Chi rischia di più per il riscaldamento climatico?

Fonte immagine (26) Climate Risk for Dummies | LinkedIn
Ufficio Policy Focsiv – Recentemente è stato pubblicato il rapporto sul rischio climatico che, attraverso l’elaborazione di un indice, cerca di misurare le conseguenze del riscaldamento climatico sui popoli (vedi Climate Risk Index 2025 | Germanwatch e.V.). L’indice di rischio climatico (CRI) classifica infatti i paesi in base al costo umano ed economico delle condizioni meteorologiche estreme. L’ultima edizione evidenzia l’aumento delle perdite e l’urgente necessità di una maggiore resilienza e azione in materia di clima.
L’indice di rischio climatico (CRI), pubblicato dal 2006, è uno degli indici annuali più longevi relativi all’impatto climatico. Il CRI analizza il grado di effetto degli eventi meteorologici estremi legati al clima sui Paesi. In tal modo, misura le conseguenze dei rischi concreti sui paesi. Questo indice retrospettivo classifica i paesi in base al loro impatto economico e umano (decessi, colpiti, feriti e senzatetto) con il paese più colpito al primo posto.
Il CRI visualizza il grado di effetto di tali eventi a due anni prima della pubblicazione dell’indice e nei 30 anni precedenti. L’indice contestualizza i dibattiti e i processi internazionali di politica climatica in vista del rischio climatico che i paesi si trovano ad affrontare. Semplifica l’aggregazione e la comprensione degli impatti degli eventi meteorologici estremi legati al clima in diverse regioni e periodi di tempo. I paesi più colpiti si classificano al primo posto e dovrebbero considerare i risultati del CRI come un segnale di avvertimento che sono a rischio di eventi frequenti o eventi estremi rari e insoliti.
Classifica CRI 2025 e principali risultati
Caldo torrido, forti piogge, incendi furiosi, inondazioni mortali e tempeste devastanti: le manifestazioni di eventi meteorologici estremi sono diventate troppo comuni in tutto il mondo mostrando una nuova realtà. Il rilancio dell’Indice di Rischio Climatico 2025 mette in luce il costo crescente dell’inazione e rivela il crescente tributo umano ed economico.
Dal 1993 al 2022 hanno perso la vita più di 765.000 persone e sono state registrate perdite economiche dirette per quasi 4,2 trilioni di dollari (al netto dell’inflazione), causate da oltre 9.400 eventi meteorologici estremi. La frequenza e l’intensità dei disastri legati al clima continuano ad aumentare e queste cifre sottolineano l’urgente necessità di un’azione per il clima.
Nella classifica del 2025 (si veda il grafico seguente), ai primi posti vi sono sia paesi in via di sviluppo come il Pakistan e il Belize, Puerto Rico e Nigeria (soprattutto per le perdite economiche e le popolazioni colpite, sia paesi ricchi come l’Italia con altri paesi mediterranei (Grecia e Spagna), soprattutto per l’alta incidenza di morti, che gli Stati Uniti. Questo a dimostrare sia che alcuni paesi sono più esposti di altri agli eventi catastrofici per la loro posizione in contesti geografici molto fragili, sia la compresenza di popolazioni più vulnerabili negli stati poveri e ricchi contemporaneamente.
