Dialogo dell’Anima del Mondo con un’addetta ai lavori
Foto: studio Bouroullec
Siamo arrivati al terzo episodio dei dialoghi distopici del nostro amico Mario Carmelo Cirillo, già direttore del Dipartimento per la Valutazione, i controlli e la sostenibilità ambientale dell’ISPRA, che trattano alcune questioni a noi molto a cuore come l’ambiente, il cambiamento climatico e la sostenibilità. Il primo episodio è apparso il 23 Agosto qui: Dialogo dell’Anima del Mondo con un pensionato – FOCSIV; e il secondo episodio il 27 Settembre qui: Dialogo dell’Anima del Mondo con un perplesso – FOCSIV.
In un parco cittadino una donna di una certa età mentre corre prende una storta, si ferma per valutare l’entità del danno. Una ragazza se ne accorge e le si accosta.
Ragazza: Come va? Ha bisogno di aiuto?
Donna: La ringrazio, al momento mi sembra tutto a posto tranne un po’ di risentimento al polpaccio.
Ragazza: Si metta su questa panchina e aspetti un po’, a caldo, subito dopo il trauma, non si riesce a capire bene la situazione.
La donna si siede sulla panchina, ha il respiro affannoso per la corsa, la ragazza le rimane vicino, premurosa.
Donna: Mannaggia, ci mancava solo questa … volevo fare un po’ di movimento per distrarmi, ed ecco il risultato! Non è un bel momento.
Ragazza: Come mai?
Donna (agitata): Eh, come mai! È un momentaccio ragazza mia, non lo vedi? (Ti do del tu, visto che sei così giovane). L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, con tutto quello che si porta appresso: la crisi dell’energia, l’aumento dei prezzi, i profughi, il rischio dell’escalation nucleare … ma è soprattutto la situazione climatica che mi angoscia, e da parecchi anni. E l’estate appena trascorsa, con tutto il caldo, la siccità, gli incendi, le vittime – quelle sulla Marmolada i primi di luglio per una valanga legata allo scioglimento dei ghiacci, e quelle nelle Marche a settembre per una alluvione dovuta a circostanze “imprevedibili”, ma la cui frequenza è purtroppo destinata ad aumentare[1] … beh, questa estate mi ha veramente distrutta. Pensare che tutto questo è colpa di un’umanità impazzita, che ha perso il senso della misura, non mi fa dormire la notte; e adesso anche questa storta!
Ragazza (prende posto sulla panchina): Cerchi di calmarsi … mi scusi, posso esaminare il piede e il polpaccio? Ho una certa pratica. (Esamina il polpaccio e il piede): Mah, non mi sembra niente di particolarmente grave, non dovrebbe esserci nulla di rotto, magari a casa faccia degli impacchi freddi e in poco tempo dovrebbe risolvere.
Poi, per il resto, cerchi di stare tranquilla, cosa ci può fare? Non è che agitandosi risolve il problema.
Donna: Stare tranquilla … per te è facile dirlo ragazza mia, ma io mi occupo di clima e di ambiente dai primi anni ‘80 del secolo scorso, e vedere in che situazione si è cacciata l’umanità mi toglie letteralmente la serenità, ecco!
Ragazza: Capisco il suo stato d’animo (mette amorevolmente una mano sulla spalla della donna) ma deve reagire, non è giusto che si rovini la vita per una cosa di cui, credo, non ha nessuna colpa.
Donna: Certo certo figlia mia … razionalmente so che è come dici tu, ma poi quando vedo dove siamo finiti non riesco a non angosciarmi … penso che noi addetti ai lavori avremmo potuto e dovuto fare di più. Io ho cominciato a lavorare su queste cose i primi anni ‘80, ero giovane più o meno come te, e guarda, già all’epoca chi si occupava del tema era consapevole dei rischi cui si andava incontro se non si fosse limitata e poi azzerata l’emissione della CO2 prodotta dall’uomo nell’atmosfera. Però allora si era ottimisti, chi ci lavorava in genere era confidente che c’era tutto il tempo per interagire virtuosamente con l’opinione pubblica e i decisori, allo scopo di mettere in campo le misure idonee a una vera “transizione ecologica”, tanto per usare una parola oggi di gran moda, ma che purtroppo è solo uno slogan.
Ragazza (la guarda con tenerezza): E poi cos’è successo?
