Coronavirus, Stilli (Aoi): “La cooperazione soffre, ma non si ferma”
Tanti italiani impegnati nel mondo in programmi umanitari vogliono restare al fianco delle comunità assistite nonostante i rischi dell’epidemia di coronavirus: lo sottolinea Silvia Stilli, portavoce dell’Associazione delle ong in Italia (Aoi). Stesso tema affrontato da Gianfranco Cattai, presidente FOCSIV nella sua lettera a Marco Tarquinio, direttore di Avvenire.
Alessandra Fabbretti, 24 marzo 2020, Agenzia Dire
ROMA – Tanti italiani impegnati nel mondo in programmi umanitari vogliono restare al fianco delle comunità assistite nonostante i rischi dell’epidemia di coronavirus: lo sottolinea Silvia Stilli, portavoce dell’Associazione delle ong in Italia (Aoi), rete che riunisce circa 200 realtà. In questi giorni, Aoi ha costituito un team di emergenza attivo 24 ore su 24, sette giorni su sette, per facilitare il rimpatrio di cooperanti e volontari: già 150 le persone riportate in Italia nonostante i blocchi alle frontiere, in particolare da Africa e Medio oriente. A oggi sono 60 le ong monitorate in 46 Paesi ma, assicura Stilli, “la rilevazione continua”.
Numerosi anche coloro che però hanno deciso di restare. “Si tratta degli operatori del settore medico-sanitario ma anche di chi presta assistenza a comunità vulnerabili come migranti e rifugiati” dice la portavoce. “Molti ci hanno espresso la volontà di non voler lasciare sole le persone. Non vogliono tagliare rapporti, attività ed esperienze costruite con tanto lavoro sul territorio”. Stilli lancia tuttavia un appello alle autorità italiane: “Bisogna garantire a questo mondo di persone volenterose di poter tornare in qualsiasi momento, qualora la situazione nei Paesi dovesse peggiorare”.
Il dialogo con la Farnesina e in particolare con l’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics) è stato avviato giorni fa, perché con la pandemia i problemi che il Terzo settore si prepara ad affrontare superano la questione dei rimpatri e si delineano come più complessi e di lungo periodo. “Si è aperto un efficiente canale di comunicazione non solo sulla gestione dei rimpatri ma anche sul monitoraggio della ‘sofferenza dei progetti’” dice la portavoce di Aoi. “Molte attività sono state sospese per vari mesi, anche quelle che usufruivano di personale in loco retribuito. Oltre a non poter sospendere i regolari contratti, le ong dovranno far fronte anche ad altri costi fissi non previsti per una durata imprecisata”. Ad Aics, sottolinea Stilli, “abbiamo chiesto quindi fondi aggiuntivi per sostenere i progetti. Si tratta di mobilitare almeno tra i sette e i 10 milioni di euro“. La portavoce di Aoi continua: “L’Agenzia Aics si è impegnata ad affrontare il tema, elaborando soluzioni procedurali. Un primo incontro c’è già stato e il lavoro continua. È una situazione straordinaria e quindi bisogna trovare dei meccanismi nuovi per affrontarla. Non si tratta di ottenere fondi aggiuntivi dal governo ma di attingere a risorse interne all’Agenzia che, a differenza di altri soggetti pubblici, gode di una maggiore flessibilità”.
DEL RE: “GRAZIE AI COOPERANTI ITALIANI, NON SI FERMANO”
“Encomiabile” la scelta dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics) di “non interrompere il suo lavoro”, in particolare nei Paesi più fragili, testimoniando il valore di un impegno nel mondo comune: così la viceministra degli Esteri Emanuela Claudia Del Re, rispetto alla crisi del coronavirus. “Siamo tutti fortemente impegnati per superare questa crisi mai sperimentata prima nel mondo” sottolinea Del Re, in una lettera indirizzata ai direttori delle sedi Aics. “Lo è il governo cui spetta la responsabilità di adottare le misure più appropriate per il contenimento del contagio e per ridurne gli effetti economici e sociali, e lo sono tutti i cittadini cui spetta la responsabilità di rispettare con scrupolo tali misure. In tutto ciò non possiamo e non dobbiamo considerarci soli. Proprio ora che ci sentiamo vulnerabili dal punto di vista medico, sociale, economico, dobbiamo guardare al mondo come a un unico luogo condiviso. E’ lodevole che voi proseguiate la vostra preziosa attività nonostante l’apprensione per le condizioni dei vostri congiunti e amici in Italia. Si tratta di una scelta nobile e generosa da parte di chi lavora lontano da casa in contesti spesso difficili, in un momento in cui l’emergenza colpisce duramente il nostro Paese. Ciò contribuisce una volta di più a testimoniare l’empatia dell’Italia nei confronti del mondo, nella piena consapevolezza che questa terribile guerra contro il virus va affrontata con un approccio globale, in diversi luoghi, su diversi fronti ma con la medesima efficacia”.
Del Re continua: “Ci attendono mesi complicati che comporteranno verosimilmente anche una ridefinizione delle iniziative e dell’intera programmazione dell’attività della Cooperazione allo sviluppo, alla luce dell’emergenza in corso, con priorità nuove, ma sempre con gli stessi grandi valori che ci ispirano. Al di là degli eventuali futuri cambiamenti che saranno modulati in base all’evolversi delle circostanze, la scelta attuale dell’Agenzia di non interrompere il lavoro in atto né a Roma né sul terreno, è veramente encomiabile, specie avendo riguardo verso chi opera in Paesi lontani e fragili. Proprio per questo desidero manifestare la mia comprensione delle necessità e delle aspettative del personale dell’Agenzia, soprattutto quello impegnato all’estero, cui mi sento personalmente vicina”. In primo piano l’impegno del ministero degli Esteri. “La Farnesina non mancherà di offrire costante supporto operativo e diplomatico, sia attraverso la rete delle ambasciate e dei consolati, sia attraverso le strutture centrali” sottolinea Del Re. “Occorre avere piena fiducia nelle indicazioni che la sede Aics di Roma ha diramato e che continuerà ad aggiornare in costante coordinamento con la Farnesina e con me, lavorando strettamente anche con tutti gli attori del Sistema italiano della Cooperazione, che è una grande e bella comunità. A questo proposito vorrei condividere un concetto in cui credo profondamente. Le persone acquisiscono un senso nella comunità. Un principio, quello del valore della vita comunitaria, che gli italiani applicano con convinzione da sempre, meglio di altri. Tante le strategie che possiamo mettere in pratica con gesti individuali e con politiche mirate per allargare questa comunità che ci appartiene. Ma non da soli, insieme al mondo, perché proprio a noi il mondo che ci ama lo chiede. Con l’augurio di proseguire il vostro lavoro con la stessa incidenza determinante per i destini del mondo che vi contraddistingue – e che costituisce a mio avviso anche un privilegio – abbraccio tutti”.