Il pluripremiato video dell’istituto Caprin che ci spiega le cause della migrazione di oggi
La testimonianza di Dario, studente tra i creatori e vincitori del video Migration:
“Da una decina d’anni alla scuola media Caprin si utilizza il video come strumento didattico per facilitare l’apprendimento delle materie scolastiche, basandosi sul metodo della classe capovolta, dove gli studenti preparano alcuni argomenti anche con l’uso di video, che poi vengono pubblicati e condivisi online”.
Questo approccio è molto apprezzabile quando si trattano argomenti a carattere sociale: anziani, solidarietà, bullismo, droga, prostituzione giovanile, violenza sulle donne e migrazione. Grazie al video realizzato con gli studenti, la classe IIA (ora IIIA) della Caprin sono stati vinti ben 7 premi, dei quali 4 internazionali che hanno portato una rappresentanza di studenti a New York.
Premessa
Nel febbraio del 2016 quattro classi dell’istituto (ragazzi di 12-13 anni) hanno aderito al progetto “Un solo mondo, un solo futuro” coordinato dall’ACCRI (Associazione di Cooperazione Cristiana Internazionale) e dall’ICS (Consorzio Italiano di Solidarietà).
Il tema individuato per il progetto scolastico è stato quello delle Migrazioni. Infatti a Trieste, da alcuni mesi, stanno arrivando moltissimi rifugiati (un migliaio nell’ultimo anno) e nel quartiere di Valmaura, dove si trova la scuola, c’è l’unico centro di accoglienza di Trieste. Questo è stato considerato un problema da molte famiglie, preoccupate per la presenza di così tanti stranieri. Eppure Trieste è una città abituata alla presenza di persone di diversa origine, essendo stata, tra l’altro, l’unico porto dell’impero austroungarico, prima della prima guerra mondiale. Oggi ci sono tanti sloveni, croati, greci, serbi e negli ultimi anni sono arrivati molti cinesi e africani. A questi si aggiungono i recenti profughi pakistani ed afgani.
Il giornale di Trieste, Il Piccolo, nel settembre 2015 scriveva che il quartiere di Valmaura, si ribellava all’arrivo di cento migranti. «Abbiamo paura, non li vogliamo» Preoccupazione, rabbia, paura. Per questo alcuni docenti della scuola hanno deciso di far conoscere alcuni rifugiati agli studenti, che avevano, in parte, dei pregiudizi nei loro confronti. Sono stati invitati cinque giovani migranti dall’Afganistan e dal Pakistan ai quali gli studenti hanno manifestato le loro perplessità e i timori più o meno giustificati: dalla paura delle ragazze che vivono il disagio di sentirsi osservate con troppa insistenza, ai ragazzi che, evidentemente per un allarme trasmesso dagli adulti, dichiarano: “ci portano via il lavoro!”.
I giovani migranti sono tutti rifugiati chiedenti asilo, ed avevano chiesto ai cooperanti dell’ICS la possibilità di intervenire raccontando la loro vita, per essere accettati per quel che sono: ragazzi che hanno dovuto scappare dalla guerra, dai talebani, dall’ISIS, lasciando tutto quel che avevano, mogli e figli compresi, nel paese d’origine. Nel backstage del video abbiamo inserito un frammento di questi racconti, espressi in pakistano ed in inglese e tradotti in tempo reale.
Il video premiato
Per il corto la classe ha scelto di giocare su una metafora, partendo da tre preoccupanti dati statistici e presentando il problema come fosse vissuto da un gruppo di pesci: la sperequazione nella distribuzione delle risorse, il problema dell’inquinamento ambientale indotto dai paesi ricchi e il più attuale di tutti, la fuga dalla guerra.
La classe possiede un acquario pieno di pesci, così docente ed alunni hanno deciso di costruire da sè dei piccoli acquari in plexiglass per essere certi che i pesci non andassero “fuori fuoco” della telecamera durante la ripresa. Il principio dei vasi comunicanti ha consentito di rappresentare la sperequazione nella disponibilità delle risorse. Un’altra metafora ha richiesto l’uso di un bel gatto per rappresentare lo stress generato dalla guerra nei paesi dai quali i rifugiati sfuggono. Infine, un po’ di inchiostro nell’acqua ha permesso di rappresentare il tema dell’inquinamento e del degrado ambientale nei paesi poveri.
Idee e frasi riportate nel video sono emerse da un lavoro di gruppo svolto in classe (brainstorming) a dal lavoro di alcuni studenti più impegnati, in particolare Agnese ed Irene. I ragazzi non sono ancora capaci di lavorare bene con il programma iMovie sul Macintosh, perché quasi tutti usano il PC, perciò il prof. Dario Gasparo si è occupato del montaggio lavorando in classe, in modo da far vedere le fasi di editing, le scelte dei tempi e per discutere le varie fasi del lavoro. Colpisce la profondità di pensiero di alcuni giovani e la loro capacità di trovare soluzioni cinematografiche per esprimere un sentimento: la scelta di un primo piano, il carattere del testo, il ritmo delle clip… Per quanto riguarda la musica, abbiamo chiesto all’amica chitarrista Anna Garano, che ha inciso dei dischi proprio a NYC, di concederci l’uso della sua “Le“, cantata da Alessandra Franco.
