PROGETTO EUROSHA: LA SFIDA DELLA FORMAZIONE
Plaisians, Sud della Francia: i 26 Volontari Europei di Aiuto Umanitario Open-Source seguono la formazione prepartenza, in previsione dei 6 mesi di missione in Kenya, Burundi, Chad e Repubblica Centro Africana.
Aspettative, quadro istituzionale, basi della medologia dell’aiuto umanitario europeo, sistemi di mappatura usati in ambito umanitario, ma anche team building, comunicazione interculturale, negoziazione, choc culturale, stereotipi e pregiudizi tra culture. Il programma del corso di formazione a cui stanno partecipando i 26 giovani volontari del progetto pilota “Volontari Europei di Aiuto Umanitario Open-Source” promosso nell’ambito del programma “European Humanitarian Voluntary Corps Project” (attraverso il quale si giungerà alla costruzione nel 2014 dei Corpi di Emergenza Umanitaria Europei) è molto intenso.
In un setting prettamente rurale offerto dal partner di progetto Groupe URD, il corso sta offrendo al variegato gruppo di giovani volontari occasione per approfondire le principali caratteristiche del progetto nel quale saranno protagonisti “sul campo” dal prossimo ottobre.
“La sfida di questo corso di formazione” chiarisce Lucia De Smaele dell’Ufficio Volontariato FOCSIV, intervenuta in qualità di formatrice al corso, “risiede tutta nell’incontro tra culture diverse. Per i volontari, la prima sfida è il confronto tra persone provenienti da Slovenia, Polonia e Bulgaria, con quelli francesi o italiani e con i volontari kenioti e burundesi e della Republica Centro Africana. Per i formatori, la sfida maggiore è stata quella di riuscire ad inquadrare efficacemente i messaggi formativi delle attività previste, fuggendo da stereotipi culturali e da letture eurocentriche delle tematiche di sviluppo e emergenza umanitaria”.
L’approccio risultato più efficace è stato quello di privilegiare il proganismo dei volontari e facilitare lo scambio a proposito dei valori del volontariato internazionale, anche in chiave europea. Un lavoro intenso per un’equipe di formatori mista (France Volontaires, Sloga Slovenia, ECCB Diakonie e FOCSIV) con provenienza e formazione diversificate.
“Si è trattato di un’interessante occasione per riflettere in modo nuovo sull’impostazione che si tende a dare per scontata nella formazione alla cooperazione internazionale che svolgiamo come ONG al Nord” aggiunge Lucia De Smaele, “ma la principale lezione appresa è stata il senso di responsabilità dimostrato dai volontari africani e l’attaccamento dimostrato alla missione. Un’insegnamento e una testimonianza certamente utile ai nostri volontari europei ed italiani”.