La dovuta diligenza viene deregolamentata

Fonte immagine Campaign – Pass a Due Diligence Law | CNCA – RCRCE
Ufficio Policy Focsiv – Purtroppo come previsto la proposta della Commissione Europa denominata Omnibus sulla sostenibilità è una chiara deregolamentazione a danno dei lavoratori, dei diritti umani e dell’ambiente. Focisv, membro della coalizione Impresa2030, denuncia l’abdicazione della Commissione Europea agli interessi dei grandi gruppi di imprese. Qui il comunicato stampa.

COMUNICATO STAMPA
La proposta Omnibus della Commissione Europea: una deregolamentazione su larga scala per smantellare la responsabilità d’impresa
26 febbraio 2025. Oggi, il Commissario per l’Economia e la Produttività, e per l’Attuazione e la Semplificazione, Vladis Dombrovskis, ha annunciato il tanto atteso pacchetto Omnibus sulla sostenibilità, un’iniziativa di deregolamentazione radicale che prende di mira la Direttiva sulla Due Diligence in materia di Sostenibilità aziendale (CSDDD), la Direttiva sulla Rendicontazione di Sostenibilità Aziendale (CSRD) e il Regolamento sulla Tassonomia.
Nonostante le raccomandazioni della società civile e dei sindacati che Impresa 2030 ha raccolto in una lettera aperta inviata la scorsa settimana sui rischi di confusione normativa e indebolimento delle tutele per le persone e l’ambiente, nonché l’opposizione di imprese e investitori, la Commissione Europea ha portato avanti il proprio piano per smantellare gli elementi chiave delle stesse norme. La Direttiva sulla Due Diligence in materia di Sostenibilità aziendale (CSDDD) richiede alle grandi aziende di prevenire violazioni dei diritti umani e danni ambientali e di ridurre le emissioni per allinearsi agli obiettivi di 1,5°C previsti dall’Accordo di Parigi. Se la proposta Omnibus della Commissione sarà adottata senza modifiche, rappresenterebbe un duro colpo agli impegni dell’UE sulla neutralità climatica e sulla promozione dei diritti umani a livello globale.
Elaborata a porte chiuse attraverso un processo per lo più influenzato dagli interessi delle grandi imprese, la proposta Omnibus è stata definita in maniera opaca e antidemocratica, escludendo la società civile dal dibattito. Mentre le multinazionali dei combustibili fossili e le lobby aziendali hanno avuto accesso privilegiato per ridefinire la legislazione sulla sostenibilità, i lavoratori e le comunità più colpite sono stati ignorati.
Cosa c’è in gioco: un tradimento verso coloro che la CSDDD intendeva proteggere
Le modifiche proposte dalla Commissione svuotano di significato la CSDDD. Ad esempio, concedere alle aziende negligenti la libertà di operare senza conseguenze, ci riporta a un’epoca di misure puramente volontarie, in cui le violazioni dei diritti umani e i danni causati all’ambiente rischiano di rimanere impuniti.
Viene messo in discussione inoltre il significato intrinseco di “stakeholder”, poiché limitando la dovuta diligenza ai soli fornitori diretti, le aziende non sarebbero più obbligate a identificare i rischi lungo l’intera catena di fornitura, nonostante sia ampiamente riconosciuto che le violazioni più gravi si verificano nei livelli più bassi della catena del valore, dove avviene l’estrazione delle materie prime e si concentra il lavoro in subappalto.
Senza obblighi vincolanti sulla protezione dei diritti del lavoro, i lavoratori più vulnerabili continueranno a subire pratiche antisindacali, condizioni di lavoro pericolose ed episodi di sfruttamento, mentre le grandi aziende continueranno a trarre profitti a scapito della dignità umana. Con l’eliminazione della responsabilità civile, le vittime e le loro famiglie resteranno nuovamente prive di accesso alla giustizia.
“Sia chiaro: non si tratta di semplificazione, ma di deregolamentazione su vasta scala volta a smantellare la responsabilità delle imprese e ad abbandonare gli impegni del Green Deal dell’UE. Eliminare la dovuta diligenza al di là dei fornitori diretti, ostacolare il coinvolgimento delle parti interessate ed eliminare la responsabilità civile danno alle imprese un lasciapassare per operare senza conseguenze. La Commissione sta inviando un messaggio chiaro: è ora di chiudere un occhio sullo sfruttamento lavorativo, sull’accaparramento delle terre e sulla devastazione ambientale, lasciando le vittime impotenti mentre quelle imprese che agiscono in modo sconsiderato se la cavano.” – Margherita Romanelli di WeWorld e Cristiano Maugeri di ActionAid, co-portavoci di Impresa 2030 – “Inoltre, si continuano a privilegiare gli interessi di quei grandi gruppi che continuerebbero ad avere rapporti con fornitori poco rispettosi dei diritti, specialmente nei paesi con meno tutele, e fare concorrenza sleale alle tante piccole e medie imprese italiane che lavorano in modo corretto”.
