Intervista a Padre Ivan dall’Ucraina
Nell’ambito dei progetti condotti dal 2022 in Ucraina insieme ad altri soci e ad altre associazioni, abbiamo intervistato Padre Ivan, Direttore dell’Ufficio per le Comunicazioni sociali dell’Arcidiocesi di Ivano-Frankivsk e uno dei nostri punti di riferimento per le iniziative portate avanti. Con lui abbiamo parlato del progetto conclusosi lo scorso anno, delle nuove idee progettuali e abbiamo raccolto una commovente testimonianza sulle condizioni del popolo ucraino dopo due anni dall’inizio del conflitto
In merito al Progetto Razom z Ukrainoiu avviato nell’ottobre del 2022, iniziativa di emergenza a sostegno della popolazione ucraina, ci racconta come è andata? Che tipo di esperienza è stata e che risultati concreti ha apportato? Che testimonianza può raccontarci?
Due anni fa, il 24 febbraio 2022, è iniziata la guerra della Russia contro l’Ucraina che ha stravolto l’esistenza di milioni di bambini, donne e uomini che in poche ore sono precipitati nella disperazione e nel bisogno. In quel difficile momento per il nostro Paese abbiamo ottenuto molti aiuti dall’Italia. La nostra Arcidiocesi di Ivano-Frankivsk sin dai primi giorni della guerra ha allestito un centro di crisi, ricevendo migliaia di sfollati interni e inviando gli aiuti umanitari nelle zone limitrofe al fronte. Nel momento in cui le nostre risorse economiche stavano per esaurirsi sono arrivate delle associazioni italiane come “Missione Calcutta”, “Don Calabria”, “ARCS” e insieme alla squadra Focsiv siamo diventati partner locale, per il bando dell’AICS con il Progetto “Razom z Ucrainoiu”- Insieme per l’Ucraina– iniziativa di emergenza a sostegno della popolazione Ucraina nelle regioni di Ivano Frankivsk, Cernivzi e Odessa” in partenariato con la regione di Ivano Frankivsk. Grazie a questo progetto abbiamo raggiunto un target di oltre 10.000 persone in tre regioni
Nel 2014, la nostra Arcidiocesi ha fondato, l’unico ospedale cattolico al momento in Ucraina, ospedale di San Luca. Una struttura che fornisce servizi medici scontati e/o gratuiti alla popolazione socialmente vulnerabile e alle persone con disabilità. Dall’inizio del 2022, l’ospedale di San Luca ha fornito 152.272 servizi scontati e gratuiti a 33.129 persone, di cui 9.894 sfollati interni. La maggior parte dei pazienti ha ricevuto cure gratuite grazie al progetto “Insieme per l’Ucraina”. Inoltre, nell’ambito di questo progetto, a differenza della maggior parte delle organizzazioni internazionali che operano per lo più nelle grandi città, ogni mese per sei mesi, abbiamo raggiunto i villaggi periferici più distanti, grazie a una rete ben consolidata costituita delle nostre parrocchie e abbiamo distribuito cibo e kit per l’igiene. Il progetto ha fornito assistenza a più di dieci centri per sfollati interni e a varie comunità, tra cui una comunità per bambini diversamente abili e orfanotrofi. La particolarità di questo progetto italiano è che gli stessi italiani vi hanno preso parte direttamente insieme ai volontari ucraini. Questo ha avuto un impatto significativo e molto positivo sullo stato emotivo dei nostri destinatari. Da loro abbiamo sentito spesso citare un famoso proverbio: “Un amico si riconosce nel momento del bisogno”.
A breve prenderà il via un nuovo progetto in Ucraina, potrebbe fornirci maggiori dettagli su quest’altra iniziativa portata avanti anche con il contributo di Focsiv? Quando sarà operativo il nuovo progetto? Che obiettivi si pone? Che risultati si spera di ottenere?
