I Mapuche vincono contro l’estrattivismo
Fonte immagine: Marcha por la reivindicación mapuche terminó con incidentes – La Tercera
Vittoria per i rappresentanti della comunità Mapuche presso l’assemblea nazionale argentina. Il giudice ha ordinato l’immediata cessazione di ogni attività da parte delle aziende dell’industria mineraria nelle zone residenziali della comunità argentina. Tutte le attività, dalle indagini sul suolo agli effettivi scavi nelle miniere sono adesso vietati e banditi dalla Corte di giustizia del governo argentino.
Inoltre, la Corte di giustizia ordina al governo di revocare ogni permesso dato alle multinazionali con effetto immediato, in quanto contro la Convenzione Internazionale Garante per i Diritti dei Popoli indigeni e Tribali numero 169 (OIT169 – Indigenous and Tribal People Convention) e la Convenzione Internazionale dell’Organizzazione del Lavoro – ILO.
Il giudice non ha solo ribadito i diritti delle popolazioni mapuche, ma ha anche, espresso l’esigenza di procedere con questo verdetto in nome della difesa ambientale e della protezione della biodiversità del territorio.
Questo successo è avvenuto anche grazie al piccolo, seppur importante, contributo delle parti della società civile e delle ONG presenti sul territorio, come Vastenactie, ente del terzo settore di stampo romano cattolico che organizza raccolte fondi per l’aiuto alimentare su piccola scala.
Al 2023 i territori dei Mapuche sono stimati essere una delle regioni più ricche di risorse minerarie in tutto il vasto continente sud americano. Secondo le stime del censimento demografico del 2017, l’etnia conterebbe circa 1,745 milioni di persone. I Mapuche sono quindi il popolo indigeno più numeroso in tutto il Sud America. In Argentina ne vivono 200 mila.
Conosciuti anche come “Aracauni”, nome dato dai coloni spagnoli dal loro territorio ancestrale, la regione di Araucanía, 700 km a sud della capitale argentina, una terra di mare, foreste, fiumi, montagne, neve ed animali come il puma, vivono poco più di 314.000 persone. Luogo di origine dove per quasi 300 anni ha resistito all’avanzata spagnola e tuttora continuano a combattere per la preservazione dei loro diritti ed il riconoscimento della propria identità sociale.
Fin dal 2016, il numero degli attacchi nella regione è vertiginosamente aumentato, in particolare contro chiese, macchinari, industrie forestali e membri delle forze di sicurezza e dell’ordine.
Le comunità ecclesiastiche locali, facenti parte della Missione Gesuita Mapuche, hanno confermato come il problema principale non sia soltanto la reticenza del governi cileno e argentino di voler trovare un compromesso sull’autonomia, ma specificatamente le limitazioni che i membri della comunità indigena hanno nel partecipare al processo decisionale dei loro territori.
Per questo, la vittoria dei rappresentanti mapuche per il divieto dell’estrazione mineraria è ancora più rilevante. Per la prima volta viene riconosciuta dalla legge il diritto alla comunità di mapuche di poter vedere “assicurata la loro partecipazione alla gestione delle loro risorse naturali e di altri interessi che riguardano la difesa della loro comunità bilingue, delle loro tradizioni e dei loro costumi”.
Dalle disposizioni del trattato sono emersi in particolare i seguenti elementi: l’obbligo di consultare i popoli interessati attraverso le loro istituzioni rappresentative, ogniqualvolta siano previste misure legislative o amministrative che potrebbero interessarli direttamente (art.6), e l’obbligo di riconoscimento ufficiale di rispettare il diritto di decidere le proprie priorità per quanto riguarda il proprio processo di sviluppo, nella misura in cui esso influisca sul loro stile di vita, sulle loro credenze, istituzioni e sul benessere spirituale e le terre che occupano ed utilizzano per sviluppo economico e culturale (art.7).
In conclusione, si conviene che entrambe le parti abbiano un termine per effettuare le necessarie consultazioni interne e per formulare una proposta concreta sulla possibilità di avviare un lavoro collaborativo tra lo Stato provinciale e le comunità.
Per oltre 2000 anni gli indigeni Mapuche hanno occupato le regioni meridionali del Sud America come loro terra ancestrale. Dopo la colonizzazione delle Americhe, i Mapuche sono stati costretti a resistere all’invasione europea con tutti i mezzi possibili. Mentre i Mapuche continuano la loro lotta per preservare le tradizioni culturali, è importante riconoscere e rispettare questo gruppo indigeno per i loro costumi, la storia e la resistenza.