Cambiamento climatico e cibo: uniamoci al pellegrinaggio verso la conferenza di Parigi di dicembre
Il cambiamento climatico è un processo indotto dall’uomo che amplifica questioni che già mettono a rischio la sicurezza alimentare di molte popolazioni al sud, la produzione e la distribuzione di cibo, l’accesso al cibo e alla terra.
È essenziale capire le interazioni tra il cambiamento climatico e le strutture politiche, economiche e sociali che assieme determinano la sicurezza alimentare; ad esempio tra cambiamento climatico e regimi fondiari che definiscono il diritto alla terra, e i conflitti di potere sul possesso della terra e sui beni comuni come l’acqua.
Questo è l’approccio dell’ecologia integrale promosso da Papa Francesco nella Enciclica Laudato Sì, per cui tutto è connesso, in particolare tra ambiente a sistema socio-economico. Il degrado umano e sociale è una delle radici del degrado ambientale, che a sua volta si ripercuote soprattutto sulla gente più povera (paragrafo 48 dell’Enciclica)
Possiamo ad esempio fare il caso del Sahel, dove l’aumento delle temperature, la maggiore frequenza ed intensità di precipitazioni che erodono il suolo, inondazioni e siccità, esacerbano le tensioni ed i conflitti sociali e politici tra agricoltori e pastori, scontrandosi peraltro con il potere di Stati e multinazionali interessate ad accaparrarsi risorse naturali sempre più scarse. A fronte d questi processi i movimenti sociali e Papa Francesco prendono le parti della piccola agricoltura e delle sue capacità di adattamento e protezione delle risorse attraverso l’adozione di pratiche sostenibili come quelle dell’agroecologia.
L’Encilcia è molto chiara: “ vi è una grande varietà di sistemi alimentari agricoli e di piccola scala che continua a nutrire la maggior parte della popolazione mondiale, utilizzando una porzione ridotta del territorio e dell’acqua e producendo meno rifiuti, sia in piccoli appezzamenti agricoli e orti, sia nella caccia e nella raccolta di prodotti boschivi, sia nella pesca artigianale. Le economie di scala, specialmente nel settore agricolo, finiscono per costringere i piccoli agricoltori a vendere le loro terre o ad abbandonare le loro coltivazioni tradizionali. I tentativi di alcuni di essi di sviluppare altre forme di produzione, più diversificate, risultano inutili a causa della difficoltà di accedere ai mercati regionali e globali o perché l’infrastruttura di vendita e di trasporto è al servizio delle grandi imprese. Le autorità hanno il diritto e la responsabilità di adottare misure di chiaro e fermo appoggio ai piccoli produttori e alla diversificazione della produzione. Perché vi sia una libertà economica della quale tutti effettivamente beneficino, a volte può essere necessario porre limiti a coloro che detengono più grandi risorse e potere finanziario. La semplice proclamazione della libertà economica, quando però le condizioni reali impediscono che molti possano accedervi realmente, e quando si riduce l’accesso al lavoro, diventa un discorso contraddittorio che disonora la politica. L’attività imprenditoriale, che è una nobile vocazione orientata a produrre ricchezza e a migliorare il mondo per tutti, può essere un modo molto fecondo per promuovere la regione in cui colloca le sue attività, soprattutto se comprende che la creazione di posti di lavoro è parte imprescindibile del suo servizio al bene comune.” (Paragrafo 129 dell’Enciclica)
L’imposizione del grande potere economico e finanziario emargina i contadini, aumenta l’insicurezza alimentare e minaccia il diritto ad una alimentazione sana ed adeguata delle popolazioni più a rischio.
Perciò agire è imperativo. Tra le diverse forme di sensibilizzazione e mobilitazione vi è il pellegrinaggio “Una terra. Una famiglia umana”, per incidere anche sulla prossima Conferenza ONU sul clima, COP21, che si terrà a Parigi all’inizio di Dicembre. Gli Stati devono prendere decisioni a favore dell’abbattimento delle emissioni di CO2, per una economia decarbonizzata e più equa, per sostenere l’agroecologia dei piccoli contadini, per il diritto al cibo.
FOCSIV coordina le tappe del pellegrinaggio italiano di Yeb Sano, che riveste il ruolo di promotore del cammino, ambasciatore spirituale ed ex negoziatore del governo filippino sul clima, da Roma ad Aosta per poi proseguire verso la Svizzera e la Francia.
È coinvolta la coalizione italiana per il clima con molte organizzazioni della società civile e ambientaliste, sono previsti incontri con la cittadinanza, le scuole, vescovi e sindaci.
È importante che anche la campagna cibo per tutti partecipi. Vi aspettiamo! Uniamoci ai pellegrini
Discorso di Andrea Stocchiero, policy officer Focsiv, al seminario sulla campagna cibo per tutti in EXPO 2015, Venerdì 11 Settembre.
Ogni passo conta per fermare i cambiamenti climatici. Anche il tuo. Cosa puoi fare? Sostieni il cammino durante i 1.200 km che i pellegrini percorreranno in Italia. Guarda come fare sulla pagina #ognipassoconta