I Padroni della Terra 2023: le raccomandazioni politiche
Ufficio Policy Focsiv – Oggi abbiamo presentato la sesta edizione del rapporto Padroni della Terra. Con il quale, come oramai tradizione, continuiamo a monitorare l’accaparramento delle terre a danno dei popoli indigeni e dei contadini. I nuovi dati da Land Matrix ci aggiornano di un fenomeno che non accenna a ridursi, ma anzi si rafforza a causa di nuove tendenze geopolitiche ed economiche internazionali.
Il racconto di un anno di Land Grabbing e di alcuni casi di accaparramento in Paesi del Sud del mondo, dal Perù al Myanmar, passando per diversi Paesi africani, ci mostra il continuo conflitto tra grandi interessi economici e politici e il diritto alla terra di chi vi abita e la custodisce.
In particolare, la convergenza tra le conseguenze della guerra in Ucraina, con l’uso del cibo come arma impropria, e la transizione ecologica con la nuova corsa alle materie prime critiche, sta provocando una accelerazione della competizione tra blocchi geopolitici per il controllo e lo sfruttamento della terra.
D’altra parte, l’accaparramento è fenomeno strutturale della crescita economica sia dell’economia capitalista che di quella pianificata, e ora può anche esserlo, paradossalmente, di quella verde e presuntamente circolare. Un fenomeno che contribuisce alla drammatica riduzione della biodiversità. Numerosi scienziati infatti denunciano come si stia assistendo ad una “sesta estinzione di massa” di specie animali e vegetali, dovuta anche al cambiamento climatico. Una estinzione a cui cercano di far fronte le Nazioni Unite con nuovi impegni per la preservazione della biodiversità, così come per arrestare il riscaldamento climatico. Ma i progressi sono lenti e soprattutto l’attuazione da parte degli Stati-nazione è largamente insufficiente.
Per questo indichiamo le seguenti opportunità politiche di azione
A livello internazionale:
- realizzare gli impegni presi nelle COP sul riscaldamento globale (mitigazione, adattamento e danni e perdite), accelerando la transizione ecologica e la finanza sul clima (ad esempio il nuovo Fondo Italiano per il clima con una focalizzazione su programmi per l’adattamento delle comunità più vulnerabili[1]), e nella COP sulla biodiversità sostenendo le azioni a favore dei popoli indigeni;
- sostenere il monitoraggio delle linee guida volontarie delle Nazioni Unite sui regimi fondiari per difendere il diritto alla terra delle comunità contadine ed indigene.
- partecipare attivamente al negoziato delle Nazioni Unite per un trattato vincolante sulle imprese per i diritti umani
A livello europeo:
- Partecipare al negoziato sulla direttiva dell’Unione europea sulla sostenibilità sociale ed ambientale delle imprese. Le organizzazioni della società civile italiana, con la Campagna Impresa2030, a cui partecipa la Focsiv, sono attivamente impegnate nel sostenere un negoziato che riconosca i diritti delle comunità a decidere della propria vita, difendendosi dai grandi interessi privati.
- Contemporaneamente monitorare l’attuazione dei regolamenti sui minerali dei conflitti e su quello nuovo sulla deforestazione, in modo da migliorarne il disegno a favore delle comunità contadine ed indigene;
A livello italiano:
- un maggiore impegno della cooperazione allo sviluppo italiana , sia in termini quantitativi (obiettivo dello 0,7% del RNL) che qualitativi (programmi per l’agroecologia e i difensori dei diritti umani, approvazione del piano di coerenza delle politiche non ancora presentato al Comitato Interministeriale per la Transizione Ecologica), con l’adozione da parte della Cassa Depositi e Prestiti di un meccanismo per garantire l’accesso alla giustizia da parte delle comunità contadine ed indigene colpite negativamente da operazioni di accaparramento;
- Non ultimo è l’impegno concreto, sul campo, delle nostre Organizzazioni della società civile che cooperano con le comunità locali per difendere il diritto alla terra e migliorare le condizioni di vita anche con l’agroecologia. Questo impegno dovrebbe essere sostenuto dalle nostre istituzioni aiutandoci a migliorare il dialogo con i governi locali supportando lo spazio per la società civile e per la difesa dei diritti umani.
Il rapporto può essere scaricato qui