EDUCARE ALLA CITTADINANZA RESPONSABILE
Si è tenuto a Roma, Il 13-14 giugno 2014, il terzo convegno “Educare alla cittadinanza responsabile” promosso dall’Ufficio Nazionale per i Problemi Sociali ed il Lavoro e dal Servizio Nazionale per il progetto culturale della CEI a cui FOCSIV ha partecipato sia come membro della Consulta Nazionale dell’Ufficio, sia in quanto ente promotore della SPICeS che porta avanti da 23 anni e che quest’anno ha visto la realizzazione anche del Master in Nuovi orizzonti di cooperazione e diritto internazionale promosso con la Pontificia Università Lateranense.
Obiettivo dell’incontro è stato quello di approfondire l’impegno educativo alla cittadinanza responsabile attraverso una riflessione sulle motivazioni teologiche ed ecclesiali, con una proposta di metodo che è stata discussa anche in forma laboratoriale e che ha portato a definire una sorta di “decalogo” per una nuova proposta di formazione socio-politica. Queste linee su cui cercare di indirizzare la formazione/educazione alla cittadinanza trovano radice nei 4 principi di Papa Francesco della Evangelii Gaudium ed in tutta la sua sensibilità e nella “teologia del popolo”a lui cara:
1. Una proposta per il ‘popolo’ (come inteso nell’insegnamento di Papa Francesco), con un occhio particolare ai giovani, per formare comunità che attraggano al bene comune.
2. L’origine cristiana della proposta: Parola di Dio e Magistero sociale come bussole.
3. La pretesa di una formazione integrale che tenga insieme fede e vita: il kerygma ha un contenuto sociale (cf., Eg, n. 177).
4. La DSC come punto di riferimento. Una proposta formativa per leggere i ‘segni dei tempi’, superando la tentazione del cercare un consenso populista nella logica dello spirito del tempo.
5. Né intellettualismo, né soggettivismo, ma la cura (e la formazione) dell’interiorità.
6. Il sociale, non come appendice del politico. Una proposta che favorisca esperienze di prossimità sociale e di cittadinanza.
7. Il ‘politico’ come capacità di trovare soluzioni, risolvendo i conflitti e attraversandoli, in un’autentica cultura dell’incontro, come ci ricorda Papa Francesco. Un ‘cum-promittere’ cioè un cercare insieme il miglior bene possibile. Una proposta dove si sperimentano risoluzioni «su di un piano superiore che conserva in sé le preziose potenzialità delle polarità in contrasto» (Eg, n. 228).
8. Una partecipazione attiva sul territorio. Non passivi spettatori, ma protagonisti.
9. Oltre la dicotomia tra maestri e testimoni: il giusto equilibrio.
10. Realizzare gesti concreti. Segni profetici che incidano nella duplice valenza di aiutare concretamente la crescita personale e quella della comunità.
In allegato è possibile trovare il documento relativo al decalogo e un altro documento riguardante l’inserimento del convegno in questione all’interno di un più ampio impegno da parte della Chiesa cattolica nell’ambito dell’educazione.