Il contributo delle organizzazioni religiose per l’agroecologia
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Ufficio Policy Focsiv- La politica alimentare rappresenta una delle aree politiche più importanti dell’Unione Europea, con un terzo del bilancio dedicato all’agricoltura tramite la Politica Agricola Comune (PAC). L’UE, con circa il 40% del suo territorio dedicato all’agricoltura, affronta significativi impatti ambientali a causa della modifica degli habitat e l’inquinamento. Nonostante le famiglie europee dedichino in media il 14% del loro budget al cibo, l’accesso a cibi sani e di qualità rimane spesso limitato alla classe media.
Negli ultimi decenni, la cura dell’ambiente è diventata centrale nell’etica cristiana. Con la pubblicazione dell’Enciclica Laudato si’ nel 2015, Papa Francesco ha affrontato temi cruciali come l’ecologia, la giustizia sociale e l’interconnessione tra la salute dell’ambiente e il benessere umano. Questo documento ha avuto un impatto significativo non solo tra i cattolici, ma anche nel mondo protestante e oltre.
FOCSIV collabora attivamente con diversi organismi e associazioni della società civile per promuovere l’ecologia integrale. La “Guida per l’Ecologia Integrale“, sviluppata con il sostegno dell’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Conferenza Episcopale Italiana, è un documento che raccoglie 20 casi concreti di iniziative sostenibili promosse da diverse diocesi italiane, mostrando come queste possano contribuire a creare una casa comune in armonia con la natura. La guida incarna i valori dell’Enciclica “Laudato Si'” di Papa Francesco, offrendo una base pratica per l’implementazione di principi ecologici nelle comunità.
Dal 2021, insieme a Caritas Italiana e alla Fondazione Lanza, abbiamo avviato un corso di formazione sull’ecologia integrale. Il corso, basato sulla Guida per l’Ecologia Integrale, si è evoluto nel tempo, offrendo approfondimenti su vari aspetti dell’ecologia integrale. L’obiettivo è quello di educare sia adulti che giovani sui principi e sulle pratiche dell’ecologia integrale per uno sviluppo sostenibile.
Quest’anno, FOCSIV ha ulteriormente ampliato il proprio impegno presentando la guida “Fratelli tutti per l’Ecologia Integrale“. Questa nuova pubblicazione raccoglie esperienze globali di volontari e operatori impegnati per la giustizia sociale ed ecologica, enfatizzando l’importanza della cooperazione e della fratellanza nel promuovere il bene comune a livello globale.
Il Centro Sociale Europeo dei Gesuiti ha recentemente condotto uno studio per identificare le organizzazioni religiose (faith based organisations -FBO) impegnate nella politica alimentare e per valutare le prospettive di costruire una rete di advocacy volta a promuovere un’agricoltura sostenibile nell’Unione Europea. Lo studio ha evidenziato la presenza di 151 FBO attive in 24 dei 27 Stati membri dell’UE. Paesi come Francia, Austria e Svezia sono emersi come particolarmente attivi in questo ambito. Mentre, nella regione baltica è stata riscontrata una significativa assenza di tali organizzazioni, probabilmente a causa di fattori storici e demografici.
Queste organizzazioni, spesso radicate nelle comunità locali e affiancate da reti ecclesiali consolidate, giocano un ruolo cruciale nel supportare iniziative di sviluppo rurale, gestione sostenibile del territorio e promozione di pratiche agricole etiche. La loro influenza si estende anche alla solidarietà con il Sud globale, riflettendo un impegno profondo per la giustizia sociale e ambientale.
Un aspetto chiave emerso dallo studio è il ruolo cruciale dell’agroecologia nell’approccio delle FBO all’agricoltura sostenibile. Infine, lo studio evidenzia un panorama variegato di advocacy tra le OSC, con alcune che hanno una storia di advocacy di alto livello, in particolare quelle con sede a Bruxelles, mentre altre sono state identificate come prive di esperienza in questo campo. La creazione di una rete di advocacy, come suggerito dallo studio, potrebbe essere un passo fondamentale per rafforzare la voce delle OSC e influenzare positivamente le politiche agricole nell’Unione Europea.
Lo studio
La ricerca si è concentrata su cinque domande chiave per valutare il coinvolgimento delle organizzazioni della società civile (OSC) nelle questioni alimentari, esplorando le loro principali aree di lavoro, i metodi e le risorse utilizzate, le prospettive sulla politica alimentare dell’UE e le motivazioni per il loro impegno nell’advocacy. La metodologia adottata ha comportato la creazione di un database completo di OSC che rispondessero a criteri specifici, come l‘influenza della confessione cristiana, l‘operatività all’interno dell’UE e l’impegno in settori quali l’agricoltura e la fornitura di cibo.