La donna non si trattiene più e si sfoga:
Donna: Eh, cos’è successo?! È successo che col passare degli anni e dei decenni questo ottimismo si è molto affievolito, alla luce di quello che è accaduto: dal 1990 ad oggi, cioè proprio nel periodo in cui il tema del cambiamento climatico è venuto alla ribalta ed è stato oggetto di summit (primo fra tutti quello di Rio de Janeiro del 1992), convenzioni, protocolli, convegni, articoli, discussioni e quant’altro, è stata emessa in atmosfera più CO2 che dall’inizio dell’era industriale fino al 1990[2]. E dulcis in fundo, nel 2021 le emissioni di CO2 sono rimbalzate al più alto livello mai visto[3]!
Ma ti rendi conto? In tutti questi anni siamo stati letteralmente presi in giro da chi decide, da chi si è riempito e si continua a riempire la bocca con discorsi pieni di retorica vacua sulla salvaguardia del pianeta, sulla tutela dei territori e delle popolazioni più vulnerabili del sud del mondo, e via dicendo ….. Chiacchiere, chiacchiere e solo chiacchiere, capisci? Ha perfettamente ragione quella ragazza, come si chiama, Greta, è tutto un bla bla bla. Altro che gretina! Sono ben altri i gretini.
Capisci perché mi sento come mi sento? E attualmente la concentrazione di CO2 in atmosfera è di 420 parti per milione, una concentrazione che non si vedeva sulla terra da due milioni di anni a questa parte[4]! E solo una quarantina d’anni fa, quando ho cominciato a lavorare io, i primi anni ‘80 del secolo scorso, era intorno alle 340 parti per milione; e in epoca preindustriale 280. Da 280 siamo andati a finire a 420 parti per milione di CO2 per colpa di una parte dell’umanità che in modo ceco ed irresponsabile è cresciuta senza limiti a danno delle nuove generazioni e delle comunità più vulnerabili. Una vera grandissima ingiustizia!
Il cosiddetto Homo Sapiens – certe volte penso che se incontrassi chi ci ha dato questo nome gliele darei di santa ragione! – è comparso “solo” da duecentomila anni, questo significa che l’uomo non ha mai visto prima una concentrazione simile di CO2 in atmosfera!
Ragazza (lo sguardo pieno di una tristezza infinita): Capisco, non immagina quanto!
Donna: Sono contenta che ti rendi conto, cara, è giusto che soprattutto voi giovani sappiate queste cose ….. Senza contare l’innalzamento del livello dei mari a causa dello scioglimento dei ghiacci e dell’aumento di temperatura delle acque marine, e la CO2 che si accumula negli oceani, provocandone l’acidificazione. Lo sai che l’aumento del livello del mare dai primi anni del 1900, pari attualmente a circa 20 centimetri, avviene più velocemente di quanto sia mai accaduto negli ultimi 3.000 anni? E che l’acidità media della superficie degli oceani è aumentata del 26% negli ultimi 150 anni, cosa che non si è mai visto negli ultimi 25.000 anni?[5] E che il 99% delle barriere coralline del mondo può morire se la temperatura del mondo aumenta di due gradi? Anche se conosciamo molte conseguenze dell’aumento di temperatura e dell’acidità dei mari sulla biodiversità, c’è ancora tanto da capire, mia cara, e temo che ci sarà poco da stare allegri. E va ricordato che la vita sulla terra dipende totalmente da quella dell’oceano, che ospita il 98% delle specie del pianeta! Mi ricordo che quindici, vent’anni fa dicevamo che non ci saremmo dovuti preoccupare dell’acidificazione dei mari fino al 2050-2070. E invece ecco, il problema sussiste già oggi, con decenni di anticipo rispetto alle previsioni.[6]
E pensare che c’è ancora chi afferma e scrive che non c’è nessuna emergenza climatica!
Ragazza: Lo so bene, li chiamate negazionisti. E comunque, per ritornare a quanto stava dicendo a proposito della situazione dell’atmosfera e degli oceani, c’è un totale disallineamento tra quanto si dice e quanto si fa. Ma com’è possibile tutto questo? Com’è possibile una cecità così grande?[7]
Donna (scuote il capo, lo sguardo perso): Ma che ne so … gli enormi interessi economici che ci sono dietro le fonti fossili, e poi questo modello di sviluppo che spinge alla ricerca del vantaggio immediato non importa a scapito di chi. Mi sono fatta l’idea che questo disallineamento, come lo chiami tu, è legato all’attuale sistema economico. L’impressione che ho è che in economia, e anche in politica, si privilegia l’approccio a breve e brevissimo termine rispetto alle visioni di lungo periodo.
Ragazza: Credo che lei abbia ragione, basta pensare alla finanziarizzazione dell’economia che implica l’assoluta prevalenza dell’approccio speculativo, che è frammentato e di brevissimo respiro[8]. Come può un sistema come questo sostenere impegni globali sul lungo periodo, come la lotta ai cambiamenti climatici indotti dall’umanità?
