FOCSIV sottoscrive l’appello per fermare i massacri a Beni in Congo
FOCSIV assieme ad altre organizzazioni della società civile, istituzioni e privati cittadini condanna i massacri che da troppo tempo ormai vengono perpetrati nei confronti dei civili nella zona del Nord Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo.
Anche Papa Francesco all’Angelus per la Festa dell’Assunta ha lanciato un accorato appello di pace per la Repubblica Democratica del Congo: “Il mio pensiero va agli abitanti del Nord Kivu recentemente colpiti da nuovi massacri che da tempo vengono perpetuati nel silenzio vergognoso, senza attirare neanche la nostra attenzione. Fanno parte purtroppo dei tanti innocenti che non hanno peso sulla opinione mondiale”. L’appello, promosso dal “Camminatore per la Pace” John Mpaliza e da Padre Alex Zanotelli, chiede alle istituzioni internazionali ed europee di agire rapidamente per porre fine alle stragi di innocenti che insanguinano la Repubblica Democratica del Congo; tra le richieste vi è anche la rapida attuazione del regolamento europeo sui minerali dei conflitti che preveda accurati monitoraggi per fermare il flusso di finanziamenti che i gruppi armati ottengono dal controllo delle risorse minerarie.
Il testo dell’appello:
Intervenire subito per fermare i massacri a Beni, RD Congo
Al Segretario Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite
Al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite
Al Presidente del Parlamento Europeo
Alla Corte Penale Internazionale
Alla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja
Alla Corte Africana dei Diritti Umani e dei Popoli
All’Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Generali e la Politica di Sicurezza
● Nella zona di Beni, nel nord-est della Repubblica Democratica del Congo, sono avvenuti e tuttora avvengono orribili massacri, moltissime persone dell’etnia Nande sono state sgozzate, le braccia di numerosi bambini amputate, le donne violentate e sventrate, famiglie intere massacrate e brutalmente
uccise.
● Il 14 maggio 2016 i coordinatori locali dei gruppi della società civile di Beni, Lubero e Butembo hanno denunciato in una lettera aperta le uccisioni di 1116 persone, mentre 1470 rapimenti sono stati ufficialmente registrati solo negli ultimi due anni.
● La sequenza incessante di brutali omicidi contro la popolazione inerme in vari villaggi della zona, che continua nonostante la presenza dell’esercito congolese e delle truppe delle Nazioni Unite, è estremamente inquietante e fa intravedere un disegno criminale portato a termine con agghiacciante spietatezza per spazzare via con la violenza e il terrore i civili residenti nell’area.
Chiediamo:
1. che la comunità internazionale, e in particolare il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite su pressione degli Stati europei membri, metta in atto tutte le misure necessarie per far cessare il prima possibile i massacri;
2. che venga promossa un’inchiesta sui crimini commessi in quest’area della Repubblica Democratica del Congo presso la Corte Penale Internazionale, la Corte Africana dei Diritti Umani e dei Popoli, la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja;
3. che l’Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari Generali e la Politica di Sicurezza promuova con urgenza a livello europeo e internazionale un’inchiesta su questi massacri;
4. che l’Unione europea valuti di inviare un rappresentante speciale nella zona di Beni per redigere un rapporto da presentare con la massima urgenza al Parlamento europeo, ai governi degli Stati membri ed alle più alte istituzioni europee;
5. che alla missione MONUSCO dell’ONU, oltre al mandato di osservazione, venga data con urgenza facoltà di interposizione nella zona di Beni, e che la stessa sia posta in grado di difendere e proteggere effettivamente ed efficacemente la popolazione civile dalla crescente violenza dei miliziani;
6. che, essendo il commercio illegale dei minerali la sorgente primaria di supporto per i gruppi armati operanti nel nord-est del Congo, l’Unione Europea deve approvare e implementare al più presto il regolamento sui “minerali dei conflitti” negoziato recentemente, prevedendo un attento monitoraggio in modo da adottare tutti i miglioramenti possibili per rendere sempre più efficace il contrasto al finanziamento dei conflitti.
Per firmare l’appello cliccare al seguente link.