I privati ricchi aumentano le diseguaglianze
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Ufficio Policy Focsiv- Quest’anno c’è stato il 54° incontro annuale del World Economic Forum a Davos, in cui si riuniscono i leader mondiali per discutere delle sfide globali, con il tema “Ricostruire la fiducia” per rilanciare la crescita economica in un periodo storico segnato da crisi multiple e dalla frammentazione di un mondo sempre più diviso. Tuttavia, durante i vari dibattiti, l’ottimismo si è affievolito e persino il World Economic Forum ha lanciato l’allarme: il pianeta è prossimo al collasso.
In occasione dell’incontro, sono stati analizzati il World Inequality report 2022 e il recente rapporto annuale di Oxfam “Disuguaglianza: il potere al servizio di pochi”. I dati riportano una situazione sempre più allarmante riguardo il divario tra ricchi e poveri: il 50% più povero della popolazione detiene solo il 2% della ricchezza totale, mentre il 10% più ricco detiene il 76%. In termini di reddito il 10% più ricco della popolazione mondiale attualmente si accaparra il 52% del reddito globale, mentre la metà più povera della popolazione ne guadagna l’8,5%.
Dall’inizio della pandemia i 5 uomini più ricchi al mondo hanno più che raddoppiato le proprie fortune, a un ritmo di 14 milioni di dollari all’ora, mentre la ricchezza aggregata di quasi 5 miliardi delle persone più povere non è cresciuta. Al ritmo attuale, ci vorranno oltre due secoli (230 anni) per porre fine alla povertà globale, quando invece l’obiettivo di sviluppo sostenibile n.1 mira ad azzerarla entro il 2030. I dati riportati rivelano come l’estrema concentrazione del potere economico nelle mani di una piccolissima minoranza di persone, con la preminenza del settore privato e l’impoverimento dei governi pubblici, sia la causa principale delle diseguaglianze. “La disuguaglianza è sempre una scelta politica“, a dirlo è l’economista Lucas Chancel, autore principale del World Inequality Report 2022.
Il World Inequality Lab (WIL)[1] ha pubblicato il suo aggiornamento annuale dei dati sulla disuguaglianza globale che analizza la distribuzione territoriale delle diseguaglianze su scala mondiale individuando le cause, le conseguenze e fornendo raccomandazioni sulle politiche pubbliche da intraprendere. La metodologia adottata per analizzare la distribuzione del reddito e della ricchezza avviene attraverso la suddivisione della popolazione in gruppi percentuali in base al reddito: la quota di reddito del 10% superiore si riferisce alla popolazione con i redditi più alti all’interno di una determinata area geografica o regione, mentre la quota del 50% inferiore indica la metà della popolazione con i redditi più bassi.
Di seguito presentiamo le prime quattro conclusioni del rapporto. Seguirà una seconda news sui restanti 6 punti.
- Le disuguaglianze di reddito e di ricchezza nel mondo sono molto ampie
Figura 1 Disuguaglianza globale di reddito e ricchezza, 2021,
Fonte: World Inequality Report 2022
I dati evidenziano un’enorme disuguaglianza economica sia tra i Paesi che al loro interno, con una piccola élite che controlla la maggior parte della ricchezza e dei guadagni, mentre la stragrande maggioranza della popolazione mondiale dispone di risorse molto limitate.
La distribuzione del reddito a livello globale è la seguente: Il 10% più ricco della popolazione mondiale attualmente si accaparra il 52% del reddito globale, mentre la metà più povera della popolazione ne guadagna l’8,5%. In media una persona appartenente al 10% superiore nella distribuzione del reddito globale guadagna 87.200 euro (o 122.100 dollari) all’anno, mentre un individuo appartenente alla metà più povera nella distribuzione del reddito globale guadagna 2.800 euro (3.920 dollari) all’anno
Le disuguaglianze di ricchezza a livello globale sono ancora più marcate delle diseguaglianze di reddito: la metà più povera della popolazione mondiale possiede a malapena il 2% della ricchezza globale. Al contrario, il 10% più ricco della popolazione globale possiede il 76% di tutta la ricchezza. In media, la metà più povera della popolazione possiede 2.900 euro per adulto in parità di potere d’acquisto, pari a 4.100 dollari USA, mentre il 10% più ricco possiede in media 550.900 euro (o 771.300 dollari USA).