Donna: Esattamente! Insomma, il sistema mondiale, così com’è, non è adatto a risolvere il problema che esso stesso ha creato, ovvero l’emergenza climatica.
Il punto è che quanto si è fatto e si sta facendo in questi decenni – un tempo rapidissimo per la terra, equivale a un’autentica esplosione … (la ragazza trasalisce visibilmente, la donna se ne accorge): Cosa c’è cara, tutto bene?
Ragazza (accenna a un timido sorriso): Sì sì, grazie, non è niente …
Donna (riprendendo il filo del discorso): Dicevo che quanto si è fatto e si sta facendo in questi decenni
in termini di emissioni di CO2 rischia di compromettere il clima del pianeta per i prossimi secoli e millenni, mi capisci?[9] Per i prossimi millenni! Ma io mi chiedo, possibile che chi ha in mano le leve del potere di questo mondo non sa che un aumento della temperatura media globale di 3 gradi e più a fine secolo, che è il traguardo verso cui rischiamo allegramente di dirigerci se non si cambia rotta[10], significa che ampie regioni della terra, incluse tante zone dell’Italia, saranno invivibili, con temperature estive che raggiungeranno con sempre maggior frequenza picchi di 50 gradi? Senza contare tutto il resto, come maggiore intensità e maggiore frequenza di alluvioni, siccità, eccetera?
Ragazza (con aria assorta, come se parlasse a sé stessa): Hanno occhi e non vedono, hanno orecchie e non sentono, essi stessi idoli di sé medesimi[11] … è la hybris[12] di cui siete intrisi.
Donna: Scusami cara, non ho sentito bene … E comunque capisci perché non mi do pace, e mi dico che forse noi addetti ai lavori potevamo e dovevamo, possiamo e dobbiamo fare di più, molto di più? Invece di limitarci a scrivere articoli scientifici, partecipare a convegni con algide presentazioni … E poi mi viene in mente l’esperto di turno che intervistato in TV parla delle catastrofi presenti e future che attendono l’umanità con espressione compassata, magari comodamente seduto su una poltrona di un salotto televisivo … come si fa ad essere credibili? No no, chi si occupa di queste cose quando viene interpellato deve esprimere tutto l’orrore di dove rischiamo di andare a finire! Deve urlare, piangere, strapparsi i capelli e stracciarsi le vesti, manifestare per le strade accanto ai ragazzi di Fridays for Future, partecipare a iniziative pacifiche di disobbedienza civile[13]!
(La ragazza sembra non ascoltare, è assorta in sé stessa, la donna pensa di averla impaurita e cerca in qualche modo – piuttosto maldestro – di correre ai ripari):
Comunque può darsi che mi sbaglio, e ne sarei veramente felice, soprattutto per voi giovani e per quelli dopo di voi. Forse quello che ti dico è troppo da “catastrofista”; teniamo conto, ragazza mia, che sul futuro non ci sono certezze, non a caso si parla di rischi e di probabilità associate.
(Fa una pausa, la ragazza tace, assorta, e allora la donna riprende):
Però … però non posso mentire a te e a me stessa! Purtroppo le informazioni, i dati e gli eventi che analizziamo, inclusi quelli di questa estate, inducono a non essere ottimisti. Per me che mi occupo di questi temi è paradossale che a fronte di un rischio planetario, che si valuta sempre più elevato[14], si sia fatto e si continui a fare troppo poco, quando invece la problematica, vista la posta in gioco, dovrebbe essere in cima ai pensieri dell’opinione pubblica e alle azioni dei decisori.
(Guarda preoccupata la ragazza, che sembra immersa in un’altra dimensione).
E comunque, ti ripeto, può darsi che mi sbaglio.
Ragazza (si scuote): No, non si sbaglia, anche perché i più di voi tra quelli che detengono il potere, sostengono che le risposte a tutte le questioni, incluso i cambiamenti climatici, possono essere affrontate all’interno del paradigma socioeconomico attuale, e vedono il futuro come una semplice estensione dell’oggi[15]. Invece non è così, dovreste cambiare radicalmente registro, ma chi guida la diligenza non ha nessuna voglia di farlo. Non credo che ci siano molti spazi per essere ottimisti. E di tempo, vi assicuro, ne è rimasto poco, veramente poco.
L’ultima speranza per voi sono le azioni dal basso di movimenti sovranazionali non violenti, che stanno coinvolgendo soprattutto i giovani[16], e l’impegno di qualche personalità eccezionale, come Papa Francesco[17].
