COP 15 sulla biodiversità: raggiungere gli obiettivi per un futuro migliore
Ufficio Policy – Il 7 dicembre si avvia la Cop 15 sulla biodiversità in cui le parti dovranno stabilire gli obiettivi del decennio per la salvaguardia della biodiversità, per arrestare la grave situazione del pianeta. La biodiversità, la varietà della vita sulla Terra, dai più piccoli batteri ai più grandi mammiferi. Paesi come il Brasile, la Colombia, l’Indonesia e la Cina presentano incredibili concentrazioni di piante, mammiferi, funghi e anfibi nei loro vasti e unici ecosistemi. L’umanità si basa sul sano funzionamento di tutti gli ecosistemi per sopravvivere.
La Terra sta subendo la più grande perdita di biodiversità dai tempi dei dinosauri e la colpa è dell’uomo. Secondo alcuni scienziati, è già iniziata la sesta estinzione di massa della storia geologica, con la perdita di miliardi di singole popolazioni animali e vegetali. A differenza dei cambiamenti climatici, che possono essere reversibili anche se richiedono migliaia di anni, le estinzioni sono permanenti. Secondo gli scienziati, il numero di insetti sta crollando, tanto che alcuni affermano che stiamo vivendo una “apocalisse degli insetti”; più di 500 specie di animali terrestri sono sull’orlo dell’estinzione e rischiano di scomparire entro 20 anni; un rettile su cinque rischia l’estinzione; una specie di uccelli su otto è minacciata; e il 40% delle specie vegetali del mondo è a rischio.
Per affrontare questo tema, la Conferenza delle Parti sulla biodiversità si riunirà per la quindicesima volta a Montreal, in Canada, e la presidenza sarà affidata alla Cina. I delegati arriveranno a Montreal a poche settimane dalla Cop27 sul clima in Egitto, e Il testo ufficiale finale dovrebbe essere firmato sabato 17 dicembre. Le Cop per la biodiversità sono distinte dalle Cop per il clima. Il Vertice della Terra di Rio del 1992, infatti, ha visto la creazione di tre convenzioni: sul cambiamento climatico, sulla desertificazione e sulla biodiversità.
L’obiettivo della Convenzione sulla diversità biologica è che i Paesi conservino il mondo naturale, ne facciano un uso sostenibile e condividano i benefici delle sue risorse genetiche. Ogni 10 anni, i governi concordano nuovi obiettivi per la protezione della biodiversità. L’ultimo round è stato concordato alla Cop10 di Nagoya, in Giappone, nel 2010, quando i governi si sono impegnati a dimezzare la perdita di habitat naturali e ad espandere le riserve naturali al 17% della superficie mondiale entro il 2020, tra gli altri obiettivi. Hanno fallito su tutti i fronti.
In questa COP i governi firmeranno gli obiettivi per il raggiungimento di tre scopi: conservazione della biodiversità, uso sostenibile della biodiversità, e condivisione giusta ed equa dei benefici derivanti dall’uso delle risorse genetiche.
Il testo finale del vertice noto come post-2020 global biodiversity framework (GBF) includerà probabilmente 21 obiettivi che vanno dall’impegno a reprimere le specie invasive a complicate regole sull’uso della biologia sintetica. Tale documento include proposte che dovranno essere negoziate per eliminare l’inquinamento da plastica, ridurre di due terzi l’uso di pesticidi, dimezzare il tasso di introduzione di specie invasive ed eliminare miliardi di dollari di sussidi governativi dannosi per l’ambiente. Tra i propositi vi sono anche la riduzione dell’attuale tasso di estinzione del 90%, il miglioramento dell’integrità di tutti gli ecosistemi, la valorizzazione del contributo della natura all’umanità e la fornitura delle risorse finanziarie necessarie per realizzare questa visione.
Tuttavia, riguardo la natura di tale bozza quadro si sono sollevate delle controversie. Nonostante la bozza abbia incorporato la maggior parte dei consigli che la comunità scientifica ha proposto e abbia indicato soglie quantitative ambiziose, molti esperti si sono lamentati della presenza di molte parentesi quadre nel testo. Nel mondo della politica, queste parentesi segnano gli emendamenti proposti su cui le parti non sono ancora d’accordo. Le parentesi quadre sono proliferate a un ritmo allarmante in tutto il testo del GBF, racchiudendo, neutralizzando e paralizzando obiettivi e target. Nel luglio 2021, in una versione di circa 10.200 parole, c’erano più di 900 coppie di parentesi quadre. Considerate troppe dalla comunità scientifica che da sempre esorta il bisogno di un testo coinciso, obiettivo e con un numero di parentesi molto inferiore da presentare alle COP.
Nel 2020, un team interdisciplinare di oltre 60 scienziati di tutto il mondo si è riunito per stilare dei suggerimenti dettagliati per gli obiettivi del GBF. I consigli scientifici sono convergenti. In primo luogo, il GBF deve affrontare esplicitamente ogni aspetto della biodiversità. In secondo luogo, gli obiettivi di biodiversità devono essere più ambiziosi che mai, accompagnati da traguardi altrettanto ambiziosi per azioni concrete e da risorse sufficienti per realizzarli. In terzo luogo, devono essere precisi, tracciabili e coordinati. In quarto luogo, la protezione formale di una parte degli ecosistemi più incontaminati del pianeta non sarà sufficiente. La natura deve essere integrata, incorporata nelle decisioni prese per i paesaggi in cui viviamo e lavoriamo ogni giorno, ben oltre le aree protette. Infine, e soprattutto, gli obiettivi devono concentrarsi sulle cause profonde della perdita di biodiversità: i modi in cui consumiamo, commercializziamo e assegniamo sussidi, incentivi e tutele. Solo 2 dei 21 obiettivi non hanno parentesi. La correzione delle obiezioni richiede tempo prezioso. Poiché il quadro può essere sancito solo dal consenso, troppe obiezioni possono portare a troppi compromessi.
Ad ogni modo, la speranza è quella di trovare un accordo finale positivo che sia abbastanza ambizioso da arrestare il declino della natura, e non troppo modesto per rendere i propositi raggiungibili. Ci sono molti risultati rapidi a disposizione come l’eradicazione delle specie invasive nelle isole, la riduzione dell’inquinamento, i fondi per gli sforzi di restauro della biodiversità, ma alla fine dipenderà dalla volontà dei capi di Stato. La Cop15 sarà il momento per trasformare la retorica in azione e diventare una parte fondamentale della più ampia ambizione delle Nazioni Unite di far vivere l’uomo in armonia con la natura entro il 2050.
L’articolo è basato sulle due seguenti fonti, del Guardian e di Nature: https://www.theguardian.com/environment/2022/aug/30/what-is-cop15-and-why-does-it-matter-for-all-life-on-earth-aoe e https://www.nature.com/articles/d41586-022-04154-w