La banca mondiale fuori dalla terra
Fonte immagine Publications (worldbank.org)
Ufficio Policy Focsiv – Nel mese di Maggio si è svolta la Conferenza sulla Terra 2024 della Banca Mondiale (World Bank Land Conference 2024) per discutere la questione dell’accesso alla terra. Infatti nella sua presentazione si scrive “Sebbene i regimi fondiari e la governance siano alla base dell’adattamento e della mitigazione dei cambiamenti climatici, il loro ruolo fondamentale è spesso trascurato. Una proprietà terriera insicura o non registrata compromette la capacità e l’interesse dei proprietari terrieri a investire nell’adattamento e nella mitigazione dei cambiamenti climatici, anche limitando il loro accesso ai finanziamenti per il clima e riducendo i loro incentivi ad adottare pratiche di gestione sostenibile della terra.
La scarsa governance fondiaria – che comprende leggi e istituzioni poco chiare o sovrapposte per l’amministrazione dei diritti fondiari e la gestione dei compromessi sull’uso della terra – limita l’accesso alla terra per gli investimenti di mitigazione, adattamento e gestione del rischio di catastrofi. La competizione per la terra e le sue risorse richiederà decisioni strategiche sulla quantità di terra utilizzata, per quale scopo e da chi. Questi compromessi diventeranno sempre più complessi da gestire nel tempo, poiché si prevede che le risorse di terra adatte agli usi produttivi diventeranno sempre più scarse con l’accelerazione dell’urbanizzazione e l’aggravarsi degli impatti climatici.
La Conferenza del 2024 si propone quindi di evidenziare strategie efficaci per garantire il possesso e l’accesso alla terra a sostegno della mitigazione e dell’adattamento ai cambiamenti climatici.
A loro volta le organizzazioni dei piccoli produttori alimentari, dei popoli indigeni, dei lavoratori, delle comunità di base e della società civile hanno denunciato la Banca Mondiale come uno dei principali attori dell’accaparramento delle terre e della distruzione degli ecosistemi. Hanno chiesto misure efficaci per realizzare il diritto alla terra e ai territori, compresa la riforma agraria.
Oltre 80 organizzazioni di tutto il mondo accusano la Banca Mondiale di facilitare l’accaparramento delle terre e la finanziarizzazione della natura. In una nuova dichiarazione (International Statement: World Bank Out of Land! (foodsovereignty.org)) e hanno chiesto che la Banca Mondiale rimanga fuori dalla terra dei popoli. Non solo la Banca Mondiale investe direttamente in progetti fondiari, ma ha anche una lunga storia di promozione di un approccio basato sul mercato alla gestione delle risorse naturali e di incoraggiamento alla privatizzazione.
Più di recente, la Banca Mondiale è diventata un forte promotore dei mercati del carbonio e di altre misure di mitigazione del cambiamento climatico basate sul mercato. Queste misure mirano a utilizzare i territori delle persone come pozzi di assorbimento del carbonio per i principali inquinatori, consentendo al contempo il rilascio di nuove emissioni di gas serra e la distruzione degli ecosistemi.
Le comunità e le persone di tutto il mondo ne stanno pagando il prezzo e sono soggette a espropriazione, perdita di mezzi di sussistenza e violenza. Nella loro dichiarazione, invitano i governi a rispettare pienamente i loro obblighi ai sensi del quadro internazionale sui diritti umani, adottando misure efficaci per affrontare i fattori strutturali dell’accaparramento delle terre e della concentrazione della proprietà fondiaria. Questi includono la protezione dei diritti fondiari delle persone e delle comunità e l’attuazione di politiche di riforma agraria redistributiva. Più specificamente, chiedono di sostenere l’organizzazione di una seconda Conferenza Internazionale sulla Riforma Agraria e lo Sviluppo Rurale nel 2026 (ICARRD+20), come recentemente annunciato dal governo colombiano con il sostegno del Brasile.
Leggi la dichiarazione in inglese