(Alza lo sguardo e si astrae di nuovo, assume un’aria trasognata, come se stesse ascoltando una voce di silenzio sottile che viene da lontano, poi sembra risvegliarsi e si alza di scatto).
Mi scusi, devo andare. Lei come sta, come va la gamba?
Donna (si alza, fa qualche passo): Lo sai che non mi fa più male? (Sorride riconoscente alla ragazza): Ma che hai, le mani magiche?
Ragazza: Sono contenta che stia bene, la saluto, piacere di aver fatto la sua conoscenza.
La ragazza si avvia
Donna: Ciao cara, piacere mio di averti conosciuta … io sono Carmela … tu?
Ragazza: Io … Anima del Mondo.
La ragazza si allontana.
Donna (stupita, la guarda amorevolmente mentre va via e mormora tra sé e sé): Anima del Mondo … ragazza mia, sarebbe veramente il caso che l’Anima del Mondo si facesse un giretto in mezzo a noi per vedere come siamo ridotti, e per porre rimedio a tutti i guai che stiamo combinando. Ci vorrebbe giusto un miracolo per uscirne fuori, giusto un miracolo!
Mah, meno male che la gamba va bene, è ora di rientrare.
[1] https://www.sanitainformazione.it/ambiente/alluvione-nelle-marche-tragedia-imprevedibile-ma-annunciata/ .
[2] Cfr. Three Decades of Climate Mitigation: Why Haven’t We Bent the Global Emissions Curve? 2021. Annual Review of Environment and Resources, Vol. 46, pag. 653-689, https://www.annualreviews.org/doi/full/10.1146/annurev-environ-012220-011104, pag. 657.
[3] https://www.iea.org/news/global-co2-emissions-rebounded-to-their-highest-level-in-history-in-2021
[4] Cfr. IPCC Sixth Assessment Report, 2021-2022, The Physical Science Basis, (ad es. il Summary for Policy Makers, A2 The scale of recent changes across the climate system as a whole and the present state of many aspects of the climate system are unprecedented over many centuries to many thousands of years).
[5] Cfr. IPCC Sixth Assessment Report, 2021-2022, The Physical Science Basis, chapter 2, pag 355-358.
[6] Cfr. https://it.euronews.com/green/2020/02/14/l-acidificazione-degli-oceani-sta-trasformando-gli-ecosistemi-in-modo-imprevedibile .
[7] Cfr. il libro di Amitav Ghosh “La grande cecità. Il cambiamento climatico è l’impensabile”, Neri Pozza, 2017.
[8] Cfr. per es. https://www.focsiv.it/post-economia/?fbclid=IwAR1Eu4R1Vzuu-wZLWqNPzJ5tC-Z6p8JaAWA0091rXwW_iIH3mm9FE8xiKDU .
[9] Cfr. IPCC Sixth Assessment Report, 2021-2022, The Physical Science Basis, (ad es. il Summary for Policy Makers, B5 Many changes due to past and future greenhouse gas emissions are irreversible for centuries to millennia, especially changes in the ocean, ice sheets and global sea level).
[10] Cfr. IPCC Sixth Assessment Report, 2021-2022, The Physical Science Basis, (ad es. il Summary for Policy Makers).
[11] Cfr. Salmo 115.
[12] Hybris: termine del Greco antico che si può rendere in italiano con “tracotanza”. Presso gli antichi Greci postura che porta all’eccesso, alla prevaricazione, a una perdita della giusta misura immancabilmente seguita dalla punizione divina.
[13] Capstick, S., Thierry, A., Cox, E. et al. 2022. Civil disobedience by scientists helps press for urgent climate action. Nature Climate Change 12, 773–774. https://doi.org/10.1038/s41558-022-01461-y .
[14] Vedi i Rapporti dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) relativi al sesto ciclo di valutazione, 2021-2022: https://ipccitalia.cmcc.it/cose-lipcc/.
[15] Cfr. Three Decades of Climate Mitigation: Why Haven’t We Bent the Global Emissions Curve? 2021. Annual Review of Environment and Resources, Vol. 46, pag. 653-689, https://www.annualreviews.org/doi/full/10.1146/annurev-environ-012220-011104, in particolare pag. 658-659, dove si evidenzia come l’attuale corrente di pensiero mainstream sostiene che le risposte a tutte le questioni, incluso i cambiamenti climatici, possono essere affrontate all’interno del paradigma socioeconomico attuale, e vede il futuro come una semplice estensione dell’oggi.
[16] Cfr. per es. https://extinctionrebellion.it/chi-siamo/extinction-rebellion/