È vero, ora stiamo per avviare due nuovi progetti: “Razom z Ucrainiu zavzdy – Insieme per l’ucraina sempre– iniziativa di emergenza a sostegno della popolazione colpita dal conflitto in Ucraina nelle regioni di Ivano Frankivsk, Cernivzi, Odessa e Mikolaiv” in partenariato Focsiv, Missione Calcutta e ARCS, che continuerà per un anno ancora il lavoro precedente.
Verrà avviato un altro progetto “Health care for safety and rehabilitation” in partenariato con Focsiv e Missione Calcutta con l’obiettivo di far nascere presso l’ospedale di San Luca un Centro di riabilitazione. Questa nuova struttura sarà destinata a persone che necessitano di supporto psicologico e fisico-motorio e che sono rimaste ferite a causa della guerra o che hanno subito gravi interventi chirurgici sull’apparato muscolo-scheletrico, a persone con anomalie al sistema nervoso a causa di ictus e a pazienti con lesioni del sistema muscolo-scheletrico. I nostri medici, grazie al medesimo progetto, terranno un corso presso l’ospedale Sacro Cuore di Negrar in provincia di Verona. Grazie alla telemedicina saranno coinvolti anche altri due ospedali, quello di Kharkiv e quello di Yasynia. Tutto questo farà nascere un nuovo sistema sanitario in Ucraina.
Dopo due anni di guerra in che condizioni è la popolazione ucraina? Come ha vissuto e come continua a convivere con il conflitto perenne? Quali sono le speranze e i timori della popolazione? In altre parole, che presente e che futuro attende l’Ucraina?
Il popolo ucraino continua ad essere vittima dell’aggressione di una potenza vicina con un bilancio devastante a due anni dall’inizio del conflitto: sono circa 10.378 i morti civili e 30 000 i militari. Inoltre, sono 5 milioni i profughi scappati all’estero e 7 milioni gli sfollati interni che soffrono le conseguenze di un conflitto di cui ormai non si parla molto sui giornali internazionali. È una guerra che mette a rischio la stabilità di tutta la zona e che rischia di estendersi a tutta l’Europa.
Da lontano, a chi non è personalmente colpito, questa guerra può sembrare una partita di calcio tra due squadre. Vince l’uno o l’altro. Per me personalmente questa guerra è una tragedia terribile. Sento le sirene ogni giorno e solo nella mia parrocchia ho già seppellito 29 giovani che, all’inizio della guerra, in scarpe da ginnastica e senza dispositivi di protezione, sono andati a difendere la loro patria; non erano militari in passato. Certo, vedendo ogni giorno gli orrori della guerra, chi, se non gli ucraini, oggi possono testimoniare al mondo intero che la forma ideale di convivenza tra popoli in questo mondo è la convivenza pacifica?
Tuttavia, la crudele realtà ci convince ostinatamente che questo è quasi impossibile perché la storia dell’umanità è segnata da costanti conflitti. L’umanità purtroppo ancora non ha imparato che ogni guerra è assurda, perdono tutti. La paura più grande degli ucraini è quella di rimanere dimenticati in questa disgrazia, essere abbandonati dal mondo. Al momento non ci sentiamo abbandonati, tuttavia, il clima di frustrazione è palpabile. Ancora c’è tanta speranza per un futuro migliore. Raccolgo tante testimonianze, anche da persone più vulnerabili, che credono che gli ucraini continueranno a difendere la libertà e la dignità nella lotta per una pace sostenibile e giusta per il proprio Paese e per il mondo intero. Gli ucraini credono nella libertà e nella dignità umana donata da Dio. Credono nella verità e nell’amore. L’amore può essere punito, umiliato, addirittura può essere mortificato, ma sappiamo bene che il “terzo” giorno risorgerà! Siamo grati a tutto popolo italiano che ci sostiene e crede nella Resurrezione! Siamo convinti che la verità di Dio vincerà. Grazie per la solidarietà e tanti auguri per un mondo migliore che nel nostro piccolo cerchiamo a costruire tutti assieme. Buona Pasqua!