“Con questa decisione [di limitare la dovuta diligenza ai soli fornitori diretti], come lavoratori comprendiamo che all’Europa non importa da chi provengano i componenti, che sia dal Bangladesh o dall’India, non fa differenza perché non è responsabilità delle grandi imprese europee.” Kalpona Akter, attivista per i diritti dei lavoratori in Bangladesh
Con invito alla diffusione
Per maggiori informazioni:
ActionAid – Alice Grecchi, Tel. 339.5030480 – ufficiostampa@actionaid.org
WeWorld – Greta Nicolini Tel. 347.5279744 – greta.nicolini@weworld.it
Fairtrade – Monica Falezza, Tel. 340.9832227 – stampa@fairtrade.it
Mani Tese ETS – Adriana Amato, Tel. 373.7461921 – amato@manitese.it
Save the Children, Tel. 3389625274- 3385791870 – 3409367952 – 3316676827- ufficiostampa@savethechildren.org
Il pacchetto Omnibus. Lo scorso 8 novembre, la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha annunciato che la Commissione europea sta pianificando una “Revisione omnibus” per intervenire su diversi atti legislativi, tra cui la Direttiva Europea sulla Due Diligence aziendale (CSDDD), la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) e la Tassonomia, attraverso un’unica Direttiva di modifica. Il pacchetto è stato presentato oggi, 26 febbraio 2025.
Impresa2030 – Diamoci una regolata è una campagna nazionale lanciata nel 2021 con l’obiettivo di fare pressione sulle istituzioni nazionali ed europee per la nascita di una direttiva comunitaria sul dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità (CSDDD – Corporate Sustainability Due Diligence Directive), affinché siano direttamente responsabili dell’impatto causato dalle loro azioni lungo l’intera filiera produttiva, tutelando così persone e ambiente. A partire dal 2021, la campagna ha intrapreso un lungo percorso per supportare il processo, che nel luglio 2024 si è concluso con l’emanazione della legge. Oggi, in stretta collaborazione con le coalizioni nazionali degli altri Stati membri, continua a monitorare il processo di trasposizione della normativa a livello nazionale, per un futuro equo, giusto e sostenibile, promuovendo un modello economico che metta al centro i diritti umani e la salvaguardia del pianeta.
Aderiscono alla campagna: ActionAid Italia, Equo Garantito, ECCJ, Fair Cooperativa Equosolidale, Fairtrade Italia, Focsiv, Fondazione Finanza Etica, Good Shepherd International Foundation Onlus, HRIC (Human Rights International Corner), Large Movements, Mani Tese ETS, Oxfam Italia, Save the Children Italia, WeWorld.
APPROFONDIMENTO: Principali punti critici e osservazioni sulla proposta Omnibus
1. Indebolimento delle obbligazioni di dovuta diligenza
- Aspettative dalla CSDDD: La CSDDD richiede alle imprese di condurre una due diligence basata sul rischio per affrontare le violazioni dei diritti umani e i danni ambientali lungo le proprie catene del valore. Ciò significa che le aziende devono prevenire i rischi non solo nelle operazioni dei propri partner commerciali diretti, ma anche in quelle dei partner indiretti. Questo approccio assicura che l’attenzione sia rivolta alle aree della catena del valore dove i rischi sono più concreti, invece di concentrarsi esclusivamente su attività prive di minacce effettive. Inoltre, le imprese dovrebbero interrompere i rapporti con partner commerciali nel caso in cui questi ultimi non siano in grado di prevenire un rischio o fermare gravi violazioni. Le aziende sono inoltre tenute a riesaminare annualmente le proprie politiche e azioni di due diligence per garantirne l’efficacia.
● Proposta della Commissione Europea:
Con il pacchetto Omnibus, l’approccio basato sul rischio verrebbe fortemente indebolito, minando l’obiettivo stesso della direttiva.
- Le imprese sarebbero obbligate a identificare i rischi per i diritti umani e l’ambiente solo nelle operazioni dei loro partner diretti, ignorando le violazioni più profonde nelle catene del valore. Inoltre, non avrebbero più l’obbligo di interrompere i rapporti con partner che continuano a perpetrare gravi violazioni dei diritti umani e dell’ambiente. Il monitoraggio della due diligence verrebbe effettuato solo una volta ogni cinque anni, anziché ogni anno, riducendo drasticamente la capacità di valutare l’adeguatezza delle azioni adottate dalle aziende.
La CSDDD, ad esempio, non sarebbe più in grado di prevenire disastri umani come il crollo del Rana Plaza, che ha coinvolto gravi violazioni dei diritti dei lavoratori da
parte di subappaltatori nelle profondità delle catene del valore delle aziende europee del settore tessile.
