I danni ambientali dell’estrazione dell’oro
Fonte immagine: Wired
Ufficio Policy Focsiv: proseguendo il nostro impegno sulla questione del diritto alla terra e ad una vita dignitosa, salvaguardando l’ambiente (Land Grabbing e Agroecologia – Focsiv), riportiamo di seguito il commento di Francois Mercier -responsabile delle materie prime e dei diritti umani di Fastenopfer (socio di CIDSE, di cui fa parte anche Focsiv) (Plus de transparence et de contrôle sur l’or importé – Action de Carême (actiondecareme.ch)) sullo studio della produzione dell’oro a Bajo Cauca in Colombia, importato dalla raffineria svizzera ARGOR-HERAEUS (lo studio è scaricabile da Microsoft Word – 2023 – 09 Rapport or MINEROS ARGOR-HERAEUS FINAL.docx (fastenaktion.ch).
L’analisi sottolinea come l’estrazione d’oro rechi svariati danni all’ambiente e alle popolazioni locali. La Svizzera è il fulcro mondiale del commercio dell’oro e, nonostante ciò, non c’è certezza sulla sua provenienza e tanto meno sulla corretta impostazione della due diligence delle imprese nelle sue operazioni estrattive, rischiando così di ledere i diritti umani.
Maggiore trasparenza e controllo sull’oro importato
La raffineria svizzera ARGOR-HERAEUS importa oro dal Bajo Cauca in Colombia, una regione ad alto rischio di conflitto, da ormai quasi 20 anni. Un nuovo studio di Fastenopfer dimostra che le comunità locali interessate non vengono adeguatamente consultate e che la raffineria svizzera non fornisce informazioni trasparenti sull’origine dell’oro. Gli standard svizzeri e internazionali sono inadeguati.
La Svizzera, snodo centrale del commercio mondiale dell’oro, raffina quasi un terzo dell’oro globale. Dietro questa facciata scintillante, tuttavia, si nascondono questioni cruciali per l’ambiente e i diritti umani nelle regioni di produzione, dove lo Stato locale è spesso debole.
La raffineria ARGOR-HERAEUS di Mendrisio è uno dei principali operatori del settore in Svizzera. Come le sue controparti, è soggetta agli standard svizzeri e internazionali che richiedono una due diligence per garantire un approvvigionamento responsabile dell’oro.
In un nuovo studio, realizzato con l’aiuto del partner IPC (Instituto Popular de Capacitación), Fastenopfer ha analizzato le importazioni di oro di ARGOR-HERAEUS dal Bajo Cauca in Colombia, una regione infatti segnata da povertà e conflitti.
Dubbi sull’obbligo di diligenza della raffineria
Nella regione del Bajo Cauca, l’oro viene estratto dall’impresa MINEROS sul fiume Nechí. Negli ultimi dieci anni, la maggior parte delle esportazioni di MINEROS è destinata ad ARGOR-HERAEUS che raffina l’oro, il suo più importante partner commerciale. Tuttavia, le comunità interessate da questa attività confermano che essa ha gravi conseguenze per la popolazione locale e l’ambiente, con indennizzi inadeguati per le famiglie sfollate e rotture di dighe che destabilizzano l’ecosistema. Anche le zone umide, vitali per la pesca locale, sono state gravemente colpite, mettendo a rischio la sicurezza alimentare dei residenti. Le associazioni di pescatori lamentano da tempo questa situazione.
Secondo gli standard internazionali, le imprese che raffinano l’oro devono controllare le operazioni di estrazione ed effettuare visite in loco, consultare le comunità locali e informarsi sulla situazione della sicurezza. Tuttavia, né il nostro partner IPC, né i rappresentanti legali del luogo in cui viene prodotto l’oro, né le associazioni di pescatori che abbiamo consultato hanno avuto alcun contatto con un rappresentante di ARGOR-HERAEUS. Interrogata in merito, la raffineria si rifiuta di divulgare le proprie fonti di informazione o di specificare quali comunità siano state consultate.
Inoltre, la conoscenza del contesto di sicurezza sembra essere carente. I nostri calcoli indicano che tra il 2014 e il 2022, le esportazioni della miniera hanno contenuto una percentuale significativa di oro di origine sconosciuta, mentre vi è una presenza su larga scala di minatori illegali nella proprietà della miniera. ARGOR-HERAEUS afferma che l’oro non proviene da fonti illegali, ma non fornisce informazioni dettagliate. Questa situazione sta inoltre causando un allarmante inquinamento ambientale, mettendo in pericolo la vita acquatica.
Per una maggiore trasparenza e un’estrazione responsabile dell’oro
In Svizzera, né le autorità né le principali raffinerie pubblicano informazioni sulla provenienza dell’oro estratto. La nostra ricerca mette in dubbio le misure adottate da ARGOR-HERAEUS per adempiere al suo obbligo di diligenza. Sia la legge svizzera che gli standard internazionali sono insufficienti per controllare le raffinerie. Di fronte a questa situazione, Fastenopfer chiede maggiore trasparenza e controllo. Piuttosto che ritirarsi dalle regioni ad alto rischio, è indispensabile che le raffinerie svizzere, in particolare ARGOR-HERAEUS, applichino rigorosamente gli standard internazionali, garantendo la trasparenza sull’origine dell’oro ed esercitando una maggiore due diligence nelle aree ad alto rischio. Coinvolgendo tutte le parti interessate, come i partner commerciali, le autorità e la società civile, possiamo lavorare insieme per garantire un’estrazione responsabile dell’oro e dare un contributo positivo allo sviluppo delle regioni più vulnerabili. Sono in gioco l’ambiente, i diritti umani e il futuro delle popolazioni locali del Bajo Cauca.