La Cooperazione e la prima legge di bilancio del governo Meloni
La proposta di legge di bilancio taglia la cooperazione allo sviluppo dell’Agenzia italiana
Foto da Openpolis
Ufficio Policy FOCSIV – Oggi Openpolis nel quadro del progetto Generazione Cooperazione, ha pubblicato un articolo su “La cooperazione e la prima Legge di Bilancio del governo Meloni”:
https://www.openpolis.it/la-cooperazione-e-la-prima-legge-di-bilancio-del-governo-meloni/
L’analisi dei dati della proposta di legge di bilanciomostra un taglio di 50 milioni all’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo. In questo modo si indebolisce l’unica struttura istituzionale italiana che concretamente opera assieme alle organizzazioni della società civile per la lotta alla povertà e alle disuguaglianze con il Sud del mondo.
Inoltre, la legge di bilancio per il 2023 continua come in precedenza a conteggiare la spesa per l’accoglienza dei rifugiati come aiuto pubblico allo sviluppo (APS). Ma questa non è cooperazione genuina con i paesi del Sud del mondo, è la dovuta assistenza ai richiedenti asilo sul nostro territorio, da conteggiare come assistenza pubblica sociale in Italia. L’aiuto allo sviluppo appare quindi è gonfiato. Occorre prevedere veri investimenti nei paesi partner del Sud del mondo per la lotta alla povertà e alle disuguaglianze, per costruire la pace.
La nuova legge di bilancio continua come in precedenza a prevedere una spesa di 1 miliardo e mezzo per l’accoglienza dei rifugiati, conteggiata come aiuto pubblico allo sviluppo, ma poi questi fondi in parte non vengono spesi, come già accaduto in passato. In questo modo si crea una incongruenza importante tra quando previsto e quanto effettivamente speso. La cooperazione allo sviluppo (gonfiata) che sarà rendicontata sarà meno di quanto indicato nella legge di bilancio. La credibilità della legge di bilancio deve fondarsi su previsioni certe.
Di conseguenza le Organizzazioni della società civile della home – campagna 070 chiedono innanzitutto il ripristino dei 50 milioni di euro per l’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo e di mantenere l’impegno per un progressivo aumento dell’APS per raggiungere lo 0,7% del reddito nazionale lordo nel 2030. Infatti, i tagli previsti e le spese gonfiate non sono in linea con l’obiettivo dello 0.7%, come l’Italia si è impegnata a fare sottoscrivendo l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Le organizzazioni della società civile chiedono quindi con la home – campagna 070 di adottare una norma che vincoli lo Stato a raggiungere lo 0,7% con obiettivi di spesa intermedi.