I lavoratori brasiliani senza terra combattono per un cibo equo
Fonte immagine: sito web Movimento dos trabalhadores rurais sem terra
Ufficio Policy Focsiv – Contrastare il land grabbing (vedi Pubblicazioni Landgrabbing – Focsiv) significa lottare per il diritto alla terra di contadini, popoli indigeni, e lavoratori rurali senza terra. Per questo riprendiamo qui un articolo di YES! (https://www.yesmagazine.org/issue/growth/2023/08/31/brazil-mst-landless-workers-fair-food), sull’importante Movimento brasiliano dei senza terra, mostrando il loro successo nell’occupare e vedersi riconosciuto il possesso di migliaia di ettari inutilizzati di proprietà privata, nel contesto di una lotta politica più ampia per combattere la grande diseguaglianza sociale nell’accesso alla terra e al cibo.
Nicole Froio, reporter, ricercatore e traduttore di Rio de Janeiro, visita un insediamento nella campagna a 65 miglia dalla città del Movimiento dos Trabalhadores Rurais Sem Terra o MST.
MST è il più grande movimento sociale in America Latina, fondato nel 1984, con circa 1,5 milioni di membri che usano la riforma agraria per combattere per l’accesso dei lavoratori rurali alla terra. Secondo il censimento agricolo del 2017, circa l’1% dei proprietari terrieri in Brasile controlla quasi il 50% delle terre nelle aree rurali.
“Il Brasile è il più grande territorio del mondo in termini di terreni coltivabili”, spiega lo storico e organizzatore del MST, Ademar Suptitz. I membri del MST occupano grandi appezzamenti di terra libera, di proprietà privata, per attirare l’attenzione del governo federale, che poi valuta la terra e decide se comprarla e ridistribuirla al movimento. Se gli attivisti hanno successo, usano la terra per piantare e raccogliere cibo che può essere venduto in tutta l’America Latina.
Grazie al MST i sostenitori della riforma agraria al Congresso brasiliano tentarono di modificare la legge nel 1988 per fornire un percorso più chiaro per la ridistribuzione delle terre: gli articoli 184 e 186 hanno stabilito il principio della “funzione sociale delle proprietà (rurali)”. Affinché la terra sia considerata produttiva, le condizioni di lavoro devono rispettare le disposizioni che regolano i diritti del lavoro.
Secondo un rapporto del 2022 del Ministero dell’Agricoltura, dell’Allevamento e dell’Alimentazione, ci sono attualmente 959.186 famiglie che vivono in 9.444 insediamenti concessi grazie alla riforma agraria. All’interno di questi numeri, il sito web di MST (https://mst.org.br/2023/02/10/rumo-aos-40-anos-do-mst/) informa che 370.000 sono famiglie del MST che attualmente possiedono la terra che lavorano. Mentre altre 150.000 vivono in 900 accampamenti, in attesa che il governo elabori i documenti per rendere ufficiali gli insediamenti.
Le famiglie che risiedono nell’insediamento si dedicano alla lotta contro la monocoltura e alla conservazione della vegetazione autoctona. Nicole Froio ha intervistato vari proprietari terrieri tra cui Amanda Aparecida Mateus la quale coltiva banana, manioca, okra, mandarini, arance, lime, fagioli e chicchi di caffè, un raccolto molto più vario ed ecologicamente sano di quello delle piantagioni di caffè che governavano la zona, ed è importante sottolineare l’assenza di utilizzo di pesticidi.
Gli attivisti del MTS sostengono che i monopoli terrieri sono la causa principale della disuguaglianza in Brasile e che la crisi della fame che ne deriva è un tipo di violenza politica. Durante la pandemia COVID-19, MTS ha collaborato con altre organizzazioni per donare più di 7.000 tonnellate di cibo a famiglie in difficoltà in Brasile.
MTS è anche in lotta contro la schiavitù nel lavoro, per il rispetto della legge di riforma agraria e per concedere ai suoi membri autonomia sulla propria terra e produzione.
Nel 2016, il MTS ha aperto il primo negozio Armazém do Campo a San Paolo, con l’intenzione di portare la sua missione dalle campagne alla città: ricordare alle persone il legame con le origini del cibo che mangiano. I negozi sono uno strumento per collegare la città agli insediamenti rurali del movimento, fornendo una linea di comunicazione tra i residenti urbani e lavoratori rurali.
Il Movimento suscita molte reazioni, per decenni i membri sono stati stereotipati come pigri o ladri di terre, per contrastare questa narrazione l’anno scorso per la prima volta il MTS ha presentato 15 candidati per posizioni statali e federali in tutto il paese. Sei attivisti MST sono stati eletti. Lucia Marina dos Santos è stata eletta e ha già fondato un comitato per affrontare la fame nel suo stato. Lucia Dos Santos afferma: “Non abbiamo ancora finito di ridistribuire la terra dell’1%, […] Quindi continueremo a lottare per quella ridistribuzione.”