2. Accesso alla giustizia: una sistematica riduzione della responsabilità d’impresa
- Aspettative dalla CSDDD: La CSDDD è stata concepita per garantire che le vittime di abusi aziendali—dalla distruzione ambientale, al lavoro forzato e alle condizioni di lavoro non sicure—possano accedere alla giustizia e ottenere un rimedio. Le grandi imprese possono essere ritenute civilmente responsabili quando la mancata conformità agli obblighi di due diligence causa danni a persone e comunità. Gli Stati membri dell’UE devono inoltre rimuovere gli ostacoli chiave all’accesso alla giustizia, tra cui l’assenza di azioni rappresentative, termini di prescrizione troppo restrittivi per la presentazione dei reclami e costi legali proibitivi.
● Proposta della Commissione Europea:
- Nella sua forma attuale, la proposta Omnibus rappresenterebbe un grave passo indietro per le vittime in cerca di giustizia e risarcimento, compromettendo l’efficacia della direttiva.
- Eliminerebbe l’obbligo per gli Stati membri di stabilire la responsabilità civile per i danni causati dall’inadempienza delle imprese agli obblighi di dovuta diligenza. Inoltre, abolirebbe la possibilità di azioni rappresentative e indebolirebbe i termini di prescrizione per le cause civili.
- Eliminando l’obbligo di responsabilità civile e limitando le disposizioni sull’accesso alla giustizia, la Commissione sta di fatto privando le vittime della possibilità di chiamare le aziende a rispondere delle proprie azioni. Già oggi, chi subisce violazioni incontra enormi ostacoli procedurali e giuridici per ottenere un rimedio. L’indebolimento delle misure di accesso alla giustizia renderebbe, in pratica, ancora più difficile per le vittime rivolgersi ai tribunali per fermare i danni o ottenere un risarcimento.
- La proposta Omnibus eliminerebbe anche un meccanismo chiave di applicazione della CSDDD, compromettendone l’efficacia. Senza responsabilità civile, le imprese potrebbero sottrarsi impunemente agli obblighi di dovuta diligenza, senza alcuna conseguenza. La dovuta diligenza aziendale si ridurrebbe a un mero esercizio burocratico privo di reali implicazioni legali.
3. Crisi climatica: greenwashing anziché azione concreta
- Aspettative dalla CSDDD: Secondo la CSDDD, le imprese non solo devono adottare piani di transizione climatica, ma anche attuarli concretamente, con le autorità nazionali incaricate di monitorare la loro implementazione e di imporre sanzioni in caso di mancata conformità. L’obiettivo della direttiva è rendere le aziende più attive nell’identificare e mitigare il proprio impatto climatico (o ambientale).
- Proposta della Commissione Europea: Il pacchetto Omnibus eliminerebbe l’obbligo di implementare piani di transizione climatica, trasformandoli in un mero esercizio burocratico privo di impatto concreto. Questo segnale pericoloso consente alle imprese di andare avanti come se nulla fosse, ignorando le prove scientifiche che richiedono azioni urgenti per evitare il collasso climatico. Chi subirà le conseguenze più gravi? Le comunità indigene e le popolazioni in prima linea nei disastri climatici, che contribuiscono meno alle emissioni globali ma ne pagano il prezzo più alto.
4. Ritardo nella trasposizione e applicazione della CSDDD
- Aspettative dalla CSDDD: gli Stati membri dell’UE devono adottare leggi nazionali per trasporre la CSDDD entro il 26 luglio 2026. Inoltre, le aziende devono conformarsi gradualmente alla CSDDD in base alla loro dimensione e fatturato. Le grandi aziende con un fatturato mondiale di 1,5 miliardi di euro o un fatturato nell’UE e 5.000 dipendenti inizieranno nel luglio 2027, un secondo gruppo seguirà nel luglio 2028 e tutte le aziende dovranno rispettarla a partire dal luglio 2029.
- Proposta della Commissione Europea di rinviare la scadenza: La proposta Omnibus estende la scadenza per la trasposizione della CSDDD di un anno (26 luglio 2027). Inoltre, unisce le fasi 1 e 2, ritardando la data di avvio dell’applicazione per il primo gruppo di aziende. Di conseguenza, le aziende con un fatturato mondiale o nell’UE superiore a 900.000 euro e 3.000 dipendenti si confermerebbero alla CSDDD solo entro il luglio 2028, seguiranno nel 2029 tutte le altre. Questi ritardi rallenterebbero gli sforzi di trasposizione da parte degli Stati membri dell’UE e gli sforzi di conformità per le aziende pioniere, indebolendo al contempo gli impegni i per affrontare rapidamente le violazioni dei diritti umani e ambientali nelle catene del valore.