Lo studio ha identificato un totale di 151 Organizzazioni Basate sulla Fede (FBO) attive in 24 dei 27 Stati membri dell’UE. Paesi come la Francia, l’Austria e la Svezia si sono contraddistinti per essere particolarmente attivi nel contesto delle OSC, probabilmente grazie alla loro maggiore popolazione, alla presenza più marcata nelle chiese e a un solido settore delle ONG. Al contrario, nella regione baltica (Estonia, Lettonia, Lituania) c’è un’assenza significativa, probabilmente per motivi storici e demografici. Nell’indagine è emerso un legame tra la dimensione della popolazione e il numero di FBO: i paesi con popolazioni più grandi tendono ad avere un maggior numero di OSC.
In termini di aree di lavoro, le organizzazioni basate sulla fede (FBO) sostengono principalmente le comunità e le parrocchie, adottando una struttura organizzativa “dal basso verso l’alto” che valorizza le iniziative locali. Ricoprono un ruolo di primo piano anche nello sviluppo rurale e internazionale, integrando questi sforzi nelle attività parrocchiali per creare un ponte tra le esigenze locali e le iniziative globali. Si impegnano direttamente nell’uso della terra, strettamente legato alla Politica agricola comune dell’UE, evidenziando l’importanza delle attività agricole e della gestione del territorio. Inoltre, un numero minore ma significativo di FBO si dedica alla ricerca sui sistemi alimentari studiando e analizzando le dinamiche di questi sistemi per promuovere sostenibilità ed efficienza.
L’agroecologia come strumento per il cambiamento
Le ONG spesso considerano l’agroecologia come un approccio ideale per l’agricoltura sostenibile. L’agroecologia rappresenta un approccio agricolo sostenibile che integra principi come la biodiversità, il ripristino degli ecosistemi, e favorisce pratiche agricole su piccola scala e catene di valore più corte. Questo approccio non solo rispecchia valori cristiani di comunità, ma è anche una risposta all’appello per la gestione responsabile dell’ambiente secondo la Laudato Si’.
Queste organizzazioni, come evidenziato dallo studio, non solo si concentrano sul miglioramento dei sistemi alimentari, ma possiedono anche una prospettiva unica che si riflette negli insegnamenti sociali del cristianesimo. Grazie alla loro diversità, presenza globale e influenze in termini di pubblico, contribuiscono significativamente al dibattito sulla politica alimentare europea.
Ampliamento delle reti per un’advocacy efficace
La ricerca ha mostrato che alcune OSC hanno una lunga storia di advocacy, specialmente quelle con sede a Bruxelles, mentre altre sono prive di esperienza in questo campo. Ciò sottolinea l’importanza di introdurre nuove voci nel contesto politico dell’UE per migliorare la partecipazione e arricchire il dibattito con una maggiore diversità di prospettive.
Durante le interviste con le ONG, sono emerse cinque aree principali di attività, con una priorità per i sistemi alimentari e un forte impegno nella solidarietà con il Sud globale. Le interviste hanno inoltre evidenziato la presenza di varie connessioni e relazioni all’interno delle ONG. Alcune sono legate tramite reti interne, altre attraverso affiliazioni ecclesiali e collaborazioni laiche; ognuna di queste connessioni offre diversi approcci per promuovere le proprie cause.
Inoltre, lo studio ha evidenziato che molte organizzazioni religiose sono ben radicate nelle loro reti religiose, ma mostrano una mancanza di impegno significativo con reti non religiose. Questo aspetto rappresenta un’opportunità per ampliare il loro raggio d’azione e interagire, aprendosi a nuove collaborazioni e partnership al di fuori del contesto religioso.
In conclusione, l’indagine offre una panoramica dettagliata delle FBO operative nel settore alimentare in Europa e del loro potenziale di advocacy. Molte FBO stanno svolgendo un lavoro straordinario in un’ampia gamma di comunità, spesso oltre i confini dell’Europa. La ricerca suggerisce che le OSC sono strategicamente posizionate per formare una rete capace di influenzare le discussioni sull’agricoltura sostenibile nell’UE. Grazie alla loro presenza radicata nelle comunità, alla vasta esperienza in diversi settori e all’impegno comune per la giustizia ambientale e sociale, esse rappresentano una forza determinante nel plasmare le future politiche alimentari verso obiettivi di sostenibilità.
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