È arrivato il momento di decidere … ma per una Europa solidale con i migranti
Concord Italia denuncia il continuo stallo sulle politiche migratorie mentre i morti crescono di giorno in giorno così come i soprusi e i respingimenti dei migranti in seno all’Europa. Speriamo che i prossimi vertici annunciati per il 22 e il 23 Settembre conducano a delle decisioni cogenti, eventualmente prese anche a maggioranza. Ma speriamo anche che queste decisioni vadano a favore della solidarietà e del rispetto dei diritti dei migranti innanzitutto.
La divisione dell’Unione è eclatante tra visioni di chiusura e controllo e timide aperture e compromessi, comunque molto selettivi e condizionati al rafforzamento della frontiera esterna. Non esistono migranti di seria A, i richiedenti asilo, e migranti di serie B, quelli per cosiddette motivazioni economiche. I migranti comunque decidono di lasciare le proprie comunità per avere maggiori opportunità di sostenere la propria famiglia. L’aspirazione ad una vita migliore è universale. Non è giusto restringere l’accoglienza solo ai cosiddetti richiedenti asilo. E’ necessaria una risposta più ampia e articolata dell’Unione europea, mentre invece è tutta centrata sull’emergenza.
In particolare, tutta l’attenzione è ora focalizzata sulla creazione dei cosiddetti Hotspots per l’identificazione e registrazione, perché il vero interesse di tutti i paesi membri è la salvaguardia dello spazio Schengen e quindi evitare di esercitare i controlli sulle frontiere interne. La priorità non sono le vite dei migranti, ma la libertà di circolazione dentro l’Europa. Ebbene, che questi Hotspots non siano nuovi centri di detenzione! Lotteremo con tutte le nostre forze perché non lo diventino.
La creazione di questi Hotsposts andrà di pari passo con la ripartizione dei richiedenti asilo (120 mila + 40 mila), obbligatoria come richiesto da Commissione e stati membri occidentali (i ricchi e buoni?), contro quelli orientali (i poveri e cattivi?) che si oppongono e al limite chiedono la volontarietà. Anche in questo caso non si tiene conto dei diritti dei migranti, restringendo la ripartizione ad alcune nazionalità (solo siriani, afgani, iracheni ed eritrei), e mantenendo il divieto della loro mobilità dentro l’UE. Chiediamo invece che venga applicato il mutuo riconoscimento dello status di rifugiati tra i paesi membri per consentire la libertà di circolazione. E che gli Hotspots siano luoghi aperti e integrati nei territori e con le società civili.
Intanto si allarga il fossato con i paesi vicini e africani. Si decide di aumentare l’aiuto ai campi profughi e le iniziative di sviluppo solo con un fine strumentale, affinché tutto “stia là”, se possibile con regimi che garantiscano ordine e stabilità, e lo si fa chiedendo maggiori operazioni di rimpatrio, soprattutto forzate, mentre alcuni premier europei lanciano messaggi contro i migranti musulmani e per salvaguardare la cristianità e un’Europa bianca. Numerosi segnali purtroppo rimandano a uno scontro europeo tra fascismo e democrazia. Ecco la posta in gioco più alta!
La cooperazione allo sviluppo, così come i rimpatri volontari assistiti che rispondono ad esigenze umanitarie, non devono essere strumentalizzati agli interessi di controllo delle migrazioni. Occorre fare un discorso di verità. Molte analisi scientifiche mostrano come la cooperazione allo sviluppo debba andare di pari passo con il riconoscimento della mobilità (si veda ad esempio il Rapporto UNDP del 2009). Non è con più cooperazione “per aiutarli a casa loro e … farli stare là” che si risolvono i problemi dello sviluppo e delle migrazioni. Peraltro gli studi evidenziano come con la crescita economica le migrazioni aumentino (e non diminuiscano!) fino a che non si riduce in modo significativo il differenziale con i paesi di destino. E’ piuttosto con un cooperazione tra società civili, piccole imprese e cooperative, assieme ad opportunità di mobilità, e soprattutto con politiche commerciali e finanziarie coerenti e responsabili che favoriscono lo sviluppo delle comunità del Sud, che si potranno creare le condizioni per ridurre la necessità di migrare. Combattere la speculazione e i paradisi fiscali e finanziari, gli investimenti che rubano terra e risorse naturali, il commercio sleale e che sfrutta i lavoratori … sono queste le vere azioni, con una sana cooperazione allo sviluppo, che chiediamo da tempo.
Ci attendiamo che la fuoriuscita da questa situazione incancrenita imperniata sulla difesa dei confini (aprendo comunque a maggiori flussi di richiedenti asilo: e questa è la nota positiva), che le ondate di emotività per lo scandalo di alcune tragedie e il richiamo ai nostri interessi di medio-lungo periodo più di tanto non smuovono, sarà comunque al ribasso. Come società civile non possiamo che ribadire il nostro impegno per una Europa solidale, sostenendo tutte quelle iniziative (e sono molte e nascoste) che rispondono al diritto alla vita dei migranti, a un lavoro dignitoso e allo sviluppo delle comunità, per una Europa democratica. Come organismi parte di Concord siamo per una risposta operativa collettiva a favore di una Europa solidale con i migranti, sono diverse le iniziative concrete a favore delle comunità del Sud nell’ottica di creare relazioni e ponti con l’Europa, reti tra famiglie e comunità oltre le frontiere, e non chiusure e respingimenti.