Aumentare i livelli di tutela per le persone e il pianeta

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A tre anni dal disastro che ha tolto la vita ad almeno 272 persone a Brumadinho (era il 25 gennaio 2019), nel Minas Gerais, in Brasile, CIDSE e la Commissione delle Conferenze Episcopali presso l’Unione Europea hanno ospitato una carovana proveniente dall’America Latina, a cui hanno partecipato i sopravvissuti a quella tragedia. Nonostante la violenza inaudita e il trauma che ha scatenato sulle generazioni presenti e future delle comunità locali, l’azienda principale responsabile del disastro, la VALE, ha potuto sfuggire alle proprie responsabilità. Tuttavia, la responsabilità della tragedia è condivisa a livello internazionale, poiché la società di revisione tedesca che ha certificato la sicurezza della diga gestita da VALE, TÜV SÜD, è attualmente citata in giudizio in Germania dalle vittime.
Tre anni dopo, il 15 gennaio 2022, il Perù ha vissuto uno dei più gravi disastri ambientali della sua storia. Durante un’operazione di trasporto, circa 1,65 milioni di tonnellate di greggio si sono riversate nelle acque nazionali lungo la costa di La Ventanilla (regione del Callao), situata a 30 km a nord di Lima e famosa per la sua biodiversità marina ospitata da due riserve protette. Il petrolio era destinato a una raffineria di proprietà della società spagnola Repsol ed era trasportato dalla petroliera italiana Mare Doricum. Non è chiaro quali saranno gli effetti a lungo termine della fuoriuscita, ma i pescatori e le comunità locali stanno già affrontando la perdita dei mezzi di sussistenza e la distruzione dell’ambiente.
Gli impatti negativi delle attività aziendali sono una realtà per le persone e le comunità di tutto il mondo. Le imprese dell’UE, inserite nelle catene globali del valore, hanno responsabilità significative per questi abusi.
Da anni, CIDSE, i suoi membri – tra cui FOCSIV – e i suoi alleati si battono per l’introduzione nell’Unione europea di una legislazione obbligatoria in materia di diritti umani e di due diligence ambientale (mHREDD) che faciliti anche l’accesso alla giustizia per le persone colpite da abusi aziendali. Nel 2020, più di 230 vescovi cattolici si sono uniti ai gruppi della società civile e ai cittadini per chiedere una legislazione obbligatoria in materia di due diligence su diritti umani e ambiente.
La proposta della Commissione europea sulla Due Diligence di Sostenibilità delle Imprese (CSDD) rappresenta un passo importante verso azioni legislative significative per affrontare la minaccia delle attività aziendali ai diritti umani e al pianeta. Tuttavia, non riuscirà a innescare cambiamenti trasformativi e significativi se non verranno affrontate le principali lacune del testo.
Insieme ai suoi membri, CIDSE ha elaborato un Position Paper con il quale invita il Parlamento europeo e gli Stati membri a migliorare sostanzialmente il testo, in modo da portare l’economia europea sulla strada della vera sostenibilità e dare l’esempio a livello globale.
La “Corporate Sustainability Due Diligence” potrebbe cambiare le carte in tavola, oppure potrebbe essere l’ennesima opportunità per le aziende di trasformare la sostenibilità e l’impatto sociale in meri strumenti di marketing, ignorando nei fatti le richieste di popolazioni indigene, esperti, attivisti e organizzazioni non governative. Spetta ora ai colegislatori essere all’altezza delle aspettative di quanti chiedono invece che la tutela dei diritti umani e dell’ambiente siano al centro del sistema economico e produttivo globale.
Leggi qui il Position Paper in EN.