Il global gateway per gli interessi di chi?
Fonte immagine: Megacostrucciones – Porto di Walwys Bay in Namibia
Ufficio Policy Focsiv – Abbiamo già presentato la grande operazione finanziaria dell’Unione europea (UE), il Global Gateway, per sostenere gli investimenti delle nostre imprese nel Sud globale, al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile di quei paesi, assieme a quello europeo: https://www.focsiv.it/aiuto-europeo-per-lo-sviluppo-e-o-competizione-geopolitica-nel-mondo/ . L’operazione utilizza le risorse pubbliche della cooperazione allo sviluppo per mobilitare quelle private. E’ il cosiddetto blending. Si veda il suo sito in Global Gateway (europa.eu)
Recentemente si è tenuto il Forum Global Gateway (Global Gateway Forum: Stronger Together through Sustainable Investment. (europa.eu)) che ha riunito un’assemblea di rappresentanti governativi dell’Unione Europea e di tutto il mondo, insieme ai principali stakeholder del settore privato, della società civile, delle istituzioni finanziarie e delle organizzazioni internazionali per promuovere gli investimenti globali nelle infrastrutture e favorire la crescita sostenibile e la resilienza a livello mondiale.
Secondo l’ufficio stampa europeo si è trattato di “un’occasione storica”, dove sono stati presentati una serie di annunci di investimenti strategici e di accordi con i Paesi partner per portare avanti l’attuazione della strategia Global Gateway, che “mira a mobilitare fino a 300 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati dal 2021 al 2027 per potenziare le connessioni intelligenti, pulite e sicure nei settori digitale, energetico e dei trasporti, e per rafforzare i sistemi sanitari, educativi e di ricerca, creando collegamenti essenziali anziché dipendenze e colmando il divario globale degli investimenti”.
Global Gateway intende competere con la politica estera cinese e statunitense per favorire i rapporti del Sug Globale con il mercato europeo. E, sempre secondo l’ufficio stampa UE, “si distingue per una proposta convincente per le nazioni partner, concentrandosi sulla sostenibilità sociale, ambientale e finanziaria, promuovendo i motori di crescita a lungo termine attraverso un approccio globale a 360 gradi, che comprende infrastrutture sia dure che morbide, e rafforzando la resilienza delle nazioni in cerca di autonomia strategica. Offre opportunità di investimento sostenibili per migliorare la prosperità e la sicurezza dei nostri partner globali e dell’Europa.” Insomma la proposta europea non intende essere neocoloniale ma creare nuove partnership strategiche di mutua convenienza.
Occorre però guardare alla realtà e si impone una prova dei fatti. Per questo abbiamo tradotto la recente partnership strategica dell’UE con la Namibia, EU and Namibia agree on next steps of strategic partnership (europa.eu), per cercare di capire di cosa si tratta e quindi provare a verificare quanto vi sia effettivamente di nuovo o quanto vi sia del solito approccio neocoloniale: è vino vecchio in una bottiglia nuova? Quel che appare purtroppo è il vino vecchio: investimenti per accaparrarsi le risorse critiche al fine delle esportazioni verso l’Europa, per nutrire le nostre industrie, la transizione energetica ed ecologica, il tutto condito con un po’ di sostenibilità e di appoggio allo sviluppo locale, per la creazione di valore aggiunto delle filiere in loco. Si uniscono così interessi europei (o meglio di alcuni paesi e in specifico in questo caso di due porti europei del nord) con interessi nazionali dei paesi del Sud globale. Nella cosiddetta squadra europea (Team Europe) si coagulano interessi a geometria variabile di alcuni paesi europei coordinati dalla Commissione europea. Non tutti i paesi europei vi partecipano allo stesso modo (ad esempio nel caso del rapporto con la Namibia, sembra che il governo italiano non sia della partita), creando così anche una certa competizione interna all’Europa. Comunque, il problema nella relazione nord-sud è capire l’equilibrio degli interessi e quanto può andare a vantaggio dei diritti sociali delle popolazioni locali, o non finisca tutto per esaurirsi nel solito profitto dei nostri mercati e delle élite locali. Di seguito la presentazione del partenariato.
“Alla vigilia del Global Gateway Forum, la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen e il Presidente della Namibia Hage Geingob hanno approvato la tabella di marcia del partenariato strategico UE-Namibia sulle catene di valore sostenibili delle materie prime e sull’idrogeno rinnovabile, sostenuto da investimenti per un miliardo di euro da parte dell’UE, dei suoi Stati membri e delle istituzioni finanziarie europee. L’UE sosterrà inoltre un imminente studio per lo sviluppo del porto di Walvis Bay in un polo industriale e logistico per la regione, contribuendo alla sua integrazione e al suo sviluppo economico.
La Presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha dichiarato: “Grazie al suo abbondante potenziale di energia rinnovabile, la Namibia sta diventando un leader nello spazio dell’idrogeno verde. L’UE è orgogliosa di essere un partner in questo viaggio trasformativo verso l’industrializzazione verde. Insieme possiamo decarbonizzare ulteriormente le nostre economie, creare posti di lavoro e garantire un futuro più prospero e più verde alle nostre società”.