I premi
Questo video è stato concepito per partecipare al concorso indetto dall‘Associazione Donatori Sangue, che l’ha anche utilizzato per l’apertura della “Giornata del Donatore” tenutasi a Trieste a fine ottobre. Il primo premio è stato vinto in quella occasione. In maggio in video ha vinto la fase regionale e in seguito anche la fase nazionale del concorso indetto dalla Fondazione Falcone, in memoria del Giudice ucciso dalla Mafia nel 1992. A Palermo una delegazione di 4 studenti (Agnese, Giulio, Irene e Nikol) con i prof. Gasparo ed Esposito è stata premiata in diretta su RAI 1 dalla signora Falcone e dal Ministro dell’Istruzione nell’Aula Bunker del celebre “Maxi Processo”, che per la prima volta ha portato alla condanna di tantissimi mafiosi.
Infine, forse ancora più prestigiosi, sono arrivati 4 premi nell’ambito della rassegna internazionale di cinema giovanile Plaral+ di New York, che invitava a riflettere sull’importanza di assumere un ruolo nella cittadinanza attiva partendo dalla bellezza di riscoprirsi cittadini di uno Stato democratico, consapevoli dei valori su cui esso si fonda: il perseguimento del bene comune, il rispetto degli altri e delle istituzioni. PLURAL + è un festival video rivolto ai giovani per incoraggiarli a esplorare i temi dell’immigrazione, la diversità e l’inclusione sociale, e condividere la loro creativa visione sul mondo. PLURAL + è un’iniziativa tra l’Alleanza delle Nazioni Unite e l’International Organization for Migration, con un network di più di 50 partner e 90 paesi partecipanti.
Nell’ambito di questo contest la classe è stata premiata con ben 4 riconoscimenti, compreso il primo premio assoluto, il New York PLURAL+ 2016 International Jury Award! Gli altri premi sono stati il Barcelona Forum Award, il The Peace in the Streets Award e il CDI Togo 2016.
Oltre a targhe, medaglie e diplomi, il premio è consistito nell’ospitare tre persone a New York per tre giornate, durante le quali alunno e docente sono stati invitati a ritirare il premio e a raccontare il loro progetto, rigorosamente in inglese, davanti alla platea di convenuti da tutto il mondo. Il 27 ottobre il tredicenne Giulio Patuanelli, in rappresentanza della classe IIA, ha messo a frutto gli insegnamenti delle prof. Colaminé e Moliterni, che a scuola l’hanno aiutato nella stesura e nella pronuncia del discorso che ha tenuto al Voices of Youth – International Jury Award Winning Videos. Di sera si è ripetuto al Premio della Giuria Internazionale presso il Mark Goodson Theater.
Il giorno successivo è stata la volta del prof. Gasparo che, su invito del Peace in the Streets Global Film Festival Awards, presso le Nazioni Unite, ha raccontato la nascita e lo sviluppo del progetto che ha portato alla realizzazione del video. In molti sono rimasti colpiti dell’originalità della metafora utilizzata per trasmettere il messaggio sull’emigrazione, basata sulla vita dei pesci anziché degli esseri umani.
Nel corso del soggiorno a New York i rappresentanti della Caprin sono stati invitati ad un incontro nella sede dell’ambasciata italiana a New York dall’Ambasciatore Sebastiano Cardi, Rappresentante Permanente d’Italia presso le Nazioni Unite. E’ stato il Consigliere Adriano Monti ad accogliere la delegazione triestina, offrendo degli aperitivi con una vista spettacolare dal 49° piano sull’East River, nei pressi del Central Park, sulla Second Avenue. Il consigliere ha intrattenuto gli ospiti spiegando che egli si occupa proprio di immigrazione e sostenendo l’importanza di un investimento di risorse nella scuola, individuando nel Canada il modello scolastico da copiare.
Ma gli incontri importanti non sono finiti qui: nel primo pomeriggio, tra un TG e l’altro, il gruppo di triestini è stato accolto dalla concittadina Giovanna Botteri, giornalista della RAI corrispondente dagli Stati Uniti. Con lei si è discusso di politica, in quanto fra pochi giorni si voterà per il nuovo Presidente degli USA, e soprattutto dei trucchi del mestiere del giornalista e di montaggio video.
I giorni seguenti sono stati dedicati alla conoscenza della Grande Mela. E’stato bello poter visitare i luoghi caratteristici degli States visti solo alla TV: l’osservatorio dell’One World Trade Center dal quale si può contemplare tutta la vastità e la bellezza della Grande Mela e La Statua della Libertà. E’ soprattutto visitando il World Trade Center che manca il fiato per la suggestiva bellezza della città.
Nella memoria di questo viaggio-premio rimarranno per sempre anche gli incontri con altri giovani videomaker che hanno trattato il tema della immigrazione da vari punti di vista, spesso soggettivi, come nel caso della ragazza latinoamericana che ha raccontato in video la storia difficile della mamma emigrante o della ragazza slovena, vincitrice del premio riservato ai ventenni, che si è immedesimata in una donna araba costretta a ridisegnare tutta la sua vita e i suoi modelli nel mondo occidentale.
“I giovani sono potenti agenti di cambiamento sociale, capaci di ridurre le tensioni in un mondo spesso caratterizzato da conflitti e divisioni, e il mondo dei media digitali creativi può aiutarli a saltare gli ostacoli della povertà, dell’analfabetismo, dell’isolamento geografico facendoli diventare agenti di cambiamento sociale nelle loro comunità.”
Come recita il sito di Plural+, i giovani non solo rappresentano il futuro, ma sono la maggioranza: è anche attraverso attività come quella proposta dal progetto “un solo mondo, un solo futuro” che essi possono prender piena coscienza del mondo che li aspetta e possono decidere, anziché di fuggire, di andargli incontro.”