Equità e giustizia climatica per la COP29. Seconda parte
Fonte immagine MRSC – Centering Equity in Climate Plans and Programs
Ufficio Policy Focsiv – Proseguiamo la presentazione del rapporto Civil Society Equity Review. Dopo l’analisi dei problemi che rallentano la transizione giusta verso un sistema equo di giustizia climatica e sociale (vedi Equità e giustizia climatica per la COP29. – Focsiv), passiamo a vedere quali possono essere le soluzioni.
Le soluzioni proposte sono:
- Incremento dell’ambizione negli NDCs (Contributi Determinati a livello Nazionale)
I paesi sviluppati devono aumentare significativamente i loro impegni di riduzione delle emissioni, almeno raddoppiando o triplicando i loro obiettivi attuali per il 2035: questo richiederà una profonda trasformazione dei sistemi energetici, con una rapida eliminazione graduale dei combustibili fossili e investimenti massicci nelle energie rinnovabili (vedi Per nuovi e ambiziosi piani climatici).
Il rapporto evidenzia poi come molti paesi del Sud del mondo siano già più vicini al raggiungimento delle loro quote eque, ma è necessario anche qui che le élite nazionali ad alte emissioni contribuiscano equamente. Questi dovrebbero inoltre indicare nei loro NDCs il potenziale per azioni aggiuntive che potrebbero essere realizzate con adeguato supporto finanziario.
- Transizione equa dei combustibili fossili
Il rapporto propone un’eliminazione graduale dell’estrazione di combustibili fossili secondo principi di giustizia sociale e ambientale. Questa eliminazione deve essere proporzionata alla dipendenza economica e sociale di ciascun paese, e dunque riconoscere un ritmo differenziato in base alla dipendenza dai combustibili fossili e alla capacità di sostenere i costi di transizione. I principi guida includono:
- interrompere immediatamente l’estrazione dove viola i diritti umani (vedi Per una transizione energetica giusta, fondata sui diritti umani e non estrattivistica),
- ridurre l’estrazione al ritmo necessario per limitare il riscaldamento globale a 1.5°C,
- fornire una transizione giusta per i lavoratori e le comunità dipendenti dal settore,
- condividere equamente i costi della transizione, con il Nord Globale che assume una maggiore responsabilità.
In relazione a quest’ultimo punto, il rapporto propone anche una mobilitazione di finanziamenti climatici su larga scala e un cambiamento sistemico della governance economica globale
Si sottolinea l’importanza di una trasformazione dell’architettura finanziaria globale (vedi Quale finanza per il clima e lo sviluppo?) per mobilitare trilioni di dollari all’anno, necessari per supportare una transizione verso un futuro a zero emissioni, con finanziamenti climatici che devono essere equi, aggiuntivi e non creare nuovo debito per i Paesi in via di sviluppo. Le proposte per ottenere questi finanziamenti includono la riforma dei sussidi ai combustibili fossili, la riduzione della spesa militare e l’introduzione di misure di giustizia fiscale globale, come tasse sulle aziende inquinanti, sui patrimoni dei super-ricchi e sulle transazioni finanziarie.
La governance globale deve essere anch’essa più equa e democratica, promuovendo economie nazionali incentrate sul benessere delle persone e sistemi economici e finanziari orientati all’equità sociale e alla sostenibilità ambientale.
Per concludere, dunque, l’Equity Review 2024 offre un’analisi completa e incisiva delle sfide e delle opportunità legate alla risposta globale al cambiamento climatico. Il suo messaggio centrale è chiaro: per avere successo, la mobilitazione per il clima deve essere guidata da principi di equità, giustizia e solidarietà internazionale.
La crisi climatica è infatti sintomo delle disuguaglianze globali e della mancata volontà politica di affrontarle: il Nord Globale ha fallito non solo nella mitigazione domestica, ma anche nel supportare i paesi in via di sviluppo, aggravando ulteriormente le sfide per raggiungere un futuro sostenibile. Una trasformazione sistemica è indispensabile, che includa cambiamenti nelle strutture economiche, nelle politiche di investimento e nei modelli di consumo. Solo affrontando la crisi climatica con un approccio di questo genere sarà possibile garantire un mondo in cui la civiltà possa prosperare.