Durban, FOCSIV: la solidarietà prevalga sugli interessi nazionali e le considerazioni economiche
All’inizio della seconda settimana di negoziati del primo vertice sul clima delle Nazioni Unite in Africa cresce il timone per un nulla di fatto. FOCSIV pertanto ribadisce, attraverso le Raccomandazioni per la diciassettesima Conferenza sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite (COP17), il suo appello ai paesi industrializzati e maggiormente responsabili dei cambiamenti climatici di dare prova di leadership attraverso il sostegno al proseguimento del Protocollo di Kyoto.
“Dopo una settimana di negoziati che non hanno portato buone notizie, ai Ministri che da oggi siedono al tavolo dei lavori di Durban, chiediamo di riflettere sulle responsabilità che assumono in questi giorni per il futuro di noi tutti e dei nostri figli. Le decisioni che venerdì saranno assunte con il documento finale della Conferenza saranno determinanti data l’urgenza e l’improcastinabilità delle misure e delle azioni per il clima” dice Sergio Marelli, Segretario Generale FOCSIV.
Secondo la Federazione, i paesi industrializzati devono mantenere le promesse fatte a Cancun di dedicare 100 miliardi dollari entro il 2020 sotto forma di fondi nuovi e aggiuntivi per l’azione sul clima dei paesi in via di sviluppo, e di dare seguito al Fast Start Finance di 30 miliardi di dollari per il 2010-12. Il Fondo verde delle Nazioni Unite sul clima, inoltre, dovrebbe essere operativo entro il 2013 per scongiurare un gap finanziario dopo il 2012. L’utilizzo di fonti innovative, come una tassa sulle transazioni finanziarie – che sta guadagnando crescente consenso tra i leader mondiali – potrebbe contribuire al raggiungimento di tale obiettivo.
“Due Paesi, Cina e USA, stanno usando Durban per un loro regolamento di conti del quale pagheremo le salatissime conseguenze. Per le popolazioni povere dei Sud del mondo e per gli ecosistemi dei loro Paesi sono ore drammatiche: senza un accordo tra i due grandi inquinatori non saranno fissati i nuovi obiettivi per il post protocollo di Kyoto. Il pianeta intero e i suoi abitanti sono in balia della legge del si salvi chi può, una legge che per molti poveri dei Paesi del Sud del mondo avrà conseguenze catastrofiche. Basti pensare agli abitanti delle piccole isole del Pacifico destinate a scomparire per innalzamento del livello dei mari” conclude Marelli.