni, conseguenti ad esso, si stanno riscontrando in ogni paese, ma coloro che ne risentono maggiormente sono le persone più povere in Asia, Africa e America Latina. Il cambiamento climatico non è più una crisi del futuro che possiamo prevenire, ma una crisi che dobbiamo affrontare ora. L’approccio che vede il cambiamento climatico come una crisi futura deriva da una posizione di privilegio, e riflette il dominio dei paesi ricchi che si preoccupano di proteggere i propri interessi e le proprie economie piuttosto che proteggere coloro che più soffrono a causa degli effetti dell’emergenza climatica. La questione della perdita e del danno è quindi intrinsecamente correlata alla giustizia climatica, una priorità per le persone colpite e una fondamentale preoccupazione per i Cattolici.
L’8 settembre 2022, personalità di spicco della Chiesa cattolica in Africa hanno chiesto ai leader mondiali di fornire finanziamenti per affrontare le perdite ed i danni causati dagli impatti devastanti del cambiamento climatico che hanno colpito i paesi del continente africano. I paesi che hanno contribuito di meno all’aumento del rischio di tali impatti non devono essere lasciati a sopportare tali sofferenze. È un imperativo morale che coloro che hanno contribuito e stanno contribuendo maggiormente all’attuale crisi accettino e affrontino tale responsabilità, e agiscano per la giustizia climatica. Non possiamo semplicemente agire nel nostro ristretto interesse di autoconservazione o essere indifferenti alla sofferenza di chi è in prima linea.
In vita della conferenza annuale sul clima (COP27), che si terrà a Sharm el-Sheikh, Egitto, dal 6 al 18 novembre 2022, ed in occasione della pubblicazione del documento intitolato Signs of the Times: A Theological Reflection on Loss and Damage, alti esponenti della Chiesa hanno ribadito che la tematica in questione dovrebbe essere un obiettivo prioritario della conferenza, e che l’accordo su un pacchetto finanziario per far fronte alle perdite ed i danni è necessario per raggiungere gli obiettivi climatici concordati a Parigi nel 2015.
La pubblicazione sopracitata riflette sulla questione della perdita e del danno alla luce dei principi della Dottrina Sociale Cattolica e degli insegnamenti della Chiesa. E’ una analisi teologica secondo cui i finanziamenti per aiutare le comunità colpite dal cambiamento climatico, costituiscono l’opzione preferenziale per i poveri. Diversi responsabili del mondo cattolico in Africa si esprimono sempre più chiaramente e in modo impegnativo sulla questione della giustizia climatca , e intendono esercitare una forte influenza morale alla COP27 in Egitto. Alcuni di loro hanno organizzato una serie di conferenze di alto profilo chiamate “African Climate Dialogues”, con l’obiettivo di informare sull’argomento e discutere delle problematiche legate al clima nel contesto africano in vista della conferenza in Egitto.
Don Leonard Chiti (SJ), Ispettore dell’Africa australe, ha detto: “Ora siamo nell’era della perdita e del danno. In tutto il mondo, gli impatti climatici stanno crescendo e causando sofferenze profonde e dolorose a milioni di persone. È un imperativo morale che i leader mondiali rispondano a questa problematica alla COP27 e forniscano un pacchetto finanziario per le comunità colpite da perdite e danni”.
Il Vescovo Charles Kasonde, Presidente dell’Associazione delle Conferenze Episcopali dell’Africa Orientale (AMECEA), ha dichiarato: “Come figli di Dio, abbiamo il dovere di prenderci cura di tutta la Sua creazione. Siamo anche chiamati a prenderci cura dei poveri in tutto ciò che facciamo. È di vitale importanza che la nostra risposta alla crisi climatica metta al primo posto i bisogni dei poveri. Alla COP27, ciò significa sostenere i finanziamenti per far fronte alle perdite ed i danni “.