I LEADER DELLE AGENZIE DI SVILUPPO CATTOLICHE CHIEDONO UN’AZIONE URGENTE PER IL CLIMA E L’ECONOMIA POST-CRESCITA
Comunicato stampa
Rispondendo alla pubblicazione del rapporto dell’IPCC, i leader delle agenzie di sviluppo cattoliche, tra cui FOCSIV, lanciano una chiamata urgente, poiché non c’è molto tempo a disposizione per affrontare la crisi senza incorrere in nefaste conseguenze.
Noi, leader delle agenzie di sviluppo cattoliche che lavorano insieme in oltre 120 paesi per promuovere la giustizia sociale, reagiamo alla pubblicazione dell’ultimo rapporto speciale sul riscaldamento globale di 1,5 ° C elaborato dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) lanciando una chiamata urgente per l’azione per il clima.
La prossima conferenza sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite (COP 24, Katowice, Polonia, dicembre 2018) deve essere una pietra miliare nell’attuazione dell’accordo di Parigi firmato tre anni fa. Inoltre, i governi, come dice anche il rapporto dell’IPCC, devono assolutamente e rapidamente darsi obiettivi più ambiziosi: la realtà è che siamo su un percorso di riscaldamento di 3,5 ° C o più, per cui c’è un enorme divario con l’obiettivo di 1,5 ° C stabilito a Parigi.
Limitare il riscaldamento globale a 1,5 ° C è una questione di sopravvivenza per tutti ed è fattibile se si prendono audaci azioni politiche: gli ostacoli alla lotta contro il cambiamento climatico sono politici! Ora più che mai abbiamo bisogno che i leader riconoscano e intraprendano azioni per frenare la nostra attuale traiettoria delle emissioni di gas serra. È un imperativo morale di fronte ai drammatici rischi per le persone e il pianeta, rischi che purtroppo sono già realtà per le popolazioni dei paesi più vulnerabili. Le nostre attuali emissioni hanno impatti come la perdita di biodiversità, la migrazione forzata di milioni di persone, la perdita di rese agricole che minacciano la sicurezza alimentare, l’innalzamento del livello del mare e il riscaldamento degli oceani che minaccia la habitat marino con conseguenze dirette sulla pesca.
Chiediamo un cambio di paradigma sistemico: i cambiamenti climatici non possono essere affrontati isolatamente.
Il nostro recente rapporto The Climate Urgency: Setting Sail for a new paradigm illustra come un profondo e rapido cambiamento nei nostri sistemi alimentari ed energetici, sostenuto da una trasformazione strutturale del nostro stile di vita e dai comportamenti sociali, potrebbe contribuire notevolmente a limitare l’innalzamento delle temperature globali medie a 1,5 ° C. Questo potrebbe essere conseguito senza fare affidamento sulle tecnologie che cercano di eliminare le emissioni dell’atmosfera perchè sono rischiose e dai risultati incerti. Secondo il rapporto IPCC, esiste solo un piccolo numero di percorsi di cambiamento rivolti a mantenere il riscaldamento entro i 1,5 gradi che non comportano la rimozione del carbonio.
Dobbiamo eliminare gradualmente i combustibili fossili e passare ai sistemi di energia rinnovabile. La finanza dovrebbe spostarsi verso alternative valide. Gli attuali livelli di consumo di energia devono essere riconsiderati per rispettare i confini planetari e la consapevolezza che stiamo vivendo su un pianeta finito. Dovremmo passare all’agricoltura biologica, ridisegnare gli agroecosistemi per diversificarli e integrarli, cambiare le diete e ridurre la produzione e il consumo di carne e latticini, rilocalizzando i sistemi alimentari per ridurre la perdita e lo spreco di cibo e costruire la sovranità alimentare.
Ispirati dai nostri partner sul campo, riconosciamo la necessità di mettere in discussione l’attuale definizione di sviluppo e progresso, che ha portato alla distruzione del nostro pianeta. Un’economia che vada oltre il mito della crescita, in modo da evitare di esaurire le risorse naturali della terra, può affrontare le molteplici crisi ambientali, sociali, economiche e politiche. I paesi più ricchi dovrebbero passare da un imperativo di crescita alla decrescita, costruendo comunità fiorenti basate sui principi di sufficienza. La nostra visione è quella di una vita buona per tutti, che funziona solo se costruiamo una economia della condivisione. La nostra comune responsabilità è di preservare il Creato in modo che le generazioni future possano vivere in pace e in armonia con la natura.
“[…] è arrivato il momento di accettare una diminuzione della crescita in alcune parti del mondo, al fine di fornire risorse ad altri luoghi per sperimentare una crescita sana.” Ha detto Papa Francesco nella sua forte richiesta di giustizia ecologica e sociale, espressa nell’Enciclica “Laudato Sì”, che ha aperto la strada a un approccio sistemico ai cambiamenti climatici.
Elenco dei firmatari:
• Lieve Herijgers, Broederlijk Delen, Belgio
• Chris Bain, CAFOD, Inghilterra e Galles
• Benoît Faucheux, CCFD – Terre Solidaire, Francia
• Dianna Ortiz; OSU (Presidente ad interim), Centre of Concern, USA
• Josianne Gauthier, CIDSE, Internazionale
• Kees Zevenbergen, Cordaid, Paesi Bassi
• Serge Langlois, Sviluppo e Pace, Canada
• Axelle Fischer, Entraide e Fraternité, Belgio
• Marian Caucik, eRko, Slovacchia
• Bernd Nilles, Fastenopfer, Svizzera
• Jorge Libano Monteiro, FEC, Portogallo
• Gianfranco Cattai, FOCSIV-Volontari nel mondo, Italia
• Anja Appel, Koordinierungsstelle, Austria
• Clara Pardo Gil, Manos Unidas, Spagna
• Gerry Lee, Ufficio Maryknoll per le preoccupazioni globali, USA
• Pirmin Spiegel, MISEREOR, Germania
• Patrick Godar-Bernet, Partage Lu, Lussemburgo
• Alistair Dutton, SCIAF, Scozia
• Eamonn Meehan, Trócaire, Irlanda
Scarica il rapporto integrale “The Climate Urgency: Setting Sail for a New Paradigm”
Scarica il rapporto speciale di IPPC
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