DALL’INCONTRO DEI MOVIMENTI POPOLARI I RACCONTI DEI RIFUGIATI E MIGRANTI
Al terzo incontro internazionale dei movimenti popolari svoltosi a Roma hanno partecipato, con il loro bagaglio di lotte impari e sogni resistenti, oltre 22 delegati dei Movimenti popolari da 64 Paesi. Sono stati affrontati temi come il rapporto tra il popolo e la democrazia, il territorio e la natura, e la sofferenza dei migranti e dei rifugiati.
Il Panel su rifugiati e sfollati ha visto la presenza di molteplici relatori come Carlos Marentes, del Progetto dei Lavoratori Agricoli di Frontiera (tra Stati Uniti e Messico); Nursel Kilic, del Movimento delle Donne Turche (Kurdistan); Sahar Francis, dell’Unione dei Lavoratori Agricoli (Palestina); Ndao Moustapha, del Sindacato Popolare dei Venditori ambulanti di Barcellona. Hanno coordinato i lavori Julia Lis, di Refugees Welcome (Germania), e Monsignor Silvano Tomasi, del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace.
Merentes ha definito le migrazioni come “una forma di resistenza in sé; una lotta costante per non scomparire in questo sistema” che espelle e rende invisibili le persone migranti, quegli “scarti” di cui parla papa Francesco. Sebbene la comunità internazionale ed i cittadini tutti continuino ad indignarsi davanti alle immagini crude di bambini morti, le politiche di pseudo accoglienza continuano a creare l’immagine dell’immigrato scomodo, alimentando anche i sentimenti xenofobi della popolazione”.
Moustapha ha reso partecipe la platea della propria testimonianza di viaggio migratorio fino a Barcellona. Purtroppo per Moustapha l’integrazione non è avvenuta, è stato vittima di razzismo da parte della polizia e dell’apparato giudiziario, ci racconta che “bisogna lottare duramente per cercare di sopravvivere. Non possiamo lavorare – a causa della normativa estremamente restrittiva del Paese nei confronti dei migranti -, neppure possiamo vendere per le strade per poter pagare la luce, l’acqua e il gas. Ci perseguitano, ci fermano e ci mettono in carcere”. Provato da questa esperienza ha addirittura esortato i suoi fratelli e sorelle africani a “rimanere in Africa, per cercare di migliorare le condizioni di vita nei propri Paesi”.
Concludendo la plenaria Monsignor Silvano Tomasi ha raccontato l’esperienza diretta vissuta nell’attraversare il confine Messico- Stati Uniti e della sofferenza che si prova a dover lasciare la propria casa. Nel mondo le frontiere “difficili” sono anche in contesti quali il Giubuti, tra Myanmar ed Australia e tante altre. “Il problema è che in tutte le nostre società esistono cittadini di prima e di seconda classe. E sono questi ultimi che non accedono ai benefici sociali nei propri Stati e per questa ragione si vedono obbligati ad abbandonare le loro case, le loro famiglie, i loro amici, le loro società”.
La seconda parte dell’incontro è stata dedicata al Workshop sui migranti e rifugiati.
Dalla platea molti sono stati gli interventi per testimoniare la propria esperienza di migrazione:
Molto accorata la testimonianza di una donna ex collaboratrice per l’Unicef che ha raccontato la migrazione tra Rwanda e Repubblica Democratica del Congo, dei gruppi di ribelli della zona di Benì, della situazione degli sfollati privi di alloggi e costretti ad accontentarsi dello stesso cibo per mesi ed anni.
Una ragazza haitiana ha manifestato la propria opposizione contro la Decisione della Repubblica Domenicana di espellere gli haitiani, almeno 500 haitiani deportati ogni settimana per le politiche migratorie sempre più restrittive.
Richiamo alla responsabilità degli Epa e del Land Grabbing come cause delle migrazioni. Rispetto agli Epa, le multinazionali ricevono dall’UE anche sussidi per vendere i propri prodotti nei Paesi vittime di tali accordi, si possono trovare prodotti europei importati addirittura a minor costo della produzione locale, inoltre sono già stati pubblicati studi di valutazione sugli impatti degli Epa, con risultati non incoraggianti. Anche il Land grabbing è una delle cause scatenanti delle migrazioni, con ad esempio dal 2000 ad oggi più di 998.000 ettari di terra acquistati da multinazionali italiane.
Pressoché sconosciuta la notizia dell’embargo dell’UE verso la Siria, secondo cui nel 2011 l’Unione Europea, varò le sanzioni contro la Siria, presentandole come “sanzioni a personaggi del regime”, che imponevano al Paese l’embargo del petrolio, il blocco di ogni transazione finanziaria e il divieto di commerciare moltissimi beni e prodotti. Una misura che dura ancora oggi, anche se, con decisione alquanto inspiegabile, nel 2013 veniva rimosso l’embargo del petrolio dalle aree controllate dall’opposizione armata e jihadista, allo scopo di fornire risorse economiche alle cosiddette “forze rivoluzionarie e dell’opposizione”. In questi cinque anni le sanzioni alla Siria hanno contribuito a distruggere la società siriana condannandola alla fame, alle epidemie, alla miseria, favorendo l’attivismo delle milizie combattenti integraliste e terroriste che oggi colpiscono anche in Europa. E si aggiungono a una guerra, che ha già comportato 250.000 morti, sei milioni di sfollati e quattro milioni di profughi.
Le conclusioni del Workshop presentate come richieste al Papa nell’incontro presso il Vaticano, sono state le seguenti:
- Sviluppare azioni di sensibilizzazione sugli sfollati (ad opera di gruppi nei campi profughi, donne ed organismi ecclesiastici)
- Campagne informative di contrasto alla informazione erronea sugli immigrati
- Fundraising per le campagne
- Denuncia degli sgomberi forzati dei migranti, come il caso della Repubblica Domenicana.
- Persuadere Stati a creare meccanismi di accoglienza
- Modificare i campi profughi in piuttosto luoghi di vero incontro e rinascita
FOCSIV ha partecipato all’incontro del Papa con tutte le delegazioni dei movimenti popolari. Papa Francesco ha condannato il colonialismo ideologico globalizzante, la manipolazione della paura, l’atrofia del sistema socio-economico che espelle e scarta.
Per cui è necessario che i movimenti popolari, così come la Chiesa, si pronuncino e agiscano per la rivitalizzazione della democrazia, per la Politica con la maiuscola. FOCSIV porterà avanti azioni di advocacy e lobbying per” …contrastare la paura con una vita di servizio, solidarietà e umiltà in favore dei popoli e specialmente di quelli che soffrono”come affermato da Papa Francesco nel suo discorso.