Come l’UE sta deludendo i suoi giovani
Riportiamo qui l’intervento di Ada Ugo Ambara, giovane attivista dell’associazione Arising Africans, al seminario Gli ultimi per primi! Il 2 Marzo presentazione del rapporto Sviluppo sostenibile e Migrazioni in Europa. – FOCSIV, nell’ambito del progetto Volti delle Migrazioni – FOCSIV.
“Il rapporto presentato nel seminario solleva grande preoccupazione per l’incapacità dell’UE di rispettare la sua stessa visione e le sue politiche. L’UE è difettosa non solo nell’offrire un rifugio sicuro alle persone che fuggono dalla guerra e dalle persecuzioni (al di là dell’attuale crisi ucraina, ndr), ma anche nell’includere coloro che decidono di vivere all’interno dei suoi territori.
Tendo a credere che ci sia una grande discrepanza e un divario tra la costante proiezione delle politiche e delle misure dell’UE verso il futuro e la cecità quando si immagina il volto attuale dell’Unione. Come giovane donna con un background da migrante cresciuta in Italia, i miei maestri mi hanno insegnato che l’UE promuove i diritti umani e il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile per tutti, indipendentemente dal loro background o status. Questo è in contrasto con la realtà dei giovani come me, nati o cresciuti all’interno dell’UE, che non sono in grado di sviluppare e raggiungere il loro pieno potenziale come cittadini dell’UE perché non sono ancora cittadini di nessuno Stato membro e, quindi, non hanno accesso alla maggior parte dei programmi creati per sostenere i giovani.
Siamo lasciati indietro, costretti a trovare la strada per aggirare gli ostacoli delle nostre realtà. Poiché le istituzioni dell’UE continuano a ignorare questa porzione di popolazione, permettono alla propaganda xenofoba e populista di diffondere politiche di odio e discriminazione. Per esempio, la situazione dei giovani nati e cresciuti in Italia è tragica, con una legge che regola la cittadinanza superata e ferma agli anni ’90. Oggi 2 studenti stranieri su 3 nei sistemi scolastici sono nati e cresciuti qui, e conoscono l’Europa come casa loro, ma devono aspettare almeno 12 o 18 anni prima di essere finalmente visti e ascoltati come cittadini.
Anche se questo appartiene alle competenze nazionali, sembra che le loro vite non contino per l’UE. Come possiamo accettare che le nostre istituzioni continuino a promuovere i diritti umani e il raggiungimento degli SDGs ma non possano garantire un’istruzione di qualità, un lavoro dignitoso e l’uguaglianza ai giovani con un background migratorio?
Non possiamo concentrarci e prepararci per il futuro senza prima riconoscere il nostro presente. Gli immigrati sono e devono essere considerati un asset strategico per l’UE; le politiche di contrasto all’esclusione e alle discriminazioni devono essere attuate per salvaguardare questo asset. Ad oggi, almeno in Italia, le migrazioni e le giovani generazioni sono affrontate solo all’interno di misure di sicurezza per proteggere i cittadini da chi viene da fuori. Queste misure non sono in grado, per la loro stessa natura, di creare un ampio senso di appartenenza e costruire un futuro migliore. Dovremmo chiederci tutti: quando smetteremo di costruire una fortezza e inizieremo a costruire una casa per tutti?
SDGs and Migration in the European Union
Few notes from Ada Ugo Abara on how the EU is failing its youth
The report raises great concern regarding the EU inability to comply with its own vision and policies. The EU is faulty not only in offering a safe refuge to people fleeing war and persecutions but also in including those who decide to build their homes within its territories.
I tend to believe that there is a great mismatch and a gap between the constant projection of the EU policies and measures towards the future and the blindness when picturing the current face of the Union. As a young woman with a migrant background that was raised in Italy, my teachers taught me that the EU promotes the human rights and the achievement of the Sustainable Development Goals for all, regardless of their backgrounds or status. This is in contrast with the reality of young people like me, born or raised withing the EU, who are not able to develop and reach their full potentials as EU citizens because they are not yet citizens of any Member State and, therefore, they do not have access to most programs created to support the youth. We are left behind, forced to find our way around the obstacles of our realities. As the EU institutions continue to ignore this portion of its population, it allows xenophobic and populist propaganda to disseminate hate and discriminatory policies. For instance, the situation of young people born and raised in Italy is tragic, with a law regulating citizenship that is outdated and stuck in the ‘90s. Nowadays 2 out of 3 foreign students in the schooling systems are born and raised here and only know Europe as their home. They must wait at least 12 or18 years before being finally seen and heard.
Although this belongs to national competences, it seems like their lives do not matter for the EU. How can we accept that our institutions continue to promote human rights and the achievement of the SDGs but cannot guarantee quality education, decent work and equality to its youth with a migration background? We cannot focus on and prepare for the future without first acknowledging our present. Immigrants are and should be considered strategic asset for the EU; policies tackling exclusion and discriminations should be implemented to safeguard this asset. Till date, at least in Italy, migration and young generations are only addressed within security measures to protect the citizens from people coming from outside. These measures are unable, for their same nature, to create a broad sense of belonging and build a better future. We should all ask ourselves, when will we stop building a fortress and start building a home for all?