La centralità della formazione nel Servizio Civile Universale
Il 3 marzo si è svolto il webinar su “La centralità della formazione nell’anno di servizio civile” promosso dalla CNESC (Consulta Nazionale del Servizio Civile) in collaborazione con VITA. Tra gli altri vi ha preso parte Laura Massoli, Direttrice dell’Ufficio Nazionale Servizio Civile del Dipartimento Politiche Giovanili e Servizio Civile Universale e di Giovanni Rende, Presidente della Consulta Nazionale del Servizio Civile. Durante il web talk sono stati messi a fuoco i contenuti, le metodologie, gli strumenti per formare alle finalità del Servizio Civile Universale i giovani che lo attuano.
Laura Milani, vice presidente della Cnesc ha richiamato due elementi di fondo che guidano questa riflessione. Il primo è che la formazione è inscindibile dall’intera esperienza dell’anno di servizio. Il secondo è che gli adulti che accompagnano i giovani, le modalità di realizzazione delle attività devono essere coerenti con le finalità del Servizio Civile Universale: difesa civile, non armata e nonviolenta della Patria, testimonianza dei valori fondanti della Costituzione. L’adeguamento delle Linee Guida della Formazione SCU, che ci si attende a breve da parte del Dipartimento, deve mantenere e attualizzare questo impianto culturale e legislativo.
Fabrizio Cavalletti, di CARITAS Italiana, ha riletto il percorso che gli enti soci della Cnesc hanno fatto nella formazione dei giovani sottolineando i risultati positivi raggiunti e gli aspetti prioritari da mantenere e consolidare anche in futuro. Fra questi una metodologia di coinvolgimento attivo dei giovani e di ascolto delle loro motivazioni e attese, l’attenzione alla formazione degli adulti nei vari ruoli di formatore, di operatore locale di progetto.
Paola Santoro, di ASC Aps, ha richiamato il percorso che dall’estate del 2020 a causa della pandemia e del lockdown ha portato molti enti soci della CNESC ad attivare la formazione a distanza sincrona e in misura ridotta asincrona. Da una prima valutazione dell’impatto che questa sperimentazione forzata ha avuto sulle centinaia di corsi di formazione che si sono tenuti, in termini sia di positività che di criticità, partono alcune delle riflessioni che sono state presentate come novità o approfondimenti che si vorrebbe entrassero a far parte delle nuove Linee Guida. Tra queste l’attualizzazione delle finalità del SCU che significa oggi anche un’attenzione all’Agenda 2030 e alle tre transizioni che stiamo vivendo: sociale, ecologica, digitale.
Lucia De Smaele, di FOCSIV, ha offerto un focus sulla formazione dei volontari SCU all’estero, richiamando i contenuti specifici di questa esperienza e quindi delle peculiarità che la formazione generale deve avere, da rafforzare ed evidenziare nelle future Linee Guida. Il dialogo interculturale, la responsabilità della comunicazione, la gestione della relazione e la gestione dei conflitti, questi alcuni dei temi peculiari. Nella formazione verso l’esperienza SCU all’estero, la lettura delle finalità del SCU in chiave internazionale deve restare ancorata ad una difesa della Patria non più fondata su confini geografici e una difesa non armata dei diritti e dei valori costituzionali.
Massimiliano Patrizi, di UILDM, si è soffermato su due misure aggiuntive possibili grazie alla riforma del 2017: il tutoraggio e il servizio di giovani con minori opportunità. Un tutoraggio ancora privo di chiari elementi di valutazione e che, erroneamente, il Dipartimento ha legato in modo obbligatorio alla cosiddetta certificazione delle competenze. Minori opportunità che correttamente sono di varia natura e che anche per questo richiedono specifici interventi di contenuti e di metodologie nell’azione formativa degli enti e chiedono al Dipartimento un ruolo attivo di creazione di contesti favorevoli all’inclusione di questi giovani.
Elena Marta, dell’Università Cattolica di Milano, ha inserito la formazione generale del servizio civile nelle condizioni giovanili che emergono dalle numerose ricerche che sono state fatte in questi anni. L’ambivalenza delle indicazioni (potenzialità di partecipazione e ripiegamento generato dalla pandemia, sfiducia nelle istituzioni e impegno diretto nel volontariato) rendono particolarmente importante la qualità dell’anno di servizio civile universale, la principale azione pubblica, che attraverso il ruolo degli enti, di educazione alla pace e al protagonismo civico dei giovani nelle comunità locali.
Licio Palazzini, presidente Cnesc, ha concluso richiamando due prossimi appuntamenti: la partecipazione della Cnesc al gruppo di lavoro della Consulta Nazionale per adeguare le Linee Guida della formazione, specificando che di adeguamento si tratta e non di nuovo impianto culturale e metodologico, e la diffusione verso altri attori sociali dei risultati della formazione in ambito di servizio civile, a cominciare dai soggetti educativi e formativi.
(dalla sintesi CNESC)