I costi della transizione ecologica nelle zone di sacrifico dell’ispanosfera
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Ufficio Policy Focsiv – È stato recentemente pubblicato un rapporto da “Equal Times” riguardo l’attività estrattiva mineraria nell’ispanosfera del 21° secolo, con focus sul ruolo dei minerali critici nella transizione verde e sull’impatto ecologico nelle zone oggetto di attività estrattiva di tali minerali. Il rapporto è stato realizzato con la collaborazione della rete spagnola “Enlázate por la Justicia” e con la II Carovana per l’Ecologia Integrale (Iglesias y MInería). I minerali critici, come rame, litio, nichel, cobalto, zinco e terre rare, sono essenziali per produrre varie tecnologie pulite, tra cui auto elettriche, turbine eoliche, pannelli solari e batterie. Tali minerali sono alla base della transizione energetica affinché il mondo abbandoni i combustibili fossili e si muova verso fonti di energia rinnovabile. Negli ultimi cinque anni, il mercato dei minerali critici è raddoppiato, raggiungendo 320 miliardi di dollari nel 2022. Secondo i dati dell’Agenzia internazionale dell’energia entro il 2040, la domanda di minerali critici potrebbe quadruplicare o addirittura sestuplicare rispetto ai livelli attuali.
In molti paesi, la crescente domanda di materiali critici sta alimentando l’estrazione mineraria illegale e accordi commerciali che favoriscono la continuità di un approccio di sviluppo che porta danni a livello umano ed ambientale. Di fatto, la transizione sta determinando nuove forme di estrazione e i territori del Sud continuano ad essere zone di sacrificio (Il modello di estrattivismo: gigantismo e aree di sacrificio – Focsiv). Ad oggi, secondo un rapporto di Oxfam, il settore minerario delle batterie al litio, cobalto e grafite non è pronto per una transizione giusta.
In risposta all’aumento dei progetti minerari, da diversi anni molti gruppi di resistenza sociale ed ambientale stanno tessendo alleanze attraverso una rete dimobilitazione sociale. Da decenni, dall’Argentina al Guatemala la resistenza contro l’estrazione mineraria continua sesto sosta. In questo contesto, la resistenza diventa l’unica risposta concreta contro un sistema corrotto dalle dinamiche del denaro, in cui la vita umana e l’ambiente non hanno nessun valore.
Recentemente, la II Carovana latinoamericana per la difesa dell’ecologia integrale, organizzata dalla Rete delle Chiese e delle Miniere (Red Iglesias y Mineria) con il sostegno dell’alleanza Link Up for Justice (Enlázate por la Justicia), ha viaggiato attraverso l’Unione europea (Ue) con sei rappresentanti dei paesi dell’America Latina colpiti dall’estrattivismo per denunciare la loro situazione tramite azioni di advocacy e di sensibilizzazione.
Tra le altre iniziative, in Spagna varie piatteforme locali si sono unite per formare una rete più ampia di resistenza contro l’industria mineraria. Tra queste, la piattaforma dei cittadini contro il macroprogetto del quarzo a cielo aperto nel nord-est di Segovia ha firmato il manifesto internazionale Caminando contra la Minería per denunciare i rischi ambientali associati a progetti di questo tipo.
- La transizione verde spinge la domanda di minerali critici nel mondo
Negli ultimi cinque anni, il mercato dei minerali critici è raddoppiato, raggiungendo 320 miliardi di dollari nel 2022. Secondo i dati dell’Agenzia internazionale dell’energia entro il 2040, la domanda di minerali critici potrebbequadruplicare o addiritturasestuplicare rispetto ai livelli attuali.
Per minerali critici s’intende rame, litio, nichel, cobalto e terre rare, materie prime fondamentali per costruire tecnologie pulite come turbine eoliche, pannelli solari, veicoli elettrici e reti elettriche. Le tecnologie ecologiche si basano sull’utilizzo di energia rinnovabile per generare sia elettricità che calore, senza inquinare. Per questo motivo, le principali strategie di decarbonizzazione considerano l’incremento dell’utilizzo delle rinnovabili come necessario per poter raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica al 2050. Infatti, i progetti minerari per produrre tecnologie pulite utili alla transizione verde e digitale vengono promossi in tutto il mondo.
