Ci vuole più cooperazione per un mondo in frantumi

Ufficio Policy Focsiv – Il 17 dicembre si è tenuto l’incontro Quale cooperazione per un futuro di pace e giustizia? – ECG Project nel quadro del progetto Generazione Cooperazione dove si sono discusse le principali questioni dell’impegno italiano verso un mondo che si sta frammentando tra crisi ecologica, guerre e disuguaglianze.
La sala Capranichetta di fronte al Parlamento era piena di giovani e operatori della cooperazione che hanno potuto confrontarsi con rappresentanti istituzionali e con alcuni parlamentari. Focus dell’evento è stata infatti la promozione di un dialogo tra giovani e istituzioni sulla cooperazione allo sviluppo.
Mirko Cerrito, Esmeralda Fanti, Beatrice Forese hanno presentato il Manifesto sulla cooperazione (Il Manifesto dei Giovani – ECG Project) evidenziando la necessità di un dibattito politico serio sulla cooperazione, come politica indispensabile per creare e rafforzare i processi di pacificazione giusta. In questi processi i giovani possono svolgere un ruolo importante ma è necessario colmare il divario con le istituzioni, creare gli strumenti per il loro coinvolgimento, anche in termini professionali, e aprire spazi di dialogo evitando la criminalizzazione degli attivisti come previso nel decreto sicurezza.
Il direttore generale della cooperazione allo sviluppo, Stefano Gatti, ha espresso un generale apprezzamento del manifesto, richiamando il fatto che la cooperazione deve rispondere alle richieste dei governi partner. In questo senso va il Piano Mattei e il tentativo di semplificare le procedure per avere più efficacia. D’altra parte i governi africani stanno chiedendo sempre più trade piuttosto che aid, e un maggior ruolo del settore privato. In tal senso ha invitato i giovani a pensare ad una fase 2 del progetto Generazione Cooperazione, prevedendo un rapporto diretto con i paesi africani, per capire le opportunità e i vincoli della cooperazione.
A sua volta Enrico Giovannini, direttore scientifico di ASviS, ha sottolineato la necessità di cambiare la testa e la cultura per lo sviluppo sostenibile, in particolare sull’importanza della cooperazione, requisito sine qua non per un pianeta più in salute. La politica deve dare concretezza agli impegni assunti, tra cui quello per lo 0,7% del reddito nazionale lordo per la cooperazione. Anche il governo Italiano ha firmato il Summit per il futuro ma poi non si vedono le conseguenze. Allo stesso modo non è chiaro l’impegno verso la Conferenza delle Nazioni Unite su finanza per lo sviluppo.
In seguito Michele Vannucchi di Openpolis e Daniele Frigeri di CeSPI hanno presentato le rispettive analisi sul finanziamento alla cooperazione italiana, evidenziando il divario rispetto all’obiettivo dello 0,7% e l’esigenza di investire sulla cooperazione più risorse per fare fronte a periodi di grande incertezza e instabilità. Qui è possibile scaricare i power point del Cespi e di Openpolis e questi sono i link al rapporto-cespi—next-cooperation-24 e all’analisi dei dati Openpolis Poca cooperazione nella Legge di bilancio – ECG Project .
Sono seguiti interventi di alcuni parlamentari. L’on. Giuseppe Provenzano ha sottolineato come, nonostante il Piano Mattei, non sia chiara la strategia dell’attuale governo, che appare ambigua e contraddittoria. Quando invece risulta essenziale investire di più per la solidarietà internazionale in modo coerente e per prevenire le guerre. Senza l’ossessione delle migrazioni.
A sua volta l’on. Maddalena Morgante ha affermato che il Governo sta cercando di sostenere il bilancio della cooperazione in linea con l’importanza del Piano Mattei, avendo l’Africa come partner prioritario. Per questo nella legge di bilancio per il 2025 sono previsti aumenti dei fondi.
Da Washington l’on. Lia Quartapelle ha invece evidenziato l’importanza di capire bene la prossima agenda politica di Trump, perché comporterà notevoli cambiamenti nella cooperazione internazionale. Le cui conseguenze si riverberanno sulla politica europea e italiana, e sul Sud globale. Ciò porrà una questione di strategia politica per l’Italia, se mettere al centro gli interessi nazionali o ribadire l’impegno per il dialogo e la cooperazione continuando ad assumere il principio della solidarietà
I rappresentanti della società civile per la cooperazione, Luca De Fraia, Silvia Stilli e in conclusione Francesco Petrelli, hanno ribadito la necessità di sostenere e aumentare i fondi per la cooperazione allo sviluppo quale politica essenziale per la costruzione della pace e della giustizia. Importante sarà il negoziato verso la Conferenza Onu per la finanza per lo sviluppo con la proposta di formare il sistema della cooperazione spostando il suo governo dal Comitato dei donatori dell’OCSE alle Nazioni Unite. Infine è stato sottolineato come oggi sostenere la cooperazione significa difendere la democrazia e di diritti dell’uomo e della natura, contro le derive autoritarie di sfruttamento.