Il nuovo Patto europeo sull’asilo e la migrazione: sarà un’opportunità da cogliere o verrà sprecata?

Dopo anni nei quali l’asilo e la migrazione sono state affrontate come crisi, crediamo che il nuovo Patto sull’Asilo e la Migrazione che la Commissione europea proporrà tra breve, possa essere un’opportunità per l’Unione e i suoi Stati membri di cambiare direzione. È un’opportunità per sviluppare una politica di asilo e migrazione razionale e basata sui diritti umani.
La recente cooperazione tra gli Stati membri segnala la possibilità di un nuovo inizio, che dovrebbe basarsi sulle lezioni della riforma del Sistema Comune Europeo di Asilo (CEAS), recentemente tentata e in gran parte fallita. Tuttavia, vi è il rischio che il Patto possa includere o preparare le basi per proposte legislative dannose dei diritti, in particolare attraverso quello che è stato definito lo “strumento per le frontiere” previsto nel nuovo budget.
La FOCSIV, nel quadro del progetto Volti delle Migrazioni, ha firmato una dichiarazione della rete europea ECRE (European Council on Refugees and Exiles) sul nuovo Patto europeo sull’asilo e la migrazione, che è possibile scaricare qui. La dichiarazione è stata distribuita alle istituzioni europee e ai parlamentari.
Tra le preoccupazioni riguardo il nuovo patto, vi è quella sulla esternalizzazione del controllo delle frontiere, usando la cooperazione allo sviluppo per finalità che non le sono proprie. Come ad esempio nel caso del finanziamento alla guardia costiera libica che non tutela i diritti umani e che opera il respingimento dei migranti in centri di detenzione inumani.
Altra questione riguarda le nuove proposte per rendere obbligatorio il riconoscimento di paesi terzi sicuri e di primo paese di asilo, che comprometterebbero l’accesso alla protezione in Europa, contribuirebbero al contenimento dei rifugiati in altre regioni, e metterebbero a rischio gli sforzi per una più equilibrata condivisione delle responsabilità per le persone sfollate a livello globale.
Si creerebbe così una cintura di sicurezza attorno all’Europa, lungo i confini, dento e fuori i confini, dove centri di prima accoglienza, e in definitiva detenzione, cumulerebbero decine di migliaia di migranti in condizioni di deprivazione come quelle esistenti nelle isole greche.
E’ necessario che l’Unione europea confermi i suoi valori fondati sui diritti umani e ascolti la società civile che accoglie e crea ponti tra comunità. E’ importante che il governo italiano si faccia promotore di una nuova politica interna ed estera coerente per lo sviluppo umano integrale e sostenibile, senza paure e strumentalizzazioni.