Il rischio dell’aumento della domanda di materiali critici è che da una parte i paesi in grado di estrarli e trasformarli beneficeranno di vantaggi competitivi, mentre i paesi soggetti all’attività estrattiva avranno impatti devastanti in termini ambientali e sociali.
In questo settore, i leader dell’elettromobilità sono Cina, Stati Uniti e Unione Europea, secondo la Commissione economica per l’America Latina e i Caraibi (ECLAC). Oxfamha condotto uno studio per valutare il livello di impegno dimostrato da 43 compagnie minerarie che producono batterie nei confronti dei diritti degli indigeni, in particolare riguardo il consenso libero, preventivo e informato (FPIC).
Dal rapporto emerge un livello insufficiente di impegno a favore della parità di genere, dei diritti umani e della tutela dei difensori dei diritti umani. Ad oggi, il settore minerario delle batterie al litio, cobalto e grafite non è pronto per una transizione giusta. Oxfam ha raccomandato l’inclusione delle comunità indigene nei processi decisionali, per garantire una produzione e un utilizzo responsabili.
2. Reti di ascolto e sostegno
L’UE ha approvato una legge sulle materie prime critiche che mira a ridurre la burocrazia, sviluppare partenariati strategici con paesi terzi e promuovere un’economia circolare riciclando il 15% del consumo annuale di questi minerali entro il 2030. In questa occasione, la II Carovanalatinoamericana per l’Ecologia Integrale, ha incontrato alcuni governi dell’UE con sei rappresentanti dei paesi dell’America Latina colpiti dall’estrattivismo per denunciare la loro situazione e trovare delle possibili soluzioni. L’ iniziativa è organizzata dalla Rete delle Chiese e delle Miniere (Red Iglesias y Mineria) con il sostegno della rete spagnola (Enlázate por la Justicia). Questa rete è simbolo di solidarietà e azione comune per fermare un modello economico basato sul saccheggio della Madre Terra, sull’espropriazione della vita e sulla continua accumulazione di capitale a scapito dei diritti. È nata più di dieci anni e racchiude le comunità latinoamericane vittime dell’estrattivismo minerario. Nel 2022, c’è stata la I carovana per la difesa dell’ecologia integrale, con varie tappe, tra cui Germania, Italia, Belgio, Austria ed è terminata in Spagna.
I rappresentati chiedono il disinvestimento nell’industria mineraria come azione concreta per porre fine al finanziamento delle catastrofi e della criminalità socio-ambientale che sta devastando interi territori. Difatti, la transizione sta determinando nuove forme di estrazione e i territori del Sud continuano ad essere zone di sacrificio. Le comunità dove si estrae il litio restano senza acqua, spiega Guilherme Cavalli, rappresentante del Brasile nella carovana. Oltre il 30% del litio mondiale viene estratto in Brasile, Cile, Argentina e Bolivia, spesso in aree “disabitate”, come le saline.
In risposta all’aumento dei progetti minerari, in Brasile la rete ha avviato un processo di dibattito e costruzione di politiche con altri movimenti e organizzazioni, attraverso l’hub di Minas Gerais.
3. La resistenza nelle zone di sacrificio
Tra i materiali critici, il litio è un elemento chimico essenziale per la produzione di batterie, utilizzate in dispositivi elettronici portatili, veicoli elettrici e sistemi di stoccaggio dell’energia. Secondo il Consiglio delle Scienze Sociali dell’America Latina,il Cile, l’Argentina e la Bolivia detengono il 68% delle riserve globali di litio.
