Buongiorno Mafuiane!
Le giornate a Mafuiane, un villaggio nel sud del Mozambico, scorrono a un ritmo diverso da quello a cui siamo abituati in Italia. Immaginate un villaggio rurale, nella periferia di un paese dal clima sub-tropicale, dove le persone vivono per lo più nelle baracche, spesso senza luce e acqua, il sole sorge e tramonta molto presto e sono la sua luce ed il suo calore a scandire l’inizio e la fine della giornata per tutti.
C’è movimento: i versi degli animali nascosti tra le piante che vi circondano sono i primi suoni che sentite la mattina appena svegli, e ,insieme a questi, le voci di tutti gli uomini, donne e bambini che conversano tra loro in lingua locale, mentre, lentamente , “divagar”, camminano con naturalezza su strade di terra rossa, sterrate e impolverate, immerse nel verde della natura, verso i luoghi dove si svolgono le loro giornate calde e spesso faticose, fatte di lavoro, imprevisti e tanti passi per portare a casa acqua e cibo.
In mezzo a questo incrocio di faccende e sfide quotidiane, si inseriscono il Centro di Salute rurale e l’Ospedale Pediatrico di Mafuiane, dove ogni giorno accedono centinaia di adulti e bambini, dopo anche ore di cammino, per essere visitati e aiutati ogni qualvolta ne abbiano bisogno.
È qui infatti che come volontarie del Servizio Civile, io e la mia collega Sofia Antonelli, trascorriamo buona parte delle nostre giornate e, ognuna in base alle proprie competenze, come infermiera e biologa, supportiamo le attività quotidiane di assistenza ai pazienti, soprattutto in ambito materno-infantile, malattie croniche (HIV, TBC, ipertensione…), esami di laboratorio e primo soccorso.
I servizi che questo luogo offre sono limitati a causa delle poche risorse disponibili e spesso non sufficienti per rispondere ai bisogni della popolazione, per cui non di rado è necessario, quando possibile, trasferire i pazienti in ospedali più grandi e lontani, spesso molto difficili da raggiungere per chi vive in luoghi remoti.
I centri di salute periferici come questo, infatti, costituiscono l’unico punto di accesso alla sanità per milioni di persone in tutto il paese.
Oltre all’assistenza quotidiana ai pazienti, dividendoci tra visite di triage e pediatriche, medicazioni, brevi ricoveri, vaccini, terapie, distribuzione di farmaci e ecografie ostetriche, ci occupiamo di altre varie attività. Spesso, infatti, aiutiamo nella distribuzione di cloro nelle case della comunità, per ridurre l’incidenza di malattie molto frequenti correlate ad acqua contaminata e non trattata, e prendiamo parte alle brigate mobili, ovvero giornate in cui buona parte dei servizi dell’ospedale, come visite, controllo della crescita pediatrica, vaccini, prescrizione e distribuzione di farmaci, vitamine e anti-parassitari, viene svolta in zone remote della località di Mafuiane per poter garantire un accesso alla salute più ampio e capillare anche a tutti coloro che vivono molto lontano dal Centro di Salute.
Ogni giorno dobbiamo confrontarci con una realtà molto complessa, fatta di disorganizzazione, mancanza di elementi fondamentali come acqua, presidi medici e farmaci e facciamo i conti con differenze culturali evidenti nel metodo di lavoro, ma con una buona dose di collaborazione reciproca, di fiducia costruita, pazienza, comunicazione e persistenza, è possibile vedere dei risultati positivi.
Al di fuori dell’ospedale, ci impegniamo poi a risolvere imprevisti quotidiani, a supportare AUCI nei progetti in loco e a pianificare le mosse successive, analizzando continuamente i bisogni della popolazione e confrontandoci su ciò che bisogna rivalutare e modificare per fare meglio, per ottenere risultati visibili e soprattutto su come concretizzare, anche con nuovi progetti, tutte le idee che sorgono ogni giorno davanti ai bisogni di tante persone che avrebbero diritto ad un’assistenza sanitaria più completa, più accessibile ed efficace.
Il sole sta tramontando, buonanotte Mafuiane!
Sofia Sinopoli, Casco Bianco con AUCI a Mafuiane, Mozambico.