In sintesi, il top 10% globale possiede il 76% di tutta la ricchezza e cattura il 52% del reddito totale nel 2021. Mentre il 50% inferiore a livello globale possiede il 2% della ricchezza (a parità di potere d’acquisto) e guadagna l’8,5% del reddito totale misurato a parità di potere d’acquisto (Figura 1).
- Le aree più colpite
L’area MENA (Middle East and North Africa) è la regione più diseguale del mondo a livello di reddito, seguita dall’’Africa subsahariana (Figura 2). Mentre l’Europa registra i livelli di disuguaglianza più bassi. Parlando di dati, inEuropa, la frazione più ricca della popolazione assomma intorno al 36% del reddito totale, mentre nella regione MENA i più ricchi raggiungono il 58%, poco sotto l’Africa subsahariana con il 56%, seguita da America Latina il 55% e Asia sud-orientale il 43%.
Figura 2. Distribuzione del reddito in varie aree del mondo.
Fonte: World Inequality Report 2022
Ad uno sguardo più dettagliato risaltano ulteriori differenze all’interno dei paesi: ad esempio, tra i Paesi ad alto reddito, alcuni sono molto diseguali (come gli Stati Uniti), mentre altri sono relativamente uguali (ad esempio la Svezia). Lo stesso vale per i Paesi a basso e medio reddito, alcuni dei quali presentano livelli estremi di disuguaglianza (ad esempio Brasile e India), altri livelli piuttosto elevati (ad esempio Cina) ed altri ancora livelli moderati o relativamente bassi (ad esempio Malesia e Uruguay).
- La diseguaglianza nel tempo
La disuguaglianza globale, misurata dal rapporto tra il reddito medio del 10% più ricco e il reddito medio del 50% più povero, è più che raddoppiata tra il 1820 e il 1910 ed è rimasta invariata fino ad oggi. Nel 2020, la disuguaglianza globale che viene rilevata è paragonabile ai livelli dei primi decenni del Novecento, all’apice dell’imperialismo coloniale.
Nel 2020, si legge nel rapporto, “la disuguaglianza tra paesi costituisce circa un terzo della disuguaglianza globale tra individui. Il resto è dovuto alla disuguaglianza all’interno dei paesi”. Negli ultimi due decenni le disuguaglianze globali tra i Paesi sono diminuite, ma sono aumentate in modo significativo all’interno dei Paesi. Il divario reddituale tra il 10% più ricco e il 50% più povero all’interno delle nazioni è quasi raddoppiato, passando da 8,5 a 15 volte. Questo notevole incremento delle disuguaglianze interne ha comportato che, nonostante il miglioramento economico e la robusta crescita dei Paesi emergenti, il mondo attuale sia caratterizzato da una marcata disuguaglianza. Tale scenario è il risultato delle disuguaglianze economiche globali che affondano le radici nell’ineguale organizzazione della produzione mondiale tra la metà del XIX e la metà del XX secolo.
- Le nazioni sono diventate più ricche, ma i governi sono sempre più poveri
Negli ultimi 40 anni, c’è stato un notevole aumento della ricchezza nei paesi, ma i governi si sono impoveriti. Attualmente, la quota di ricchezza detenuta dai governi è prossima allo zero o, in alcuni casi, addirittura negativa nei paesi ricchi.
Questo divario evidenzia un predominio della ricchezza nel settore privato, mentre i governi hanno visto diminuire le proprie risorse finanziarie. La crisi pandemica ha ulteriormente aggravato la situazione, costringendo i governi a ricorrere a prestiti dal settore privato. La scarsa ricchezza pubblica e la crescente dipendenza dal settore privato stanno progressivamente limitando le risorse a disposizione dei governi per le proprie funzioni essenziali a sostegno delle popolazioni.
[1] Il WIL è un centro di ricerca globale focalizzato sullo studio della disuguaglianza e delle politiche pubbliche che promuovono la giustizia sociale, economica e ambientale.