Capire cosa rischiamo: le catastrofi dal cambiamento climatico
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Secondo gli esperti il cambiamento climatico può trasformarsi in una serie di catastrofi per l’umanità
Il cambiamento climatico può realmente trasformarsi in una serie di catastrofi per l’intera umanità ma soprattutto per le comunità più esposte e vulnerabili: bisogna dunque prepararsi agli scenari peggiori, che vanno dalla decimazione della popolazione mondiale fino all’estinzione dell’uomo, focalizzando gli sforzi della ricerca su quattro temi cruciali, ovvero fame e malnutrizione, eventi meteo estremi, guerre e malattie trasmesse da vettori (come zecche e zanzare). A lanciare questo appello è un gruppo internazionale di esperti guidato dall’Università di Cambridge, nello studio pubblicato sulla rivista dell’Accademia americana delle scienze (Pnas). Gli esperti chiedono quindi che l’International Panel on Climate Change possa condurre nuove ricerche sui rischi estremi perché ne sappiamo troppo poco, e sono troppo importanti per sottovalutarli.
Di seguito riportiamo alcuni stralci dell’articolo sull’importanza di adottare metodi per valutare i rischi sistemici, che potrete leggere integralmente qui.
“Quanto potrebbe essere grave il cambiamento climatico? Già nel 1988, la storica dichiarazione della Conferenza di Toronto descriveva le conseguenze ultime del cambiamento climatico come potenzialmente “seconde solo a una guerra nucleare globale“. Nonostante tali proclami decenni fa, la catastrofe climatica è relativamente poco studiata e poco compresa.
Il potenziale di impatti catastrofici dipende dall’entità e dal tasso di cambiamento climatico, dai danni inflitti alla Terra e ai sistemi umani e dalla vulnerabilità e dalla risposta dei sistemi colpiti. (…) Una valutazione approfondita del rischio dovrebbe considerare come i rischi si diffondono, interagiscono, si amplificano e sono aggravati dalle risposte umane, ma anche le più semplici analisi sul “pericolo composto” da pericoli climatici interagenti e dei conducenti sono sottoutilizzate. Eppure questo è il modo in cui il rischio si svolge nel mondo reale.
Ad esempio, un ciclone distrugge le infrastrutture elettriche, lasciando una popolazione vulnerabile a una conseguente ondata di calore mortale4. Di recente, abbiamo visto emergere rischi composti tra i cambiamenti climatici e la pandemia di COVID-19 (5). Come osserva l’IPCC, i rischi climatici stanno diventando più complessi e difficili da gestire e si stanno diffondendo a cascata tra regioni e settori. (…) La pandemia di COVID-19 ha sottolineato la necessità di considerare e prepararsi a rischi globali rari e ad alto impatto e ai pericoli sistemici che possono innescare. Una gestione prudente del rischio richiede una valutazione approfondita degli scenari peggiori. (…) Conoscere i casi peggiori può spingere all’azione, come l’idea di “inverno nucleare” nel 1983 ha galvanizzato l’opinione pubblica e gli sforzi per il disarmo nucleare. (…)
Ci sono quattro ragioni fondamentali per essere preoccupati del potenziale di una catastrofe climatica globale. In primo luogo, ci sono gli avvertimenti della storia. I cambiamenti climatici (regionali o globali) hanno avuto un ruolo nel crollo o nella trasformazione di numerose società precedenti, e in ciascuno dei cinque eventi di estinzione di massa nella storia della Terra fanerozoica. L’attuale crescita di carbonio si sta verificando a una velocità geologica senza precedenti e, entro la fine del secolo, potrebbe superare le soglie che hanno innescato le precedenti estinzioni di massa. (…)
In secondo luogo, i cambiamenti climatici potrebbero innescare direttamente altri rischi catastrofici, come i conflitti internazionali, o esacerbare la diffusione di malattie infettive e il rischio di spillover. Questi potrebbero essere potenti moltiplicatori di minacce estreme. (…)
In terzo luogo, i cambiamenti climatici potrebbero esacerbare le vulnerabilità e causare stress multipli e indiretti (come danni economici, perdita di terreni, insicurezza idrica e alimentare) che si uniscono in fallimenti sincroni a livello di sistema. Questo è il percorso del rischio sistemico. Le crisi globali tendono a verificarsi attraverso tali “fallimenti sincroni” che si rafforzano e si diffondono tra i Paesi e i sistemi, come nel caso della crisi finanziaria globale del 2007-2008. È plausibile che un cambiamento improvviso del clima possa innescare fallimenti del sistema che disfino le società di tutto il mondo.
In quarto luogo, il potenziale del rischio climatico sistemico è marcato: gli Stati e le comunità più vulnerabili continueranno a essere i più colpiti in un mondo in via di riscaldamento, esacerbando le disuguaglianze. (…) Le temperature estreme, combinate con un’elevata umidità, possono influire negativamente sulla produttività dei lavoratori all’aperto e sulle rese delle principali colture cerealicole. Queste condizioni di caldo mortale potrebbero colpire in modo significativo le aree popolate dell’Asia meridionale e sudoccidentale. (…) Da un punto di vista politico (…) c’è un’evidente sovrapposizione tra gli Stati attualmente vulnerabili e le future aree di riscaldamento estremo. Se l’attuale fragilità politica non migliorerà in modo significativo nei prossimi decenni, si creerà una fascia di instabilità con potenziali gravi conseguenze.