SOCIETÀ CIVILE GRANDE ASSENTE AL 50° COMPLEANNO DELL’ORGANIZZAZIONE DELL’UNITÀ AFRICANA
Si sono svolte ieri alla Farnesina le celebrazioni della Giornata Mondiale dell’Africa, in occasione del 50°anniversario della fondazione dell’Organizzazione dell’Unità Africana, alla presenza del Presidente della Repubblica Napolitano e del ministro degli Esteri, Emma Bonino. Gianfranco Cattai – Presidente dell’Associazione Ong Italiane – esprime soddisfazione per l’iniziativa e per il nuovo atteggiamento dell’Italia che riconosce la pari dignità dell’Africa, ma richiama l’attenzione sull’importanza della costituzione di una Società Civile Africana, vera garanzia di stabilità e di sviluppo democratico del Paese.
“Dal 1963, anno in cui è stata istituita l’Organizzazione dell’Unità Africana, l’Africa ha fatto enormi passi in avanti. Ma soprattutto nell’ultimo decennio l’Africa ha compiuto uno straordinario salto di qualità.” ha esordito il ministro degli Esteri, Emma Bonino, citando dati sullo sviluppo economico, sull’aspettativa di vita e sul consolidamento delle istituzioni e dello Stato di diritto. “Anche se presenta tante fragilità e contraddizioni non possiamo continuare a vedere l’Africa con la lente offuscata dagli stereotipi del passato. – ha aggiunto il Ministro – L’Africa è un continente giovane e pieno di opportunità, da cui l’Italia ha anche da imparare e se l’Africa è radicalmente cambiata, deve radicalmente cambiare anche l’approccio dell’Italia all’Africa.”
“Sono pienamente d’accordo con l’affermazione del Ministro – afferma Gianfranco Cattai, presidente AOI – La complessità della situazione geopolitica di diverse aree del Continente non ci deve far sottovalutare il fatto che il 60% della popolazione è costituita di giovani sotto i 25 anni, con tante aspettative ed enormi potenzialità e dinamismo.”
“Purtroppo però – aggiunge Cattai – non si è parlato per niente di Società Civile Africana. Invece noi siamo convinti che lo sviluppo, in termini moderni, di un tessuto sociale organizzato sia un passaggio essenziale per trasformare gli attuali vantaggi della crescita economica in stabilità sociale e affermazione della democrazia.”
“I Governi da soli non possono farcela – conclude Cattai – occorre che ci sia spazio e supporto perché le società si organizzino, trovino risposte endogene ai problemi sociali ed al bisogno di equa condivisione di quella crescita esponenziale dei PIL che oggi ancora esclude una fetta troppo larga di popolazione”.