Il governo norvegese si propone di ridurre l’aiuto pubblico allo sviluppo

Articolo tradotto e sintetizzato, tratto da Devex, piattaforma multimediale per la comunità di sviluppo globale, quotidiano britannico https://www.devex.com/news/norway-proposes-cutting-aid-share-to-46-year-low-104158
La Norvegia è uno dei donatori più generosi al mondo per gli aiuti allo sviluppo (APS). Giovedì 6 ottobre, però, ha annunciato l’intenzione di tagliare la quota del reddito nazionale lordo (RNL) che spende per gli aiuti, suscitando critiche da parte della società civile, che ha definito la mossa “imbarazzante” e un cattivo esempio per il resto del mondo.
La proposta di bilancio del governo per il 2023, che deve ancora essere discussa e votata in parlamento, prevede un budget complessivo per gli aiuti di 43,8 miliardi di corone norvegesi (4,1 miliardi di dollari), ovvero lo 0,75% dell’RNL. Rispetto ai 47,4 miliardi di corone o all’1,15% dell’RNL che ha stanziato per la spesa per gli aiuti nel suo bilancio 2022. È previsto quindi un consistente calo.
Tutto ciò va in conflitto con le previsioni del governo in termini di sviluppo economico. Esso ha infatti dichiarato che prevede un record di 1,38 trilioni di corone di entrate da petrolio e gas il prossimo anno, con un aumento del 18% rispetto a quest’anno, e un aumento di cinque volte rispetto al 2021. Ci sarebbero quindi più risorse disponibili anche per gli aiuti. “In un momento in cui la Norvegia sta facendo soldi come mai prima d’ora, una quota bassa (0,75%) è destinata agli aiuti allo sviluppo”, ha twittato Save the Children Norway. “Meno aiuti per i bambini che soffrono nel mondo. Imbarazzante.”
Carl Björkman, il capo di Nordics presso la Bill & Melinda Gates Foundation, ha detto a Devex che l’impegno trasversale a spendere almeno l’1% dell’RNL per gli aiuti era stato approvato quando l’attuale governo è entrato in carica, meno di un anno fa. “È molto deludente vedere che questo impegno viene abbandonato e costituisce un esempio negativo che temo possa avere effetti a catena altrove”, ha scritto Björkman. “Le loro casse sono piene… e potrebbero fare del bene con quei finanziamenti per l’assistenza ufficiale allo sviluppo, se solo mantenessero l’1%”.
L’ultima proposta include anche 1,6 miliardi di corone per coprire i costi di accoglienza dei rifugiati, come consentito dalle regole contabili dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, rispetto ai 6,39 miliardi di corone del bilancio del 2022. La Norvegia ha attirato critiche all’inizio di quest’anno per aver inizialmente spostato 4 miliardi di corone di aiuti per coprire i cosiddetti costi dei rifugiati della guerra in Ucraina, sebbene tale riallocazione sia stata successivamente ridotta a 1,5 miliardi di corone.
Birgitte Lange, segretaria generale di Save the Children Norway, ha detto a Devex via e-mail che i negoziati sul bilancio nelle prossime settimane daranno al governo di minoranza di centro-sinistra del primo ministro Jonas Gahr Støre la possibilità di “aumentare le proprie ambizioni”. “La Norvegia può e deve mantenere l’obiettivo dell’1% per garantire che si faccia davvero di più per le persone vulnerabili in questi tempi straordinari di crisi”.