IL LAND GRABBING IN ETIOPIA

Continuiamo con la pubblicazione mensile dei singoli capitoli del rapporto 2019 “I padroni della terra“. Nei mesi precedenti abbiamo pubblicato i primi quattro capitoli del rapporto.
Ci occupiamo ora di Etiopia, dove il controllo della terra è un tema caldo da molto tempo. La rivoluzione marxista del 1974 e la riforma agraria dell’anno successivo sono solo l’ultima tappa di questo percorso.
In Etiopia la terra è un tema che scotta, e lo dimostra il fatto che è stata proprio la questione
delle terre ad aver fatto scattare la rivolta degli Oromo che ha portato alle dimissioni
del Primo Ministro Hailé Mariam Dessalegn.
Il 2 Aprile 2018 il Parlamento Etiope, che è formato da parlamentari del partito di Governo
(EPRDF), ha nominato Abiy Ahmed come nuovo Primo Ministro (PM). Si tratta della prima
volta nella storia del paese che una persona di etnia Oromo (la più numerosa) detiene questa
carica. È stato il punto di arrivo di due anni di proteste da parte degli Oromo che il Governo ha
inutilmente cercato di reprimere con la proclamazione dello stato d’emergenza e l’uso della
mano pesante da parte delle forze dell’ordine.
Tuttavia questo non significa che la politica agraria ed il modello di sviluppo imprenditoriale
che è stato portato avanti in questi anni sarà cambiato. Possiamo però sperare che il
promesso rispetto dei diritti umani, coniugato con una più ampia apertura del Paese ed una
maggiore libertà di stampa, consentano alle popolazioni indigene, ai contadini, ed alle organizzazioni
che operano al loro fianco di far sentire la loro voce e di poter lottare con maggiore
efficacia per il rispetto dei loro diritti.
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