Che cosa può dirci Global Forest Watch circa gli incendi in Brasile?
Le migliaia di incendi che stanno devastando l’Amazzonia brasiliana hanno attirato l’attenzione globale questa settimana, sia sui media che online, dove l’hashtag #prayforamazonia ha registrato più di 150.000 menzioni in un giorno.
Nella mobilitazione generale, anche il Consiglio Episcopale Latinoamericano, con una dichiarazione dello scorso 22 agosto, ha espresso la propria preoccupazione per la sopravvivenza del polmone terrestre e chiama gli Stati a prendere serie misure per la sua salvaguardia.
In questo momento di sovraesposizione mediatica, i dati satellitari possono dirci di più su ciò che sta realmente accadendo nelle foreste brasiliane?
1. Gli incendi di quest’anno non sono da record, ma il loro numero è relativamente alto rispetto agli ultimi anni.
Secondo i dati della NASA, disponibili su Global Forest Watch, tra gennaio e agosto 2019 il Brasile ha registrato il 39% di incendi in più rispetto allo stesso periodo del 2018. Tuttavia, sono stati i primi anni 2000 ad essere caratterizzati da un maggior numero di incendi, probabilmente a causa dell’elevato tasso di deforestazione legata all’agricoltura in Amazzonia. Gli incendi di quest’anno sono ben al di sotto di tale livello per il periodo da gennaio ad agosto (anche se si noti che le cifre del 2019 includono solo i dati fino al 22 agosto) ma, finora, il 2019 è sulla buona strada per essere il terzo anno con il più alto numero di incendi dal 2010.
2. La stagione degli incendi è appena iniziata
Agosto segna soltanto l’inizio della stagione degli incendi in Brasile, poiché la maggior parte degli episodi si verifica tipicamente a settembre. Finora, il 2019 ha visto una tendenza abbastanza comune nel numero di allarmi antincendio in questo periodo dell’anno. Ma poiché in media il 62% degli incendi dell’anno si verificano da settembre in poi, ciò che conta davvero è quello che succede dopo. C’è ancora la possibilità di raggiungere un massimo storico o un minimo storico, a seconda dei prossimi due mesi.
3. La maggior parte degli incendi si stanno verificando in Amazzonia
Gli stati che sono stati più colpiti dall’inizio di agosto sono principalmente raggruppati nel bioma amazzonico. Pará e Mato Grosso, lungo la frontiera agricola, hanno subito rispettivamente 66.400 e 54.800 incendi in agosto, anche se questi incendi non sono necessariamente fuori dal comune in questo periodo dell’anno.
Più allarmanti sono gli stati prossimi a livelli record di incendi: lo stato dell’Amazonas è sulla buona strada per avere la sua seconda peggiore stagione degli incendi (dopo il 2005), e Roraima, che ha affrontato un’ondata di incendi tra febbraio e aprile, ha già battuto il record statale degli incendi rilevati in un solo anno.
4. La maggior parte degli incendi è legata all’attività umana
Gli incendi naturali all’interno dell’Amazzonia sono piuttosto rari, quindi qualsiasi combustione rilevata è in genere il risultato dell’attività umana. Sembra che molti degli incendi in Amazzonia stiano avvenendo su terreni precedentemente deforestati, anche se non si è ancora in grado di quantificarlo. La bruciatura nei campi e nei pascoli durante la stagione secca è preoccupante, poiché gli incendi possono divampare nelle foreste e nelle savane e bruciare senza controllo.
5. Le precedenti stagioni degli incendi hanno avuto importanti impatti sulle foreste.
Non sappiamo ancora se e fino a che punto questi incendi potrebbero diffondersi nelle foreste, ma se lo fanno, potrebbero avere impatti importanti. L’attività umana, combinata con le condizioni di siccità in Amazzonia nel 2016 e 2017, ha portato a livelli record di danneggiamento della chioma forestale. Studi precedenti hanno inoltre rilevato che in alcuni anni gli incendi boschivi hanno rappresentato più della metà delle emissioni di carbonio provenienti dall’Amazzonia brasiliana.
Per determinare quanta foresta pluviale è stata colpita dalle fiamme incontrollate quest’anno, dovremo aspettare che il fumo scompaia e che i satelliti siano in grado di rilevare le recenti aree di cambiamento forestale.
Leggi qui l’articolo originale pubblicato su World Resource Institute