IL PAPA È TENERO – Racconti ed emozioni da RIO
Si è conclusa ieri la grande festa della Giornata Mondiale della Gioventù 2013; l’abbiamo vissuta attraverso immagini emozionanti e incredibili che ci giungevano da oltre oceano e grazie alle parole di Marisa Oliveira, giornalista freelance di ProgettoMondo Mlal Brasile, Organismo federato FOCSIV, proviamo a immaginarci nella folla che lo accolto e a sentire anche noi il suo affetto e la sincera preoccupazione per tutti.
“Tenero”. Con questo aggettivo che -per noi brasiliani- ha un’accezione molto affettuosa, una bambina ha descritto papa Francesco. E in effetti a tutti noi brasiliani il papa è apparso, soffice, simpatico, allegro, carismatico e, sopratutto, coerente con ciò che predica. Per due volte ha condiviso una scodella di mate (chimarrão) che qualcuno gli aveva offerto durante il passaggio per le vie. Questo ha causato non poco stupore. Ma condividire il mate è una prova indiscutibile di solidarietà e di fraternità. I contandini del Sud del Brazil (gaúchos) e della Argentina condividono il mate. È un gesto tipico di solidarietà e di compresione tra loro.
Così, baciando i piccoli bambini, sorridendo, essendo veramente vero, e dimostrando una preoccupazione sincera per “gli esclusi”, papa Francesco ha trascinato 3 milioni di persone a Copacabana.
Tre milioni di persone (bambini, giovani, anziani, uomini e donne di età diverse) per le strade -e faceva freddo e pioveva- che hanno gridato forte il suo nome e che hanno fatto silenzio quando è stato necessario. Riconoscendo a più riprese che “questa è la gioventù del papa”.
Qui in Brasile siamo tutti innamorati di Francesco. Siamo tutti innamorati di ciò che lui rappresenta, delle sue parole perfettamente in linea con i giorni attuali.
Come papa, Francesco, è stato acclamato da tutti, tutti i giorni, in tutti i momenti. Come diplomatico della Chiesa, si è presentato elegante ma, nello stesso tempo, forte e incisivo: ha invitato i politici a cambiare, a governare in favore del Bene comune. Così grande era la sua presenza che, nel mare di persone accorse a Copacabana, sembrava ci fosse soltanto lui.
Francesco ha invitato i giovani a participare attivamente alla politica, li ha spronati a non avere paura di caminare contro corrente, a non permettere di rimanere vittime delle droghe. Ha chiesto loro di essere autentici in tutti sensi!
Frei Betto, teologo e scrittore di chiara fama, ha commentato sul jornal O Globo (27/07/13): “È ora di aggiungere un po’ d’acqua alla zuppa di fagioli” e dunque impegnarsi per le alternative possibili, nel solco di un’economia solidale e del “ben vivere” degli indigeni delle Ande, che poi equivale a seguire gli insegnamenti del Vangelo. Francesco non è un pastore che ordina e impone, ma colui che apre gli orizzonti e rende vivo l’entusiasmo. C’è qualcosa di nuovo – ha quindi concluso Betto- sulla nave di Pietro!”
Marisa Oliveira, giornalista freelance
ProgettoMondo Mlal Brasile
I comandamenti di Francesco
- I governi dovrebbero preoccuparsi dei giovani e degli anziani. Non lasciarli al margine della società.
- Il denaro non è la cosa più importante. Importante è come le società ne fanno uso. Solamente quando siamo capaci di condividere ci arricchiamo veramente, senza egoismo e individualismo.
- Il futuro richiede una visione umanista dell’economia e della politica… evitando perciò che venga privilegiata solamente l’élite, sia sradicata la povertà e tutti abbiano sempre garantite dignità, fraternità, solidarietà.
- Voi giovani, alla faccia della corruzione che cerca il proprio vantaggio invece del bene comune, non scoraggiatevi mai, non perdete la fiducia!
- Il valore etico deve fare parte integrante della nostra società. Si tratta di una sfida storica.
- Il campo della fede siamo noi stessi. Siamo cristiani autentici!
- I cristiani devono giocare nella squadra di Gesù, in prima linea, con amore, solidarietà e fraternità.
- La vita come un piatto di cibo, la fede è il sale o l’olio di oliva: metti fede, metti speranza, metti amore.
- Siamo generosi: “Si può sempre mettere più acqua nella minestra.
- Sulle manifestazionidi protesta: “È fondamentale il dialogo costruttivo. Tra la differenza egoista e la protesta violenta cerchiamo il dialogo. Il futuro richiede una riabilitazione della politica, che è un dei modi più nobili di carità.”
- Nessuno sforzo di pacificazione sarà duraturo se la società lascia ai suoi margini parte di se stessa.
- Non è lasciando libero lo uso delle droghe che ne ridurremo la diffusione nè l’influenza della dipendenza chimica.
- No alla violenza, si all’amore! Ma più Candelária. (ndr, massacro di 1993)
- Lo stato laico favorisce la pacifica convivenza tra le diverse religioni, nel rispetto e nell’apprezzamento reciproco.
raccolte da Marisa Oliveira, giornalista freelance
ProgettoMondo Mlal Brasile