Il Cile è il secondo produttore mondiale di litio dopo l’Australia. Il governo cileno ha delineato una nuova strategia che prevede un maggiore coinvolgimento statale nei nuovi progetti di estrazione di litio attraverso l’istituzione di una società statale. Inoltre, nel 2023, i senatori Pedro Araya Guerrero e Francisco Huenchumilla hanno proposto una riforma costituzionale, mirata a garantire la partecipazione delle comunità indigene nelle decisioni e nei benefici derivanti dall’attività mineraria.
In Argentina, da decenni la resistenza delle donne indigene a difesa della terra ha dato voce alle sofferenze delle popolazioni locali martoriate dall’estrazione mineraria. La loro resistenza ha avuto un ruolo centrale nel contrastare le politiche governative che devastano le loro comunità e l’ambiente. Nel giugno del 2023, il governatore Morales di Jujuy, una provincia nel “triangolo del litio” ha adottato una riforma locale che limita i diritti alla terra, alla comunità e criminalizza la protesta. Lo scopo dietro la riforma è quello di spostare i popoli originari dalle loro terre per promuovere l’estrazione del litio da parte di imprese multinazionali.
Questa azione ha suscitato una forte resistenza, avviata nel nord-ovest dalle donne di 400 popoli indigeni. Alcune di loro hanno viaggiato per migliaia di chilometri per protestare a Buenos Aires, stabilendo accampamenti presso il Palazzo di Giustizia. “Gli attuali tassi e modelli di consumo non possono essere sostenuti senza uno sfruttamento su larga scala e più violento”, dice Valentina Valdi, la rappresentante argentina nella carovana.
In Guatemala, nell’ottobre 2023 è stata presentata una guida alla sostenibilità per l’attività mineraria. Alcuni impianti minerari non sono più operativi grazie alla resistenza assidua della popolazione locale. Le proteste contro i progetti estrattivi sono represse violentemente e in molti casi gli attivisti vengono assassinati. In altri casi, si comprano il consenso della comunità per continuare l’attività estrattiva.
Più di cento anni fa, il genocidio della gomma causò la morte di almeno 30.000 persone per torture, violenze e fame. Gli indiani amazzonici furono schiavizzati per raccogliere la gomma per i mercati europei e americani. Ad oggi, la violenza ha cambiato solo forme e lo sfruttamento delle risorse continua, avvelenando acqua, cibo e salute, con un aumento delle malattie rare.
La resistenza della popolazione si sta estendo in molte parti del mondo e molti gruppi stanno creando una rete di sostegno per opporsi all’estrazione mineraria, indipendentemente dal tipo di minerali coinvolti. In Spagna, ad esempio, la piattaforma dei cittadini contro il macroprogetto del quarzo a cielo aperto nel nord-est di Segovia ha firmato il manifesto internazionale Caminando contra la Minería per denunciare i rischi ambientali associati a progetti di questo tipo. “La legge europea renderà più facile l’estrazione di materiali strategici. La Spagna è ricca di una varietà di minerali. Siamo preoccupati per l’ambiente e per l’istituzione di rigorose politiche di riutilizzo e riciclaggio”, spiegano i suoi membri.
La resistenza non si è limitata nel nord-est di Segovia, ma è arrivata anche nella Valle Corneja, in Terra Cha nella ‘Spagna svuotata’, in Svezia, Argentina o Tanzania. Questi gruppi si oppongono all’approccio delle aziende che si spostano in aree poco popolate, pensando di evitare opposizione e proteste. Un esempio concreto è la piattaforma “No alla miniera” nella Valle di Corneja, che ha cercato supporto da piattaforme simili in altre regioni come Ávila e Yemas. Ora, queste piattaforme locali si sono unite per formare una rete più ampia di resistenza contro l’industria mineraria.
Queste reti portano avanti una visione comune: l’importanza di porre i diritti umani, la salute, i mezzi di sussistenza, le risorse naturali e l’acqua al di sopra degli interessi commerciali. Vedono l’attuale corsa all’estrazione mineraria come una minaccia globale e cercano di opporsi ad essa attraverso la collaborazione e la mobilitazione sociale.