Il Presidente della Namibia Hage Geingob ha dichiarato: “La Namibia riconosce che le sue risorse energetiche rinnovabili di livello mondiale costituiscono una solida base su cui costruire una base industriale verde sostenibile e d’impatto. La Namibia è anche consapevole del fatto che per cogliere appieno l’opportunità che ci si presenta, dovremo mobilitare un capitale adatto allo scopo, che valuti adeguatamente il rischio al fine di ottimizzare il costo di tale capitale. Questo è un elemento chiave che costituirà la pietra angolare di questo partenariato trasformativo con l’UE”.
Tabella di marcia per gli anni dal 2023 al 2025
Nel novembre 2022, la Namibia e l’UE hanno firmato un memorandum d’intesa che istituisce un partenariato strategico sulle catene di valore delle materie prime sostenibili e sull’idrogeno rinnovabile. La tabella di marcia operativa, lanciata e approvata oggi e per il prossimo periodo 2023-2025, illustra nel dettaglio le azioni concrete con cui il partenariato porterà avanti i suoi obiettivi, in stretta collaborazione con le parti interessate del settore finanziario e privato dell’UE e della Namibia.
Le azioni della roadmap seguono i sei pilastri del Memorandum d’intesa:
Integrazione delle catene del valore, anche lavorando con l’industria per identificare, promuovere e facilitare la cooperazione nell’esplorazione e nello sviluppo commerciale di progetti di materie prime critiche.
Cooperazione per far leva su criteri ambientali, sociali e di governance, anche attraverso la mappatura e la valutazione delle miniere abbandonate e il sostegno alla Namibia nell’utilizzo di metodi di osservazione della Terra e di telerilevamento per l’esplorazione delle risorse, la pianificazione e la gestione del territorio.
Mobilitazione di finanziamenti per infrastrutture soft e hard, anche per progetti selezionati di estrazione, raffinazione e lavorazione di minerali verdi (acqua, ferrovia, energia rinnovabile) e per l’aggiornamento dei principali corridoi di trasporto (porto, ferrovia, strade).
Sviluppo di capacità, formazione e competenze, compresa l’identificazione delle esigenze di formazione e competenze lungo le catene di valore delle materie prime e dell’idrogeno verde e il miglioramento dell’offerta di formazione tecnica e professionale da parte del Team Europe in collaborazione con l’industria.
Cooperazione in materia di ricerca e innovazione, compresa la facilitazione di studi e progetti di ricerca congiunti e la creazione di reti di ricerca e commerciali lungo l’intera catena di valore delle materie prime critiche.
Allineamento normativo, compreso il sostegno alla Namibia nello sviluppo di una strategia nazionale per le materie prime critiche e l’emanazione di una legge sui combustibili sintetici per creare un ambiente favorevole all’industria dell’idrogeno e dei combustibili sintetici e garantire la compatibilità con i combustibili verdi, le certificazioni e gli standard internazionali.
Sviluppo del porto di Walvis Bay
L’UE sosterrà anche un imminente studio per lo sviluppo del porto di Walvis Bay, il punto di ingresso dalla sponda atlantica al corridoio Walvis Bay – Maputo, uno degli undici corridoi strategici che l’UE intende sostenere nell’ambito del pacchetto di investimenti UE-Africa Global Gateway. La sua posizione lo rende una porta naturale per il commercio internazionale verso la Comunità di sviluppo dell’Africa australe, una regione con oltre 300 milioni di abitanti.
Con il sostegno dell’UE, il Porto di Anversa e Bruges International svilupperanno un masterplan che comprende infrastrutture multimodali, pianificazione del territorio e organizzazione del mercato per il Porto di Walvis Bay, al fine di realizzare questa trasformazione e diventare un polo logistico e industriale regionale per l’economia verde dell’idrogeno e dei derivati. L’UE sosterrà inoltre l’Autorità portuale della Namibia nel raggiungimento dell’eccellenza operativa.
Il contesto
L’Unione europea, con la Banca europea per gli investimenti e gli Stati membri, tra cui Germania, Paesi Bassi, Francia, Belgio e Finlandia, nell’ambito di un approccio Team Europe, sostiene la ripresa verde della Namibia in linea con il “Piano di prosperità Harambee II”, la “Visione 2030” e la strategia Global Gateway. Le azioni del partenariato si basano sull’impegno della Namibia per la transizione verde.
Il 24-25 ottobre si è tenuto a Bruxelles il primo forum commerciale UE-Namibia per promuovere i legami tra imprese e tra governi e facilitare le opportunità di commercio e investimento, soprattutto nei settori dell’idrogeno rinnovabile e delle materie prime sostenibili.
L’UE deve garantire un approvvigionamento sostenibile di materie prime, in particolare di materie prime critiche, come prerequisito essenziale per raggiungere gli obiettivi di energia verde e pulita. Nell’ambito del Piano d’azione sulle materie prime critiche, la Commissione ha già iniziato a lavorare per creare partenariati con Paesi terzi ricchi di risorse, utilizzando tutti gli strumenti di politica esterna e rispettando i suoi obblighi internazionali. Oltre a quello con la Namibia, la Commissione ha già istituito tre partenariati strategici sulle materie prime con il Canada (giugno 2021), l’Ucraina (luglio 2021) e il Kazakistan (novembre 2022), a nome dell’UE. I partenariati consentono a entrambe le parti di far progredire gli scambi e gli investimenti in una catena di valore delle materie prime sicura, sostenibile e resiliente, che è fondamentale per realizzare la transizione verso economie neutrali dal punto di vista climatico e digitalizzate.