La Francia compie un grande passo in avanti per rendere le multinazionali responsabili dei loro abusi sui diritti umani e sull’ambiente.
Obbligo di diligenza in Francia, significativi passi in avanti per l’adozione della legge e per gli sviluppi a livello europeo.
Negli ultimi anni è cresciuta l’attenzione sulla responsabilità sociale ed ambientale delle imprese a livello internazionale. Il rispetto dei diritti umani e dei lavoratori, l’impatto sull’ambiente e sui beni comuni, sono diventati oggetto di negoziazioni e accordi multilaterali. Nell’ambito delle linee guida dell’OCSE, si invitano le imprese multinazionali e gli stati ad applicare la “dovuta diligenza” in modo volontario per prevenire e reprimere eventuali atti lesivi dei diritti umani. Tutto questo però, ha sempre trovato degli ostacoli nell’applicazione pratica in quanto le imprese contestano che tutti gli stati devono adottare simultaneamente le stesse norme, altrimenti viene a crearsi uno svantaggio competitivo per quelle imprese “costrette” ad assumersi i costi della diligenza, rispetto a quelle di altri paesi “libere” di comportarsi come credono. Inoltre, questo potrebbe portare le aziende multinazionali a scegliere quello stato che impone meno obblighi, come del resto si sta già facendo nella scelta del paese con meno pressione fiscale. E’ quindi sensazionale che un paese rompa questa situazione, mettendo il rispetto dei diritti umani al primo posto rispetto al rischio di perdere competitività.
Lo scorso 23 marzo, l’Assemblea Nazionale Francese ha approvato la proposta di legge sull’obbligo di diligenza delle cosiddette società madre. In particolare, è stato istituito un nuovo strumento denominato Piano di Vigilanza che serve a garantire l’obbligo di diligenza su tutte le operazioni delle società madre, comprese quelle extra territoriali. Questo recente sviluppo, considerata la sua natura vincolante, dovrebbe rendere responsabili le grandi aziende francesi delle loro eventuali violazioni dei diritti umani e del loro impatto sull’ambiente, ai fini della tutela dei diritti umani e della prevenzione dei disastri ambientali. Questi Piani di Vigilanza avranno validità sul territorio nazionale e su tutta la catena del valore delle multinazionali, influenzando in questo modo anche gli stabilimenti all’estero e in particolare quelli nei paesi in via di sviluppo. La proposta di legge ed i suoi sostenitori, nei giorni scorsi sono stati oggetto di forti critiche e pressioni da parte del mondo privato, rappresentato dall’Associazione Francese delle Imprese Private.
FOCSIV si unisce a CIDSE e alla società civile francese nell’esprimere soddisfazione per questo primo risultato storico per la tutela dei diritti umani e dell’ambiente. A questo punto, le ONG chiedono un ulteriore sviluppo del testo, invitando il Senato francese a portare a termine il processo entro l’estate.
La legge nasce dalla necessità urgente di prevenire nuovi disastri ambientali ed ulteriori abusi e violazioni dei diritti umani, imputabili alle attività delle grandi aziende multinazionali.
Il sostegno del governo francese all’iniziativa è un altro segnale della grande attenzione che sta ricevendo questo tema; discussioni e dibattiti sono già in essere in diversi paesi membri dell’UE. Su questo, si segnala il progetto di lanciare una Green Card (una proposta legislativa diretta alla Commissione europea, promossa da un gruppo di parlamenti nazionali) per portare la questione all’interno delle istituzioni comunitarie e chiedere delle leggi europee che obblighino le multinazionali a valutare l’impatto delle loro attività sui diritti umani e sull’ambiente stabilendo dei meccanismi sanzionatori per i trasgressori.
Per promuovere e dare sostegno a questa Green Card, i membri di tutti i parlamenti nazionali dei paesi dell’UE sono invitati ad unirsi all’evento organizzato appositamente che si terrà il 18 maggio in occasione dell’Assemblea Nazionale di Parigi.
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