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LA FEDE NEL CREATORE PER ABITARE LA TERRA
Questo è il titolo del Seminario sulla Salvaguardia del Creato promosso dalla CEI e tenutosi ad Assisi 1-2 marzo u.s e che ha avuto come tema dominante il nostro rapporto con la natura che spesso si presenta contraddittoria, una natura che ha volte si manifesta con eventi calamitosi con danni e perdite di vite umane. Ce lo racconta Carlo leoni del VISPE e delegato FOCSIV al Gruppo Creato della CEI
Si è svolto ad Assisi il seminario sulla Salvaguardia del Creato. Circa 40 partecipanti, con la presenza di Monsignor Sorrentino – Vescovo di Assisi, di Monsignor Angelo Casile – Responsabile dell’ufficio nazionale per i problemi sociali e del lavoro, alla presenza dei delegati diocesani italiani degli uffici della pastorale del lavoro e dell’ambiente.
Assisi, quale posto più indicato come sede di incontro per parlare di Creato. Mai come alla sera nella cripta della Basilica di S.Francesco le parole Fratello Sole e Sorella Luna risuonavano vere e autentiche.
Il convegno “La fede nel creatore per abitare la terra” ha avuto come tema dominante il nostro rapporto con la natura che spesso si presenta contraddittoria, una natura che ha volte si manifesta con eventi calamitosi con danni e perdite di vite umane.
Il convegno si è aperto con la relazione di Don Nardello dal titolo: Credo in Dio, Padre Onnipotente. Nella sua esposizione appare evidente la contrapposizione tra il Dio Creatore che ci ama e le sofferenze nel mondo date dalle calamità naturali. Spesso si rilegano questi eventi all’incomprensibilità del mistero divino, come pena da sopportare per il peccato divino. Sono pensieri che sono sempre appartenuti alla nostra fede e alla lettura teologica. Oggi si cerca però di andare oltre, ovvero considerare il nostro mondo come il migliore dei possibili mondi. La creazione in pratica non si è ancora conclusa, si trova in uno stato intermedio. In tale nuova prospettiva le sofferenze umane, sia dovute alle cause naturali, sia all’uso fuorviato della libertà umana, possono essere intese come la conseguenza di un mondo non ancora completamente creato. In pratica non ci si deve stupire se la creazione non è ancora completamente compiuta e il tutto fa parte della libera accettazione umana del disegno di Dio. La creazione è incompiuta, questa è la lettura odierna. A noi ci è dato oltre che di guardare il cielo, di guardare anche alla terra e di custodirla cosi come è.
Con queste parole si introduce perfettamente la seconda relazione di Fra Paolo Benanti – Costruire una cultura solidale con il creato. L’intervento è partito dal fatto che nel solo 2011 ci sono state circa 27.000 vittime nel mondo dovute a cause naturali, primo fra tutti il terremoto e conseguente tsunami in Giappone dell’11 marzo. L’aumento delle vittime è causato soprattutto dall’intensa antropizzazione delle aree a rischio. Siamo tutti consapevoli che coabitiamo con possibili eventi naturali e questa interazione dei fenomeni ha dato vita ad una nuova istituzione, la UNISDR United Nations International Startegy for Disaster Reduction, con lo scopo di trovare e sviluppare una risposta adeguata ai rischi naturali e all’approccio delle conseguenze in caso di evento catastrofico.
Le prime considerazioni di questo nuovo ente sono state sviluppate nel primo incontro mondiale tenuto a Hyogo in Giappone. Qui è emerso che la qualità della vita dipende dallo stato di tutti gli esseri viventi che condividono questo pianeta con noi! La natura è in movimento ed in evoluzione. Terremoti, erosioni, eruzioni vulcaniche, incendi, tempeste, frane, siccità, sono eventi che fanno parte di questa natura come il sole e la pioggia. La scienza ci aiuta a capire questi fenomeni ma spesso manca ancora una vera cultura di prevenzione.
Alcuni fenomeni naturali si possono verificare anche perché c’è un’influenza dell’uomo come ad esempio il disboscamento incontrollato può provocare delle frane ed erosioni. Oppure la realizzazione di centri abitati vicini ad un vulcano o in aree periodicamente allagate da fiumi in piena, sono evidenze di una mancata attenzione al sistema natura.
Tutti i rischi possono però essere attenuati o eliminati con una corretta politica di prevenzione. Non possiamo fermare i disastri naturali, fanno parte del creato che si sta compiendo, ma possiamo limitarne i danni. Nasce cosi il concetto di comunità resilienti, ovvero la capacità di un sistema di o di una società esposta a dei rischi naturali di adattarsi, resistendo o cambiando per raggiungere e mantenere un livello accettabile di funzionamento. La resilienza è in pratica la capacità di una popolazione di imparare dai disastri del passato per la protezione futura con azioni di riduzione del rischio. Dopo queste informazioni Fra Paolo ci porta alla sacra scrittura dove già nella genesi si legge che Dio crea l’uomo per collocarlo nel giardino dell’eden per “coltivarlo” e “proteggerlo”!
Dio si ritira e lascia interamente questo compito all’uomo. La nostra custodia è pertanto un compito per garantire il passaggio del creato alle generazioni che verranno. Dobbiamo avere cura del creato e non dominarlo. La bellezza del messaggio di San Francesco che aveva elevato al rango di fratello e sorella ogni creatura è attuale come non mai.
La vita di noi cristiani in questa ottica non può altro che essere consapevole che l’Avvenire è oggi, ma il futuro lo si costruisce.
Da questo seminario ne sono uscito rinnovato. Proprio in questi giorni è nata la figlia di un mio carissimo amico e la prima domanda che gli ho fatto è stata: – Tutto bene?
Capite? E spontaneo dopo un parto chiedere come stanno la figlia/o e la madre, perchè siamo coscienti della fragilità dell’essere umano, delle possibili complicazioni di un parto. Eppure il parto è la cosa più bella e meravigliosa della nostra vita. Così bella ma sempre con un piccolo margine di rischio. Ebbene, inconsciamente, ma ne siamo consapevoli che il nostro creato è a rischio, è un creato in evoluzione e noi ne facciamo parte. Siamo nel disegno di Dio, pienamente inseriti, anzi ne siamo custodi. Custodi…parole che proprio in questi giorni Papa Francesco ha ripreso e raccontato ai potenti della terra. Spettacolare, colui chiamato a ricoprire la cattedra di Pietro trova come primo messaggio ai forti della terra, un messaggio di speranza e di verità. Abitare la terra, questo è il nostro compito, servirla e proteggerla, cristiani e non. In fondo sapete quale è la differenza tra la parola creato e ambiente? Nessuna!
Carlo Leoni
Delegato Focsiv al Gruppo CEI – “Custodia del Creato”