Dossier IDOS 2017: quando i numeri raccontano una realtà diversa sull’immigrazione
Non solo numeri alla presentazione del “Dossier Statistico Immigrazione 2017” che si è tenuta giovedì mattina al Teatro Orione a Roma e, in contemporanea, in diverse Regioni italiane.
Non solo dati statistici, ma il racconto della realtà di un fenomeno complesso e dalle molteplici sfaccettature come quello migratorio, con la consapevolezza che dietro a questi dati ci sono sempre delle persone e non dei semplici numeri.
Come FOCSIV abbiamo partecipato all’evento di presentazione del Dossier, curato dal Centro Studi e Ricerche IDOS e dal Centro Studi Confronti, con la collaborazione dell’UNAR e il sostegno dei fondi dell’Otto per Mille della Chiesa Valdese.
Il rapporto offre una fotografia dello stato attuale dell’immigrazione in Italia, un’immagine nitida in grado di legare insieme i diversi aspetti del fenomeno: economici, occupazionali, socio-culturali e religiosi. L’obiettivo del Dossier di IDOS, che quest’anno giunge alla sua 27esima edizione, è proprio questo: partire dai dati per promuovere una conoscenza approfondita dell’argomento, cercando di far prevalere l’oggettività sugli stereotipi e sulle percezioni, spesso distorte, che si hanno della questione. L’immigrazione, infatti, “è un’urgenza culturale prima ancora che politica e sociale”, come ha sottolineato il Pastore Luca Anziani, Vice moderatore della Tavola Valdese.
I pregiudizi diffusi sulla reale portata del fenomeno, amplificati dalle facili strumentalizzazioni politiche, farebbero pensare ad un’“invasione” in atto dalla quale dobbiamo difenderci. I dati del Dossier, illustrati dal Presidente di IDOS, Ugo Melchionda, ci raccontano però una realtà diversa. Il numero dei cittadini stranieri residenti in Italia alla fine del 2016 è, infatti, aumentato di appena 20.875 rispetto all’anno precedente, nonostante tra sbarchi e flussi in arrivo, i movimenti migratori abbiano interessato quasi un milione di persone. Un dato interessante riguarda il numero di migranti regolari nel nostro Paese, che non è molto distante da quello degli italiani residenti all’estero (5.359.000 stranieri in Italia contro 5.383.199 italiani all’estero). Anche il timore di un’“invasione islamica” è del tutto privo di fondamento, se si pensa che la maggior parte degli immigrati è di fede cristiana, con una prevalenza di ortodossi, mentre solo un terzo dell’intera presenza straniera in Italia è composto da musulmani.
Come sottolineato più volte nel corso del convegno, si avverte la necessità di una “narrazione” più veritiera del fenomeno dell’immigrazione, che tenga conto di tutti gli aspetti e non soltanto di quelli negativi e allarmistici. Una narrazione in grado di allontanare le derive intolleranti e xenofobe e di restituire importanza alle politiche di integrazione oltre a quelle di accoglienza. Una nuova narrazione è indispensabile perché è la paura a fare da padrona nel racconto che si fa del fenomeno migratorio, ingigantendone i contorni e facendo percepire minacce che in realtà non ci sono. In un contesto nazionale e regionale profondamente mutato, la presenza degli immigrati e dei loro figli rappresenta, infatti, un’opportunità straordinaria per la crescita delle nostre società e, in generale, per la costruzione di un mondo più aperto e solidale.
Nel racconto del fenomeno migratorio devono perciò trovare spazio, prima di tutto, le voci di chi questo fenomeno lo vive quotidianamente. Come quella di Insaf Dimassi, studentessa di Scienze Politiche a Bologna e tunisina di origine, rappresentante del Movimento Italiani Senza Cittadinanza. Insaf ha spiegato come, pur essendo giunta in Italia a soli 9 mesi ed avendo vissuto e studiato in Italia, non ha potuto acquisire la cittadinanza perché la legge attuale, la n. 91 del 1992, non lo permette. Non può votare, non può partecipare ai concorsi pubblici, non può candidarsi alle elezioni perché non è considerata italiana. Come lei, gli altri ragazzi e ragazze provenienti da ogni parte d’Italia che hanno dato vita al Movimento, si sentono italiani a tutti gli effetti ma non hanno un documento che possa testimoniarlo. Vorrebbero vedere riconosciuti i propri diritti di cittadini, ma non hanno la possibilità di investire in quello che è anche il loro Paese, ma che non offre loro le stesse opportunità dei loro coetanei.
“La questione della cittadinanza non è una questione economica, ma di opportunità e di diritti” ha spiegato Insaf. Per questo è importante cambiare la legge attuale sulla cittadinanza per riconoscere i diritti delle nuove generazioni italiane.
FOCSIV aderisce allo sciopero della fame per chiedere l’approvazione della legge sullo Ius Soli e lo fa attraverso l’appello di Khadija, nata in Marocco e arrivata in Italia a 6 anni, volontaria in servizio civile con l’Ong LVIA.
Guarda il video e aiutaci a diffondere l’appello!
Alla presentazione del “Dossier Statistico Immigrazione 2017” hanno preso parte Luigina Di Liegro, Fondazione Internazionale Don Luigi Di Liegro Onlus, Past. Luca Anziani, Vice Moderatore della Tavola Valdese, Ugo Melchionda, Presidente del Centro Studi e Ricerche IDOS, Tatiana Esposito, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Insaf Dimassi, Movimento Italiani Senza Cittadinanza, Don Vinicio Albanesi, Presidente della Comunità di Capodarco, Mauro Biani, Educatore professionale, fumettista e illustratore, Sen. Mario Giro, Vice Ministro degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale, Claudio Paravati, Direttore Centro Studi Confronti, Franco Pittau, Coordinatore scientifico Dossier statistico Immigrazione.