4. Estrazione legale e illegale
In molti paesi, la crescente domanda di materiali critici ha alimentato l’estrazione mineraria illegale. La legislazione per l’estrazione del litio richiede valutazioni di impatto sociale e ambientale, consenso libero, preventivo e informato, un piano di sviluppo sostenibile e un piano di chiusura.
In Bolivia, molti contratti di estrazione mineraria sono stati respinti per mancanza di conformità alla legislazione mineraria, senza valutazioni ambientali e in assenza del FPIC. Allo stesso tempo, esponenti della società civile stanno denunciando al governo pratiche di estrazione mineraria illegale.
In Perù, si sta sviluppando l’attività mineraria illegale in 30 comunità indigene e ci sono il doppio delle draghe illegali rispetto a tre anni fa. L’Organizzazione Regionale dei Popoli Indigeni dell’Amazzonia Orientale (ORPIO) ha denunciato 120 draghe illegali che stanno attualmente inquinando il fiume Nanay e altri undici fiumi amazzonici. Mentre, nella regione di Maynas i gruppi indigeni di Loreto si oppongono alla concessione mineraria dell’Istituto Geologico Minerario e Metallurgico (Ingemmet).
- Vittorie e precedenti
Dal 2015 al 2021 nell’Amazzonia ecuadoriana, l’attività mineraria è cresciuta del 300%. Lucy Urvina dell’Ecuador, critica aspramente il catasto minerario nazionale perché continua ad assegnare concessioni minerarie in aree vitali in termini di acqua e biodiversità.
La resistenza della popolazione è stata fondamentale per combattere questa battaglia. In Ecuador, si è verificata un’ondata di consultazioni popolari negli ultimi anni. Nel 2023, il 70% della provincia di Pichincha ha votato a favore della protezione delle foreste e del divieto dell’estrazione dei metalli. Questa è stata una vittoria storica per le comunità locali, che hanno lottato per oltre 25 anni per difendere la propria terra. Nel 2011 a Kimsakocha il93% ha votato contro l’attività mineraria, ma il governo ha ignorato il risultato. Nel 2019 a Girón, il 90% ha votato “no” alla mineraria, anch’esso ignorato. Nel 2021 a Cuenca, l’80% ha votato per proteggere le proprie risorse idriche.
Ad agosto, il tribunale provinciale ha sospeso un progetto nel Kimsakocha páramo, un’area di riserva dell’acqua per milioni di persone. Il 7 febbraio 2024, la Corte costituzionale dell’Ecuador ha confermato la sospensione dell’attività mineraria. Questa sentenza rappresenta una vittoria storica perché crea un precedente richiedendo due consultazioni FPIC (con le popolazioni indigene e le popolazioni locali) e una consultazione ambientale. La forza e la perseveranza delle organizzazioni hanno reso possibile questa vittoria legale, creando un importante precedente per la difesa dei diritti umani e della natura in Ecuador.
6. Dialogo di filiera transnazionale e interterritoriale
Electronics Watch, un’organizzazione no-profit, sta conducendo un programma pilota triennale in Congo e Bolivia. Questo programma ha due obiettivi: promuovere il dialogo nella catena di approvvigionamento e formare i minatori su vari aspetti, inclusi diritti umani, salute e sicurezza sul lavoro, ambiente e genere.
Inoltre, l’organizzazione fornisce formazione e assistenza a dieci acquirenti del settore pubblico su requisiti e appalti pubblici che favoriscono la due diligence e il rispetto delle normative internazionali, come il regolamento UE sui minerali di conflitto e le linee guida OCSE. Electronics Watch intende condividere le migliori pratiche e gli strumenti sviluppati durante il programma con oltre 1.500 organizzazioni affiliate, consentendo una diffusione più ampia di approcci responsabili e sostenibili nella filiera mineraria.
Leggi rapporto integrale Mining in the 21st century Hispanosphere and beyond: transition, resistance and empowerment