Diritti verso il caos climatico
Fonte immagine Banking on Climate Chaos, le pagelle di Intesa Sanpaolo e Unicredit (valori.it)
Ufficio Policy Focsiv – Ieri è stato diffuso il sesto rapporto di valutazione sul cambiamento climatico del Panel Internazionale di scienziati sul cambiamento climatico (AR6 Sesto Rapporto di valutazione – IPCC – Focal Point Italia (cmcc.it). Qui riassumiamo i principali messaggi della sua presentazione che indicano come le politiche della comunità internazionale, degli Stati, delle imprese, siano insufficienti ed inique; è necessaria una grande cooperazione internazionale per ridurre le emissioni e sostenere gli investimenti di adattamento con finanziamenti adeguati per uno sviluppo equo e resiliente.
L’avvertimento: il ritmo e la portata dell’azione per il clima sono insufficienti per affrontare i cambiamenti climatici.
Gli impatti negativi dei cambiamenti causati dall’uomo si intensificheranno: vi sarà maggiore scarsità d’acqua e minore produzione alimentare; la salute e il benessere si ridurranno; le città, gli insediamenti umani e le infrastrutture decadranno; peggioreranno la struttura degli ecosistemi, gli spostamenti dell’areale delle specie e i cambiamenti nei tempi di vita.
Gli eventi estremi diventano più diffusi e pronunciati a ogni incremento del riscaldamento.
La speranza è integrare ora un’azione climatica efficace ed equa che ridurrà le perdite e i danni. Sono disponibili opzioni multiple, fattibili ed efficaci per ridurre le emissioni di gas serra e adattarsi ai cambiamenti climatici causati dall’uomo. L’azione per il clima offre co-benefici.
La sfida è ridurre le emissioni in modo rapido e deciso per creare un mondo più sicuro e sostenibile; sviluppare le pratiche e le infrastrutture per aumentare la resilienza; ridurre le emissioni globali di gas serra di quasi la metà entro il 2030. È necessario intervenire su più fronti.
Il percorso da seguire è chiaro Sono disponibili opzioni già sperimentate e testate che devono essere progettate per contesti diversi e diffuse su più ampia scala.
L’equità è una delle soluzioni. Coloro che hanno contribuito meno al cambiamento climatico sono spesso i più vulnerabili ai suoi impatti. Milioni di persone sono esposte a una grave insicurezza alimentare e a una minore sicurezza idrica. Gli impatti maggiori si registrano in alcune zone dell’Africa, dell’Asia, dell’America centrale e meridionale, dei Paesi meno sviluppati, delle piccole isole e dell’Artico. Le persone nelle aree altamente vulnerabili hanno fino a 15 volte più probabilità di morire in caso di inondazioni, siccità e tempeste (rispetto a quelle nelle aree più resilienti).
Occorre un aumento dei finanziamenti per l’azione per il clima pari a 3-6 volte gli attuali investimenti per il clima. Ma i finanziamenti globali sono sufficienti per ridurre rapidamente le emissioni. I Paesi in via di sviluppo hanno bisogno di finanziamenti esterni per soddisfare le esigenze di adattamento. Sono disponibili opzioni per aumentare i finanziamenti.
La strada da percorrere è uno sviluppo resiliente ai cambiamenti climatici. Integrare le misure di adattamento ai cambiamenti climatici con le azioni di riduzione delle emissioni in modo da fornire benefici più ampi: migliorare la salute e i mezzi di sussistenza delle popolazioni; ridurre la povertà e la fame; provvedere a energia, acqua e aria pulite.
I fattori abilitanti per un’azione efficace sul clima sono un maggiore impegno politico, la condivisione di conoscenze diverse; la cooperazione internazionale; la gestione efficace degli ecosistemi; una governance inclusiva.
Anche i fattori umani permettono di agire e sono: Fiducia, Riconoscimento, Collaborazione, Condivisione dei benefici e dell’onere, considerato che alcuni possono contribuire più di altri.
Le nostre scelte si ripercuoteranno per centinaia, o addirittura migliaia, di anni.