Banche Pubbliche di Sviluppo europee e land grabbing
Oggi diffondiamo il quarto capitolo, a cura di Caterina Rondoni, del V° Rapporto Focsiv “I padroni della terra. Rapporto sull’accaparramento della terra 2022: conseguenze sui diritti umani, ambiente e migrazioni”, presentato il 28 giugno a Roma nella Sala Capitolare del Senato su iniziativa del senatore Mino Taricco.
“Banche Pubbliche di Sviluppo europee e land grabbing: il caso della Sierra Leone e della Repubblica Democratica del Congo.“
Introduzione
La domanda di terra e risorse naturali ha subito un’accelerazione notevole negli ultimi due decenni, soprattutto a causa della crisi dei prezzi alimentari del 2008 e delle conseguenti speculazioni fondiarie. Ciò ha portato a un aumento delle acquisizioni di terreni su larga scala (Large Scale Land Acquisitions – LSLA), spesso indicate come land grabbing. Sebbene le LSLA sembrino essere perpetrate principalmente da attori privati, spesso queste acquisizioni di terreni vengono incoraggiate e sostenute da finanziamenti governativi. Infatti, mentre i governi del Sud del mondo ridimensionano le barriere legali per i trasferimenti di suolo, i governi del Nord finanziano accordi fondiari tramite le proprie Banche Pubbliche di Sviluppo (BPS). Nel discorso corrente, i sostenitori delle LSLA spesso parlano di opportunità di sviluppo per l’Africa.
Tuttavia, l’intensificazione delle pratiche agricole industriali e delle monocolture associate alle LSLA hanno contribuito a innumerevoli violazioni dei diritti umani e a gravi impatti sociali e ambientali negativi. In Africa, sono falliti accordi riguardanti più di 14,3 milioni di ettari di terra, mai messi in atto o non più operativi; accordi disattesi che lasciano cicatrici e fanno aumentare l’insicurezza sociale, economica e ambientale delle comunità colpite che vivono nelle terre in questione o nelle vicinanze. I dati mostrano che spesso le LSLA non rispettano i diritti umani e trascurano il principio chiave del libero consenso preventivo e informato durante i negoziati dei contratti fondiari e/o delle modifiche all’uso del suolo. Inoltre, i progetti associati alla maggior parte delle LSLA non sembrano garantire i benefici promessi alle comunità locali, poiché fondati su accordi caratterizzati da una ridotta sicurezza del possesso della terra, che spesso porta allo sgombero forzato delle comunità rurali, nella maggior parte dei casi, non accompagnato da un risarcimento adeguato alle comunità sfrattate. Leggi fondiarie inadeguate e la loro attuazione insufficiente creano incentivi perversi indebolendo le istituzioni democratiche che già soffrono a causa della corruzione, dell’impunità dei colpevoli e della mancanza di responsabilità dei politici. Si registra spesso l’impossibilità di accedere alla giustizia e a meccanismi di riparazione, e le poche denunce coincidono con resoconti di repressione, violenza e diffidenza nei confronti delle istituzioni.